Tumore della vescica -ph by Tima Miroshnichenko pexels

Tumore alla vescica: “scoperto un nuovo meccanismo molecolare, la proteina NUMB è l’interruttore per la diagnosi nelle forme più aggressive”.

Uno studio dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e dell’Università degli Studi di Milano, pubblicato su Nature Communications, ha compiuto un importante passo avanti nella ricerca sui tumori alla vescica. I ricercatori hanno scoperto un nuovo meccanismo molecolare che guida l’aggressività del tumore alla vescica, mettendo in luce il ruolo critico della proteina NUMB. Questa proteina, normalmente presente nei tessuti sani della vescica, viene persa in oltre il 40% dei tumori della vescica. Ciò causa un aumento significativo della capacità proliferativa e invasiva delle cellule tumorali.

Tumore alla vescica: la scoperta della proteina NUMB

La perdita di NUMB attiva una cascata di segnali molecolari che coinvolgono il fattore di trascrizione YAP, un oncogene noto per il suo ruolo nel promuovere la crescita tumorale. Questa scoperta ha cambiato la prospettiva sul tumore alla vescica, dimostrando che i tumori superficiali (non-muscolo-invasivi) e quelli profondi (muscolo-invasivi) rappresentano stadi di un unico processo patologico piuttosto che due malattie distinte.

NUMB agisce come un “interruttore molecolare”, il cui spegnimento accelera la progressione tumorale. La sua assenza rappresenta un biomarcatore fondamentale per identificare i pazienti a rischio di evoluzione verso forme più aggressive della malattia.

Implicazioni terapeutiche

Grazie a questa scoperta, è possibile individuare terapie mirate che bloccano il circuito molecolare attivato dalla perdita di NUMB. I ricercatori hanno dimostrato che farmaci già utilizzati in altre patologie possono ridurre l’aggressività dei tumori vescicali privi di NUMB. Ciò apre la strada a trattamenti innovativi. Questo potrebbe evitare interventi radicali, come la cistectomia totale, per alcuni pazienti a basso rischio. Invece per quelli ad alto rischio si potrebbero sviluppare terapie più efficaci e meno invasive.

Dati epidemiologici e clinici

Nel 2023, in Italia, si sono registrati circa 29.700 nuovi casi di tumore alla vescica, rendendolo il quinto tumore più comune. La maggior parte dei tumori diagnosticati inizialmente sono superficiali e caratterizzati da una prognosi favorevole, ma il 20-30% di essi evolve in tumori muscolo-invasivi, che presentano un decorso clinico sfavorevole.
Questa scoperta rivoluziona l’approccio clinico, consentendo di identificare con precisione i pazienti che potrebbero beneficiare di trattamenti personalizzati. La nuova firma molecolare sviluppata dai ricercatori è stata brevettata e sarà presto testata in studi clinici per verificarne l’efficacia come strumento diagnostico e terapeutico.

Un successo per la ricerca italiana

La collaborazione tra IEO, Università degli Studi di Milano e Fondazione AIRC ha reso possibile questo risultato, sottolineando l’importanza della sinergia tra ricerca di base e clinica. Milano si conferma un polo d’eccellenza nella ricerca biomedica, con ricadute significative sulla qualità della vita dei pazienti affetti da tumore alla vescica.
Per maggiori dettagli, è possibile consultare lo studio completo su Nature Communications.

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