CICHORIUM INTYBUS cicoria selvatica

Quest’erba comune dai vivaci fiori di colore celeste-indaco era utilizzata fin dall’antichità dagli Egizi, dai Greci e dai Romani per via delle sue proprietà benefiche.
Rudolf Steiner ci sorprende quando ci dice che “il profumo dei fiori dipende dal sistema planetario mentre il colore della pianta viene modellato dal Sole; la pianta riceve dai pianeti il suo profumo, e dal Sole e dalla Luna i suoi colori. Che i colori dipendano dal sole e dalla luna, lo si può verificare prendendo una pianta che abbia delle bellissime foglie verdi e mettendole al buio; le foglie non solo impallidiscono, ma addirittura diventano quasi bianche del tutto scolorate, perché non vengono illuminate più dal Sole” (00 354 Erden-Leben und Sternen-Wirken).

Anche se oggi questo alimento è messo in secondo piano, in passato era molto più utilizzato: un tempo esistevano infatti i cicurari (e le cicurare) che raccoglievano le cicorie selvatiche e altre specie spontanee nei terreni incolti per poi venderle casa per casa. Ad oggi, ad eccezione di ristrette aree della Puglia e del Lazio, sono scomparsi questi raccoglitori, ma a ricordarli nella loro miseria, è rimasta una bella fiaba calabrese raccolta e trascritta da Italo Calvino: “Le tre raccoglitrici di cicoria”.

PROPRIETÁ
La cicoria viene utilizzata dall’industria farmaceutica che ne sfrutta le particolari proprietà curative. Nelle radici sono presenti delle sostanze amare (acido cicorico), ma anche zuccheri (contiene tre tipi di zucchero: destrosio, levulosio e Pentosipentoso), colina, inulina, calcio e ferro. Sono inoltre presenti acido dicaffeiltartarico e altri derivati dell’acido caffeico. In generale stimola le funzioni, tramite depurazione e disintossicamento, dell’intestino, del fegato e dei reni grazie alle sostanze presenti nelle radici che hanno tra l’altro proprietà digestive, ipoglicemizzanti, lassative (ha proprietà purgative), colagoghe (facilita la secrezione biliare verso l’intestino) e cardiotonica (regola la frequenza cardiaca). La polpa della radice può essere utile per alcune infiammazioni (proprietà antiflogistica).

 

IN CUCINA
Le foglie cotte di cicoria si usano in numerose ricette della cucina regionale. Vengono preparate in umido, in brodo, in teglia, in padella, gratinate, a zuppa, al forno, in frittate, purè, timballi; come ingrediente per polpette, crepe, ravioli e torte salate. La radice si usa bollita o arrostita e ha sapore di caramello, quando si coglie tenera si mangia cruda in insalata. Le radici vengono anche utilizzate nel Nord Europa come sostituto del caffè.
I fiori crudi hanno un sapore piuttosto amaro e si usano più che altro per decorare le insalate. Quando sono ancora allo stato di boccioli si usano per preparare sottaceti.

 

ALTRI USI
Il fiore di cicoria è utilizzato anche per la preparazione del rimedio Cicory dei Fiori di Bach. I fiori inoltre contengono degli acceleratori dell’attività batterica utili nella fermentazione dei “compost”. La radice viene usata anche nella produzione della birra: alcuni produttori la usano torrefatta per migliorare il sapore delle loro birre. Dalle radici viene ricavato del biocarburante in quanto l’amido inulina facilmente può essere convertito in alcol. Nell’industria dell’allevamento spesso nel foraggio vengono immesse delle quantità di cicoria in quanto si è riscontrata una sua capacità di eliminare i parassiti interni degli animali.

 

Controindicazioni
Se ne sconsiglia l’uso in caso di gastrite o di ulcera peptica, e in gravidanza:
consultare sempre il medico e/o il farmacista sul suo corretto utilizzo.

Dott Andrea Pitrelli

Dr. Andrea Pitrelli
Farmacista antroposofo
Farmacia Duomo – Milano
duomo@cofa.it
www.cofa.it

 

 

Tratto da “Erbario Magico”
24orenews.it Magazine
Gennaio-Febbraio 2022
COVER 24orenews.it Magazine GenFeb 2022

 

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