Anziani a rischio

 

 

 

ASP CATANIA: OLTRE IL 40% DEGLI ANZIANI “OVER 65” E’ A RISCHIO CADUTA
ATTIVATO PIANO DI PREVENZIONE DELL’IMMOBILITA’ PER OLTRE 1.700 UTENTI

CATANIA – «Oggi invecchiare non è una malattia: le fasi del ciclo della vita si sono estese, sono cambiate le possibilità di cura, le terapie, ma soprattutto le possibilità di mantenimento e di reinserimento della persona fragile all’interno della vita economica e sociale. L’invecchiamento non è un processo immodificabile e definito, ma variabile e conseguente sia alle caratteristiche intrinseche di ogni singolo, sia alle variazioni di contesto, assistenziali e sanitarie. Le previsioni circa l’andamento futuro della popolazione mostrano nel breve e medio periodo l’incremento delle classi più anziane; in termini numerici e secondo prime valutazioni si avrebbe nell’anno 2010 un incremento dell’incidenza della popolazione anziana di oltre 1 punto rispetto all’anno 2001, collocandosi intorno al 17,8%. Produrre “salute” diventa quindi il difficile, ma necessario traguardo verso il quale le istituzioni che erogano assistenza alle fasce deboli devono tendere attraverso, la pianificazione e l’organizzazione di servizi che diventano strumenti utili per contribuire allo sviluppo di una migliore qualità di vita per gli anziani». Così il direttore dell’Asp Giuseppe Calaciura – alla presenza del direttore sanitario Domenico Barbagallo e del direttore amministrativo Giovanni Puglisi – ha dipinto il quadro sociale in cui si muove l’Azienda sanitaria provinciale e ha illustrato il nuovo “Piano di prevenzione dell’immobilità dell’anziano e del grande anziano.
Si tratta di un progetto che è partito proprio in questi giorni, organizzato dal Servizio Adi e Anziani: «Lo stile e le abitudini di vita, agli inizi degli anni duemila, appaiono caratterizzati e condizionati principalmente dalla sedentarietà e dall’invecchiamento della popolazione – ha continuato il responsabile del progetto e direttore del Servizio preposto Giuseppe Spampinato – l’inattività o la riduzione “fisiologica” dell’attività fisica sono oggi un problema sempre più importante di sanità pubblica. Da analisi si è rilevato che le cadute negli anziani sono un elemento di rischio da tenere in grande considerazione: infatti dai 65 ai 70 anni il rischio riguarda circa il 30% dei soggetti, dai 70 ai 75 anni riguarda circa i 33% dei soggetti, dai 76 agli 80 il 40% e tra 80 e i 90 anni circa il 45%. Inoltre, ogni anno circa 1/3 degli anziani ospitato presso comunità, cade; fra questi la metà più di una volta. L’attività fisica regolarmente praticata infatti ha dimostrato di proteggere contro le malattie soprattutto quelle cardiovascolari e di avere un effetto benefico su fattori di rischio quali l’ipertensione, il livello di grassi e l’obesità che insieme rappresentano una grossissima fetta della morbilità e mortalità nella popolazione generale. In questo contesto l’Asp sta organizzando un programma riabilitativo rivolto a quella fascia di popolazione caratterizzata dalla presenza di patologie croniche, denominate dall’OMS “nuove epidemie”: 1.742 soggetti anziani ultra 64enni residenti nel territorio etneo».
In seguito alla segnalazione da parte del medico di medicina generale, del medico della struttura convenzionata o da altro medico del territorio, l’unità valutativa multidimensionale distrettuale (UVMD) procederà alla valutazione multidimensionale (VMD) del soggetto anziano. Dopo la valutazione saranno costituiti gruppi formati da 8 soggetti per gruppo che saranno sottoposti al training riabilitativo da parte dei fisioterapisti di 20 strutture accreditate su tutto il territorio provinciale. L’avvio del training che avrà la durata di 20 sedute, con una frequenza di 2/3 per settimana, sarà preceduto da una fase in cui fisioterapisti individuati dalla Associazione Italiana Fisioterapisti Regione Sicilia effettueranno una periodo di formazione dei fisioterapisti che attueranno i programmi riabilitativi.

Erano presenti nella conferenza stampa di stamattina anche i medici del Servizio Loredana Riccobono, Orazio Meli, Emilia Murabito e Giuseppe Squillaci.

 

2 dicembre 2010

 

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