Sindrome da stanchezza cronica fibromialgia -Fibromyalgia and chronic fatigue

Riconoscerne i sintomi della sindrome da stanchezza cronica e fibromialgia, per saperle distinguere.

Affaticamento, dolori, pesantezza… Sintomi generici che in molti tendono ad associare tanto alla sindrome da stanchezza cronica quanto alla fibromialgia, come se si trattasse dello stesso disturbo. In realtà, si configurano come due patologie differenti, ognuna caratterizzata da peculiarità che, se analizzate con minuzia, ci permettono di distinguerle.

Sindrome da fatica cronica o encefalomielite

La sindrome da stanchezza cronica, conosciuta anche come sindrome da fatica cronica o encefalomielite mialgica, è caratterizzata da senso di fatica costante, difficilmente mitigabile. Risulta complesso scendere nei dettagli e capirne fino in fondo le motivazioni alla base, giacché la spossatezza riscontrata non si attenua col riposo, e sembra non dipendere da eventuale attività fisica ad alta intensità, o da ulteriori problemi di salute.
La sindrome in questione può colpire chiunque, soprattutto le donne di età compresa tra i 40 e i 50 anni. Non sono esenti i bambini, tra i 13 e i 15 anni. Tra i sintomi più comuni, anche deficit di memoria e concentrazione, dolori muscolari e articolari, mal di gola e mal di testa frequenti, linfonodi ingrossati sul collo e sulle ascelle, sonno disturbato.
E se la sensazione di fatica si fa più opprimente tanto da impedire anche lo svolgimento delle semplici mansioni giornaliere (alzarsi dal letto, andare al lavoro), possono subentrare depressione e conseguente isolamento dal contesto sociale.

Fibromialgia - Fibromyalgia

La fibromialgia, invece, è una malattia reumatica che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico, provocando dolore cronico e diffuso a tendini e legamenti. Non solo. È possibile avvertire irrigidimento muscolare, nonché tensione delle diverse sedi dell’apparato locomotore. Nei casi più estremi, oltre a iperalgesia (risposta aumentata agli stimoli, in grado di provocare sensazioni dolorose), si rilevano astenia (affaticamento cronico e stanchezza debilitante), disturbi dell’umore e sindrome del colon irritabile. Sono sintomi che possono presentarsi contemporaneamente, e che in parte mostrano tratti in comune con la encefalomielite mialgica, soprattutto a livello comportamentale, come ansia e stress.

Le possibili cause della sindrome da stanchezza cronica e fibromialgia

Svariati fattori concorrono alla patogenesi della fibromialgia. In primis, cause genetiche e di ereditarietà: se più membri della stessa famiglia si ammalano ravvisando gli stessi disturbi, è probabile che alla base ci sia una mutazione genetica.
Se poi si soffre di malattie reumatiche autoimmuni come artrite reumatoide, spondilite anchilosante e lupus, si è più predisposti alla fibromialgia. Questa può insorgere anche come conseguenza di una malattia infettiva virale con febbre, o nella fase post incidente o intervento chirurgico. Per non parlare dei traumi psicologici, che fungono da “grilletto”, tanto quanto i traumi fisici. Cause, comunque, ancora sotto esame.

Anche per ciò che concerne la sindrome da stanchezza cronica, gli scienziati stanno studiando al fine di accertarne i motivi determinanti. Così come la fibromialgia, anche l’encefalomielite mialgica può dipendere da infezioni di tipo virale; difetti del sistema immunitario; sbilanciamenti ormonali; problemi di natura psicologica.

Trattamento

Pertanto, se soffrite di sindrome da stanchezza cronica, evitate situazioni particolarmente stressanti, bevande alcoliche e caffè. Non esagerate con zuccheri e dolcificanti artificiali. State lontani da cibi o bevande verso cui siete intolleranti.
Piuttosto, mangiate leggero durante la giornata e cercate di ritagliarvi del tempo per rilassare mente e corpo. Andate a letto sempre alla stessa ora, ed evitate eventuali pisolini pomeridiani. A uno stile di vita più salutare, potreste anche associare eventuali integratori a base di:

  • Vitamine del gruppo B, incisive nel processo di produzione energetica, nel metabolismo delle proteine, nella formazione dei globuli rossi e nella corretta funzionalità del sistema nervoso centrale. Nello specifico, la B12 è un’alleata per quanti soffrono di fatica cronica, poiché migliora la memoria, l’umore, e allevia la debolezza degli arti inferiori.
  • Cordyceps sinensis, che rafforza le ghiandole surrenali. Ricostituente naturale, combatte lo stress e aumenta la resistenza del sistema immunitario.
  • Magnesio, fondamentale per il benessere del nostro organismo. Partecipa a oltre 300 funzioni metaboliche, e, in particolare, incrementa il livello di energia.

Quest’ultimo è un toccasana anche per chi soffre di fibromialgia, così come:

  • la griffonia, antidepressivo naturale, precursore della serotonina, che interviene sugli stati dell’umore e del sonno influendo sulla produzione di melatonina e mettendo un freno all’appetito;
  • la boswellia, resina ricca di principi attivi antinfiammatori, priva di effetti collaterali, e assumibile anche per lunghi periodi. Spesso in commercio insieme alla curcuma, di grande effetto antianalgesico e antiflogistico.

Esistono, poi, integratori per la fibromialgia a base di Pea, acido alfa lipoico, carnitina e altre sostanze naturali, in grado di ristabilire la funzione cellulare promuovendo l’efficienza mitocondriale e di conseguenza favorendo la prestazione energetica nei soggetti affetti da encefalomielite mialgica e fibromialgici. Questo perché le sostanze sopracitate fungono da modulatori biologici che regolano l’eccessiva funzione dei mastociti, frazioni cellulari del sistema immunitario coinvolte nella neuroinfiammazione e nel mantenimento del dolore cronico (Pea); riducono il dolore muscolo-scheletrico (acido alfa lipoico); interagiscono con i meccanismi responsabili della percezione del dolore (carnitina).

È consigliabile, inoltre, svolgere costantemente esercizi di stretching e aerobici, capaci di ottimizzare l’elasticità muscolare, distendere le parti dolenti, allenare il sistema cardiocircolatorio. Dedicare anche poche ore alla settimana a pratiche del genere non può far altro che scongiurare il rischio di peggioramenti fisiologici.

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