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Roma, 2 ott. – Sono queste le prime parole del quindicenne al quale e’ stato impiantato un cuore artificiale permanente per la prima volta al mondo all’ospedale pediatrico Bambin Gesu’. Prime parole dette ieri mattina al telefono alla mamma, dopo l’operazione, durata dieci ore, dalle 8 fino alle 18 di giovedi’ 30 settembre. Il ragazzo ha ancora prognosi riservata per almeno una, due settimane ma le sue condizioni sono buone. L’adolescente e’ affetto da una malattia muscolare sistemica che ne impediva l’iscrizione in lista d’attesa per un trapianto di cuore. Un ragazzo molto intelligente, riferiscono i medici, e coraggioso, che era ben consapevole delle sue condizioni e che, prima dell’operazione, si e’ voluto accertare che l’equipe sapesse della sua malattia.

 

L’intervento, eseguito all’ospedale pediatrico Bambin Gesu’ di Roma dal capo equipe dottor Antonio Amodeo, e’ unico in quanto l’apparecchio, una pompa idraulica attiva elettricamente, e’ interamente collocato all’interno del torace in modo da ridurre i rischi di infezioni. L’alimentazione elettrica e’ realizzata attraverso uno spinotto collocato dietro il padiglione auricolare sinistro al quale e’ collegata la batteria che il paziente porta alla cintura. Batteria che si puo’ ricaricare durante la notte, ha detto il dottor Amodeo, come si fa con i cellulari. Il cuore artificiale permanente e intratoracico, del peso di circa 400 grammi, e’ stato impiantato per la prima volta al mondo su di un paziente di eta’ pediatrica.

 

 La scelta del Bambin Gesu’ era quindi di offrire al giovane paziente l’unica alternativa terapeutica al processo degenerativo che avrebbe portato al decesso in breve tempo. Fino ad oggi questo intervento era stato realizzato solo in pazienti adulti. La peculiarita’ della soluzione tecnologica chirurgica sta nella ridotta invasivita’ dell’apparecchio e delle modalita’ di alimentazione che ne abbattono sostanzialmente i rischi infettivi che rappresentano la prima causa di fallimento di soluzioni alternative finora sperimentate nel mondo. L’impianto del cuore artificiale e’ lungo 4 centimetri, e’ all’interno del ventricolo sinistro e collegato con l’aorta ascendente. L’apparecchio e’ simile ma piu’ piccolo di quello utilizzato all’ospedale San Camillo alcuni mesi fa: in quel caso infatti fu innestato come “ponte” cioe’ in attesa di un trapianto. Senza questo intervento le speranze di vita del quindicenne erano risicate. Ora le sue aspettative di vita, sostengono i medici, sono di 20-25 anni. Il ragazzo gia’ da diversi mesi era costretto su una sedia a rotelle, anche a causa del suo difetto cardiaco. I medici sperano che dopo il trapianto possa rimettersi in piedi.

 

L’intervento realizzato al Bambin Gesu’, punto di riferimento a livello internazionale per la ricerca e la cura di bambini e ragazzi, spalanca nuove prospettive terapeutiche e di speranza di vita per tutti quei pazienti con patologie cardiache per le quali e’ fino a oggi essenziale un trapianto e per quei soggetti – e’ il caso del quindicenne impiantato – non candidabili per ragioni cliniche a poter ricevere un cuore da un donatore. L’intervento operatorio di giovedi’ e’ “un traguardo storico“, ha detto Giuseppe Profiti, presidente dell’Ospedale Bambin Gesu’. “E’ solo una tappa pero’ di un percorso che ha come scopo quello di far diventare di routine questi tipi di interventi“. “E’ il frutto di quattro anni di studio – ha aggiunto invece il dottor Antonio Amodeo, capo equipe dell’intervento – in futuro si sviluppera’ ancora di piu’ la miniaturizzazione degli impianti. Dal prossimo anno si arrivera’ a un dispositivo ancora piu’ piccolo, due centimetri di lunghezza e dal peso di 90 grammi” per i neonati. Sono 44 in Italia le persone che hanno un cuore artificiale permanente, 4 donne e 40 uomini.

 
 
fonte:agisalute

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