Alle porte del 2022, in tutto il mondo ci si aspettava un periodo più semplice, post-pandemia, ma la realtà ci ha fatto capire di essere di fronte a ben altro. Il 2022 è stato un anno che sarà ricordato nei libri di economia e storia per l’invasione russa in Ucraina, che ha sconvolto un sistema economico che ancora doveva stabilizzarsi dalla pandemia.
Siamo entrati in un mondo di cambiamenti ancora più rapidi, con una polarizzazione politica e mediatica senza precedenti, forti problemi della catena di approvvigionamento, picco dell’inflazione, debito e conflitti geopolitici. Alcuni analisti sono arrivati a definire questa situazione “la nuova era del caos“.
Nel corso del 2022 il conflitto in Ucraina, l’impennata del costo della vita e questa nuova atmosfera di estrema preoccupazione generale sono state il leitmotiv di tutto lo scenario economico globale. Nell’ultimo Outlook di ottobre, il FMI ha registrato una forte frenata per l’economia americana rispetto alle attese di inizio anno, così come per quella tedesca.
La peggior crisi energetica di sempre, l’inflazione ai massimi dagli anni ’80 e il rialzo dei tassi di interesse hanno di fatto spostato al ribasso tutte le previsioni di crescita economica per tutti i Paesi.
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L’http://Mido 2023ECONOMIA ITALIANA NEL 2022
Nonostante questo clima generale va detto che l’economia italiana, dopo un primo momento in cui pareva che nella seconda metà dell’anno dovesse subire una recessione, nel corso dei mesi il sistema manifatturiero italiano ha retto il colpo continuando a crescere a un buon ritmo. Tanto da registrare la miglior produzione industriale tra le grandi economie europee dall’inizio dell’anno.
Gli scambi commerciali complessivi mondiali sono cresciuti comunque sostenuti dagli USA e dall’Eurozona. In particolare, le esportazioni italiane sono cresciute maggiormente rispetto a quelle di altri paesi europei per alcuni fattori specifici: la debolezza dell’Euro, il buon posizionamento geografico meno esposto verso Cina e paesi coinvolti nel conflitto Ucraino, la robusta domanda americana di prodotti italiani.
L’OCCHIALERIA ITALIANA NEL 2022
L’occhialeria italiana non si è sottratta a questa dinamica: grazie alla sua forte propensione internazionale ha performato in maniera brillante sui mercati internazionali, ma le tensioni inflattive e l’incertezza hanno pesato sul mercato interno e sui margini.
Sulla base degli ultimi dati a disposizione (ottobre 2021) è stato elaborato un preconsuntivo 2022 che vede una produzione dell’occhialeria italiana nel 2022 è stata di 5,17 miliardi di euro, in crescita del 24% rispetto al 2021.
Il saldo totale dei produttori è calato di circa 2 punti percentuali e si è attestato a 830 aziende a livello nazionale.
Sul fronte occupazionale la chiusura dell’anno sembra al momento essere positiva: il settore chiude sostanzialmente con 18.250 addetti, una situazione sostanzialmente stabile rispetto al 2021.
PRECONSUNTIVO ESPORTAZIONI 2022
Le esportazioni, di montature, occhiali da sole e lenti, che assorbono circa il 90% della produzione del settore, sono cresciute del 22,5% sul 2021 arrivando a circa 5 miliardi di euro (4,94 miliardi di euro).
L’export degli occhiali da sole nel 2022 ha fatto segnare una variazione tendenziale dell’28,9% attestandosi a quasi 3,4 miliardi di euro. Il 2022 ha segnato il recupero completo dell’export degli occhiali da sole che tanto era stato penalizzato in periodo pandemico.
Le esportazioni di montature hanno segnato, invece, una crescita de 9,9%, arrivando a 1,4 miliardi di euro.
Nonostante le difficoltà di reperimento delle materie prime, i tempi di consegna e i fenomeni di backshoring, una buona ripresa è stata segnata anche dalle importazioni che hanno chiuso il 2022 con un preconsuntivo di circa 1,7 miliardi di euro, +22,3% rispetto ai valori del 2021.
La bilancia commerciale dell’occhialeria italiana incrementa il suo attivo (3,3 miliardi di euro circa il saldo export-import nel 2022).
PRECONSUNTIVO ESPORTAZIONI 2022: AREE GEOGRAFICHE
Considerando i due macro-segmenti di prodotto nel loro complesso, occhiali da sole e montature, relativamente alle aree geografiche in dettaglio, possiamo osservare che:
- area di riferimento per le esportazioni dell’occhialeria resta sempre l’Europa (nel 2022 la quota di esportazioni è rimasta costante assorbendo circa il 50% di tutto l’export del settore) con una crescita tendenziale del 20% sul 2021 (+28,1% per gli occhiali da sole, +6% per le montature).
- In America la quota delle esportazioni dell’occhialeria italiana nel 2022 ha assorbito più del 36% dell’intero export del comparto. L’aumento dell’export del sole-vista è stato del 23,2% rispetto al 2021. A trainare questa crescita l’ottima performance delle esportazioni di occhiali da sole +27,9% affiancata dal +11,3% delle montature.
- L’Asia ha beneficiato della ritrovata mobilità internazionale di una parte dei paesi: la quota dell’export italiano rivolto all’area asiatica è arrivata nel 2022 al 13,1% (ma era oltre il 16% nel 2019). La variazione tendenziale dell’export è stata del +34,4% rispetto al 2021 (+24,6% l’export di montature, +38,1% quello di occhiali da sole).
- L’Africa rimane un’area che assorbe una quota di esportazioni del settore inferiore al 1,5%, ma che potrebbe rappresentare un buon potenziale al momento ancora inespresso. Nel 2022 le esportazioni complessive dell’occhialeria italiana nell’area sono rimaste sostanzialmente stabili rispetto al 2021 (+0,1%).
- In Oceania, che resta un’area marginale con una quota vicina allo 0,5%, le esportazioni italiane di occhiali da sole e montature nel 2022 sono cresciute del 22,4% in valore rispetto al 2021.
PRECONSUNTIVO ESPORTAZIONI 2022: I PAESI
Dal punto di vista dell’analisi per singoli Paesi di esportazione si può evidenziare:
- negli Stati Uniti (da sempre primo mercato di riferimento per il settore, nel 2022 con una quota superiore al 30%) l’export complessivo di montature e occhiali da sole ha registrato un +20,2% rispetto al 2021. Entrambi i comparti sono cresciuti: le esportazioni in valore delle montature sono aumentate del 7,1%, mentre quelle di occhiali da sole del 24,8% sempre sul 2021.
- In Europa l’andamento delle esportazioni italiane nei vari paesi ha performato benissimo rispetto al 2021. In Francia il preconsuntivo dell’export del comparto sole-vista nel 2022 ha registrato un +18,1% sul 2021 (+5,5% per le montature e +28% per gli occhiali da sole). In Germania complessivamente la crescita è stata del 24,5% rispetto al 2021, declinata in un +32,2% per l’export degli occhiali da sole e un +12% per le montature. Molto buono il preconsuntivo dell’export in Spagna con +31,8% in valore rispetto al 2021 (sostanzialmente stabile l’export di montature a +1,5%, in netto recupero l’export di occhiali da sole con +48,6%). Il risultato ottenuto dalle esportazioni italiane dell’occhialeria nel Regno Unito è stato quello meno brillante: complessivamente l’export ha segnato un +4,8% a valore rispetto al 2021, ma sostenuto dal +8,1% degli occhiali da sole contro una performance negativa delle esportazioni di montature a -3,5%. Sempre positivo l’andamento delle esportazioni dell’occhialeria italiana nei paesi dell’Europa del nord e dell’est: Svezia (+20,6% rispetto al 2021), Polonia (+24,1%), Croazia (+15,7%), Austria (+17,4%), Danimarca (+14,3%) e Ungheria (+31,3%).
Concludiamo con l’andamento delle esportazioni dell’occhialeria nei BRIC’s che insieme nel 2022 assorbono poco più del 6% delle esportazioni del settore (nel 2019 erano a oltre l’8%). Chiaramente a causa del conflitto le esportazioni italiane in Russia sono state fortemente penalizzate:
– Brasile +26,5% (+23,8% il sole e +30% le montature) rispetto al 2021
– Russia -47,8% (-46,3% il sole e -42,7% le montature)
– India +61,9% (+73,8% il sole e +44% le montature)
– Cina +46,7% (+54,3% il sole e +30,3% le montature).
PRECONSUNTIVO MERCATO INTERNO 2022
Un po’ come avvenuto nel corso del 2021 l’occhialeria ha mostrato due velocità, una molto sostenuta sui mercati internazionali, una con il freno tirato nel mercato interno.
I consumi, monitorati da GfK nel canale specializzato di ottica, hanno registrato una buona performance rispetto al 2021 (+6% il dato di gennaio-ottobre, ultimo disponibile); tuttavia si tratta di valori che ci portano a una proiezione a valore del 2022 di poco superiore al 2019, molto vicina insomma a quei 3 miliardi di euro che sono da molti anni il valore del mkt italiano.
Guardando a fondo il dato si vede finalmente un recupero dell’occhiale da sole che però viene controbilanciato da una poca brillantezza del comparto vista che invece aveva recuperato molto bene nel 2021 tornando ai valori precedenti. Si conferma il dato delle lenti oftalmiche che rappresentano ormai il 50% del fatturato dei punti vendita.
Anche il dato del sell-in conferma queste tendenze.
PREVISIONI 2023
Nonostante un 2022 meno negativo del previsto, le previsioni generali per il 2023 non sono buone.
Dai prossimi mesi, lo scenario previsivo sconta un rallentamento progressivo degli scambi esteri dei paesi avanzati e della crescita per una serie di elementi decisivi: gli elevati costi dell’energia, il deprezzamento dell’euro, sotto la parità rispetto al dollaro, l’inflazione record in Italia e nell’Eurozona che non sembra arretrare, i tassi di interesse in forte rialzo e un allargamento degli spread sovrani nell’Eurozona.
Per l’occhialeria italiana il tema non sembra più essere la velocità delle sue esportazioni, che probabilmente si ridurrà, ma sfruttando comunque la debolezza dell’euro sul suo mercato di sbocco principale, gli Stati Uniti, riuscirà ancora a crescere in valore (+6-8% la previsione del primo semestre 2023).
IL tema vero e centrale per l’occhialeria, così come per la maggior parte del manifatturiero italiano, è quello del rincaro dei COSTI.
I costi dell’energia, delle materie prime, dei trasporti, dei servizi, della logistica, degli imballaggi sono arrivati a un livello tale che non consentono più alle aziende di assorbirli al proprio interno. Si stima che siano più che raddoppiati in media rispetto al periodo pre-pandemico. In questo modo le aziende lavorano con margini sempre più ridotti che mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende stesse, soprattutto le piccole e medie imprese.
“Abbiamo vissuto un 2022 che ha mostrato più volti: esportazioni a due cifre, mercato interno stagnante, costi che non sembrano avere un tetto. – Afferma il Presidente di ANFAO, Giovanni Vitaloni. – Tante aziende, soprattutto le piccole, stanno facendo davvero tanta fatica nonostante ordini e commesse non manchino in questo momento. Lo sforzo per le nostre aziende è stato quello di assorbire il più possibile l’aumento dei costi proprio per evitare il ribaltamento diretto sull’ultimo anello della catena, il consumatore finale. Tuttavia, – continua Vitaloni – va detto che ormai stiamo lavorando con margini ridottissimi, in alcuni casi azzerati. Una situazione questa che speriamo possa in qualche modo rientrare nel breve, altrimenti alla lunga vorrebbe dire mettere a rischio gli investimenti stessi delle aziende, in comunicazione, formazione, ricerca, sviluppo e innovazione. E questo – conclude il Presidente di ANFAO e MIDO – sarebbe davvero un peccato proprio in un momento in cui il settore sembra essere tornato a crescere in maniera strutturale, come testimonia anche la grande partecipazione delle aziende a MIDO 2023.