Il cuore delle donne in Lombardia

Il cuore delle donne in Lombardia un appello per la  bassa consapevolezza sulla salute 

Uno studio coordinato dall’IRCCS Policlinico San Donato di Milano ha evidenziato una grave carenza di consapevolezza sulla salute del cuore tra le donne lombarde. I risultati dell’indagine “A Call for Women”, appena pubblicata sullo European Journal of Preventive Cardiology, sottolineano l’urgenza di campagne di prevenzione cardiovascolare personalizzate.

Consapevolezza sulla salute cardiovascolare: i dati allarmanti

Lo studio ha coinvolto oltre 3.500 donne con età media di 48 anni. I dati parlano chiaro: più del 64% delle partecipanti non è consapevole che le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte femminile, superando anche i tumori. Una disinformazione pericolosa che necessita di interventi mirati.

Le abitudini analizzate mostrano una scarsa propensione all’attività fisica, diete poco salutari ma un basso consumo di tabacco e alcol. L’indagine ha utilizzato una metodologia di cluster analysis per suddividere le partecipanti in tre gruppi con caratteristiche socio-sanitarie diverse.

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1. Donne over 50, più consapevoli ma a rischio

Il primo cluster, età media 53 anni, si distingue per un buon livello di istruzione e una discreta attività fisica. Tuttavia, molte presentano patologie come ipertensione e ipercolesterolemia. La loro consapevolezza del rischio cardiovascolare è comunque superiore alla media (38%).

2. Donne in menopausa: alta incidenza di malattie croniche

Il secondo gruppo, età media 62 anni, presenta un livello di istruzione più basso e un maggiore carico di malattie croniche. Queste donne si affidano prevalentemente al medico di famiglia per ricevere informazioni sanitarie (36,1%).

3. Giovani donne: alta istruzione, bassi livelli di prevenzione

Il terzo cluster, con età media di 38 anni, rappresenta le donne con il miglior stato di salute generale. Tuttavia, sono anche quelle con i comportamenti più a rischio: quasi il 20% fuma e circa il 30% non pratica attività fisica. Solo il 33,2% di loro è consapevole dei rischi cardiovascolari.

Prevenzione cardiovascolare: serve un approccio personalizzato

La ricerca conclude che l’approccio unico non funziona più. È fondamentale progettare interventi su misura, modulati in base all’età, al contesto socioeconomico e allo stato clinico delle donne.

«La prevenzione femminile deve essere personalizzata – afferma la dottoressa Serenella Castelvecchio, responsabile del Programma di Prevenzione Cardiovascolare e Medicina di Genere dell’IRCCS Policlinico San Donato –. Non possiamo più trattare le donne come un gruppo omogeneo».

Le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte a livello mondiale, soprattutto tra le donne: in Italia, rappresentano il 37,7% dei decessi femminili (ISTAT, 2024).

Lo studio offre spunti concreti per tutta l’Italia: education, empowerment e awareness devono essere al centro delle nuove strategie di prevenzione cardiovascolare. È tempo di ascoltare davvero i bisogni delle donne e costruire campagne di sensibilizzazione basate su dati reali e segmentazioni efficaci.

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