Processo al via per 3 persone, altri organizzatori denunciati
Sabato 13 novembre 2010. Il giudice del Tribunale di Olbia si occupa dell’edizione 2009 del Sardegna Rally Race, prova sarda del mondiale cross country.
Il mix è perfetto: scorci mozzafiato di Olbia e della Gallura, campioni internazionali, gente avventurosa, immagini spettacolari, moto e auto potenti. Per il Sardegna Rally Race arrivano i migliori piloti d’ Europa. La manifestazione di motociclismo fuoristrada valevole per il mondiale della specialità non interessa però soltanto gli appassionati e le riviste specializzate. Davanti al Tribunale di Olbia si è infatti aperto un processo che per molti aspetti ha una valenza nazionale. Organizzatori e ideatori di percorso del Sardegna Rally Race sono stati denunciati dalla polizia stradale. Il motorally, secondo il pubblico ministero Gianmarco Vargiu, è partito senza le necessarie autorizzazioni della Provincia di Olbia Tempio e degli altri enti competenti.
GLI INDAGATI Sotto processo ci sono Gian Renzo Bazzu, patron della manifestazione (attualmente assessore comunale al turismo di San Teodoro) l’organizzatore Antonello Chiara e per quanto riguarda le scelte tecniche (prove speciali e percorso) Valter Pinna. La Procura contesta la violazione dell’articolo 9 bis del codice della strada. Le indagini sono state coordinate dal comandante della polizia stradale di Olbia Andrea Chiminelli. Il personale del comando olbiese, però, si sta occupando di altre manifestazioni sportive organizzate in Gallura nell’ultimo triennio. Sono state segnalati alla Procura società specializzate con sede a Olbia e a San Mariano Corciano, in provincia di Perugia.
SARDEGNA RALLY RACE Il processo aperto a Olbia davanti al giudice Maria Gavina Monni riguarda questioni complesse e molto interessanti per gli operatori del settore. Gian Renzo Bazzu, Antonello Chiara e Valter Pinna (i tre denunciati) sono personaggi molto conosciuti e apprezzati negli ambienti sardi e nazionali del motorally. Non si tratta certo di sprovveduti o di organizzatori improvvisati. Eppure il pubblico ministero Gianmarco Vargiu parla dell’edizione 2009 del Sardegna Rally Race come di una manifestazione non autorizzata. Tra l’altro nel fascicolo della polizia stradale non si descrive un motoraduno da strapazzo. Gara valevole per il mondiale, 1720 chilometri di percorso, tappe in tutta la Sardegna, prove speciali pensate per esaltare la bellezza selvaggia dell’ Isola: questi i numeri e le caratteristiche della rally. Con un problema non da poco, quello delle autorizzazioni mai rilasciate.
ACCUSA E DIFESA La Polizia stradale ha segnalato una situazione anomala sotto diversi punti di vista. In pratica il motorally sarebbe partito senza i permessi della Provincia. A quanto pare le autorizzazioni erano state richieste, ma negate. Sta di fatto, dicono i poliziotti, che le potenti moto di decine di piloti attraversarono strade e il territorio di molti comuni galluresi. Senza il via libera amministrativo e la necessaria assistenza degli enti territoriali e delle forze dell’ordine. Il difensore degli organizzatori ha raccontato ai magistrati un’altra storia. La manifestazione del maggio 2009, secondo il legale di Bazzu, Chiara e Pinna, non era una gara di velocità. Non vince chi taglia per primo il traguardo. Vengono premiati invece i piloti che rispettano i tempi di percorrenza. Ossia una prova di regolarità che non ha niente a che vedere con il rally tradizionale.
LE ALTRE INCHIESTE La Procura si occupa di altre segnalazioni della Polstrada. Nel biennio 2008-2009 sono stati presentati numerosi esposti, anche per l’attraversamento di terreni dell’Ente Foreste. Nelle denunce venivano ipotizzati i reati di danneggiamento e deturpazione di bellezze naturali. I percorsi toccavano Arzachena, Budoni, Buddusò, Alà dei Sardi e Olbia. Anche i piloti iscritti hanno rischiato pesantissime sanzioni. Alla fine, però, sono stati denunciati i rappresentati di società di Olbia e Perugia.