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Svoltosi a Paternò questa mattina il Consiglio direttivo

 

«OGNI ARCHITETTO ADOTTA UNA CHIESA»

 

L’Ordine ha consegnato all’Arcidiocesi etnea la bozza di un protocollo che attesta l’impegno dei professionisti verso i beni architettonici ecclesiastici

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PATERNO’ – L’ Italia possiede il più ampio patrimonio culturale a livello mondiale con oltre 3.400 musei, 2.100 aree e parchi archeologici e 43 siti Unesco. Un patrimonio dell’Umanità che spesso viene poco valorizzato, trascurato e talvolta anche dimenticato.

Conservare, valorizzare e promuovere i beni architettonici catanesi è la sfida lanciata oggi dall’Ordine degli Architetti di Catania e dalla sua Fondazione, presieduti rispettivamente da Luigi Longhitano e Carlotta Reitano. In occasione del Consiglio direttivo in esterna – organizzato a Paternò, all’interno della Galleria d’arte moderna (Gam) della parrocchia di Santa Barbara – il presidente Longhitano, sostenuto dagli altri rappresentanti della categoria, ha voluto che l’idea “Ogni architetto adotta una chiesa”, nata oltre un anno addietro, diventasse realtà e ancor prima motivo di confronto.

Nella sala del Gam – che fino a domenica 12 dicembre ospita la rassegna d’arte “Fabbriche del divino”, esponendo i progetti dedicati al ricco patrimonio e alle esperienze realizzate dagli architetti catanesi dai primi del ‘900 ad oggi – si è parlato di dovere e amore degli architetti verso un patrimonio che è bene indiscusso dell’umanità: «Dovere verso il patrimonio architettonico di cui l’architetto è il soggetto primario – afferma Longhitano – l’adozione di una chiesa è un gesto essenzialmente d’amore: il restauro filologico e scientifico può riportare alla luce profonde ricchezze, sconosciute a molti».

E di certo Catania e provincia sono una vera fucina di ricchezze. Nell’Arcidiocesi etnea, che comprende anche le Diocesi di Acireale e Caltagirone, si contano oltre 600 chiese (parrocchiali, rettorie e annesse). Circa 256 quelle nel capoluogo catanese, almeno secondo l’ultimo censimento realizzato dall’Arcidiocesi stessa.

E proprio a padre Carmelo Signorello, direttore dell’ufficio dei Beni Culturali e Ambientali dell’Arcidiocesi – accompagnato dal parroco del S.S. Salvatore Antonino Tomasello, dal parroco della chiesa Madre di Paternò Salvatore Alì, e dai parroci della chiesa di Santa Barbara, Antonio Pennisi e Salvo Magrì – è stata consegnata la bozza di un protocollo che attesta l’impegno degli architetti a prendersi cura dei beni architettonici ecclesiastici, gratuitamente.

«591 Chiese per 591 architetti – ha proseguito Longhitano – perché non è possibile assistere inermi allo sgretolamento dei beni storici e culturali. L’idea è quella di valorizzare e monitorare il patrimonio ecclesiastico attraverso il lavoro dell’architetto, che tra i suoi compiti annovera anche quello della divulgazione della cultura. Abbiamo deciso di consegnare il documento a padre Signorello durante le celebrazioni dedicate a Santa Barbara, protettrice del nostro Ordine».

«È un omaggio all’arte e alla professionalità – ha aggiunto la presidente Reitano – ma anche un buon veicolo per i tanti giovani professionisti alle prese con le difficoltà di inserimento lavorativo che potrebbero trarne in futuro un giovamento presentando i progetti per la partecipazione a bandi europei».  

10 dicembre 2010

 

uff. stampa

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