Fabrizio Bertot – Deputato del Parlamento Europeo – Membro del gruppo parlamentare PPE (Partito Popolare Europeo)
Presentati a Milano i risultati del sondaggio su Lombardia, Piemonte e Liguria
ITALIANI E MATRIMONIO:
3 CITTADINI SU 4 SI RITENGONO NON INFORMATI
SU DIRITTI E AGEVOLAZIONI DA SPOSATI
Dopo l’interrogazione parlamentare l’ On. Fabrizio Bertot propone il “codice fiscale unificato” per detrarre badante e idraulico, esigenza per oltre il 97% degli intervistati
Milano, 14 marzo 2014 – Gli Italiani non conoscono i propri diritti da sposati (74%) e non si ritengono nemmeno informati da parte dello Stato sulla tutela del proprio patrimonio famigliare, una volta convolati a nozze (61%). Questo il quadro che emerge da un sondaggio condotto in Lombardia, Piemonte e Liguria sugli Italiani e il matrimonio e su quanto conoscono riguardo alle agevolazioni destinate alle famiglie. La ricerca su un campione di 1.000 persone è stata commissionata dall’europarlamentare Fabrizio Bertot alla società Europea Editoriale. Un dato particolarmente radicalizzato a Genova e nella sua provincia, dove i “sì” si fermano al 9%, mentre Milano fa eccezione con un 29% che sta quasi a dimostrare la particolarità del tessuto socio-economico della capitale finanziaria del Paese. Torino e la sua provincia si pongono così nel mezzo del Triangolo industriale, con un 15% di sì e un 77% di risposte negative comunque assimilabile all’82% registrato a Genova. Centrale è valutato il ruolo della comunicazione. E anche sulla conoscenza dei “doveri” che la famiglia deve riconoscere alla società, i risultati confermano una sostanziale disinformazione. Il 65% degli intervistati non li sa. Se interrogati sulla pressione fiscale della famiglia, tutti gli intervistati la ritengono eccessiva (74%) e credono (61%) che tutele e sgravi non siano sufficienti. Alla domanda “crede che servano nuovi strumenti per una fiscalità più equa nei confronti della famiglia?” 3 intervistati su 4 (74%) ritengono che occorra una riforma. E si assiste ad un consenso plebiscitario (97%) quando si parla di poter detrarre le spese sostenute dalle famiglie per la casa, il sostentamento e l’istruzione dei figli e l’assistenza per gli anziani. Proprio in questa direzione è stata posta la domanda al campione degli intervistati se giudica positivamente l’introduzione di un codice fiscale per permettere alle famiglie di essere identificate come soggetto fiscale unitario e beneficiare quindi di una specifica agevolazione. Il 61% degli intervistati è favorevole. “Una vera politica familiare deve considerare la famiglia come soggetto unitario fiscale – commenta Fabrizio Bertot – assoggettando ad una stessa tassazione il reddito dell’intero nucleo indipendentemente dalla sua distribuzione tra i membri componenti. Il nostro sistema fiscale, riconoscendo il singolo individuo come unico soggetto fiscale, penalizza di molto le famiglie monoreddito rispetto a quelle bi-reddito. Non è possibile che a parità di reddito percepito da una famiglia quella che lo raggiunge attraverso un solo componente sia di gran lunga più tassata rispetto ad una famiglia analoga che percepisce lo stesso reddito attraverso entrambi i coniugi. La negazione del sistema famiglia come soggetto fiscale unitario provoca disparità ingiuste e allontana di molto il sistema fiscale italiano dagli altri” .
Gli italiani e la famiglia Indagine demoscopica sui Comuni di Torino, Genova e Milano
e sui principali centri del loro territorio
Sondaggio
effettuato attraverso mille questionari telefonici
e condotto da Europea Editoriale Srl su committenza dell’on. Fabrizio Bertot
Introduzione : Cosa pensano gli italiani della normativa attualmente vigente in tema di famiglia? Lo Stato fa abbastanza per tutelare il nucleo fondante della nostra società? E servono nuovi strumenti per sostenerle in un momento economicamente difficile come quello che stiamo attraversando? L’onorevole Fabrizio Bertot, parlamentare europeo del Ppe, lo ha chiesto direttamente ai suoi cittadini attraverso un sondaggio telefonico commissionato ad Europea Editoriale Srl. Il metodo d’indagine ha previsto mille questionari non automatici, condotti da operatori professionali tra le 12 e le 14 e tra le 19 e le 21, raccolti nelle città di Torino, Genova e Milano, oltreché nei principali centri delle loro province. Il 21% del campione demoscopico complessivo ha preferito non rispondere ai sette quesiti oggetto del sondaggio. I pareri validi ai fini del trial statistico sono quindi stati 790. L’indagine
Quesito 1. Lei ritiene eccessiva la pressione fiscale esercitata dallo Stato sulle famiglie?
Torino e provincia Sì-62% No- 8% Non so -31%
Genova e provincia Sì-100% No-0% Non so-0%
Milano e provincia Sì -57% No- 0% Non so -43%
Totale: Sì-74% No-3% Non so-23%
Analisi: Le famiglie italiane considerano eccessiva la pressione fiscale che lo Stato esercita attualmente nei loro confronti. O almeno sospendo in giudizio in merito, preferendo non esprimersi a riguardo forse temendo che il sondaggio di fatto nasconda un accertamento ai fini tributari da parte di Fisco e Agenzia delle Entrate. Di certo, il campione demoscopico che ha dimostrato meno tentennamenti a riguardo è quello della città di Genova e dei comuni del suo territorio: il 100% degli intervistati, infatti, si è espresso contro la politica fiscale attualmente adottata dallo Stato nei confronti delle famiglie. Meno radicale la reazione del campione demoscopico di Torino e della sua provincia, dove tuttavia emerge un dato sorprendente: l’8% degli intervistati, infatti, ritiene equa la pressione fiscale. Questo a fronte di un 57% che la giudica eccessiva e di un non trascurabile 43% che invece preferisce sospendere il proprio giudizio. Percentuale che a Milano scende al 23%, con un delta di 20 punti percentuali, mentre i giudizi negativi nei confronti della nostra politica tributaria salgono al 74%. Di converso, nel capoluogo lombardo nessuno si è sentito di promuovere la tassazione nei confronti delle famiglie.
Quesito 2. Si ritiene sufficientemente informato dallo Stato Italiano sui diritti e sulle agevolazioni delle quali potrebbero beneficiare le famiglie?
Torino e provincia : Sì -23% No-62% Non so-15%
Genova e provincia: Si-36% No-55% Non so-9%
Milano e provincia: Sì-14% No-71% Non so-14%
Totale: Sì-26% No- 61% Non so-13%
Analisi: Se la politica tributaria italiana ha ingenerato una diffusa convinzione che la pressione fiscale esercitata sulle famiglie sia eccessiva, soltanto un intervistato su quattro (il 26% del totale) si ritiene sufficientemente informato su i suoi diritti e sulle agevolazioni di cui può beneficiare. Un dato che da solo basta a bocciare senza dubbi l’efficacia delle campagne di comunicazione fin qui condotte da parte dello Stato e delle sue Istituzioni. In ogni caso, la maggioranza assoluta del campione demoscopico (il 61%) crede che tutele e sgravi non siano sufficiente a favorire la famiglia come nucleo fondante della società. Un parere particolarmente diffuso a Milano e nella sua provincia, dove i giudizi negativi raggiungono il 71%, a fronte di un 14% di pareri positivi e di un altro 14% che sospende il proprio giudizio. Al secondo posto, Torino e provincia dove i “no” scendono al 62%, un solo punto percentuale rispetto alla media generale ma ben sette punti oltre il dato di Genova, dove per altro più di un intervistato su tre (il 36%) afferma di possedere gli strumenti necessari per tutelarsi di fronte al Fisco.
Quesito 3. Lei conosce i diritti specifici della famiglia che permette di tutelare il patrimonio dell’intero nucleo famigliare?
Torino e provincia: Sì- 15% No-77% Non so-8%
Genova e provincia: Sì- 9% No-82% Non so-9%
Milano e provincia: Sì -29% No-57% Non so-14%
Totale: Sì-16% No-74% Non so -10%
Analisi: Un cittadino che non viene informato è anche un cittadino che non conosce i propri diritti. E questo assunto si concretizza nell’analisi del quesito numero 3. Se infatti solo un intervistato su quattro si riteneva sufficientemente informato sul tema della fiscalità famigliare, due terzi del campione demoscopico (il 74% del totale) ammette di non conoscere i diritti specifici della famiglia che ne permettono di tutelarne il patrimonio. E dunque si dichiara inerme di fronte al Fisco. Anzi, la percentuale di chi si dice in possesso delle informazioni e degli strumenti per garantire i beni in carico al proprio nucleo famigliare si riduce di altri dieci punti percentuali fino a scendere al 16% del totale. Un dato particolarmente radicalizzato a Genova e nella sua provincia, dove i “sì” si fermano al 9%, mentre Milano fa eccezione con un 29% che sta quasi a dimostrare la particolarità del tessuto socio-economico della capitale finanziaria del Paese. Torino e la sua provincia di pongono così nel mezzo del Triangolo industriale, con un 15% di sì e un 77% di risposte negative comunque assimilabile all’82% registrato a Genova.
Quesito 4. Lei ritiene che le famiglie siano sufficientemente informate sui diritti e sui doveri del proprio nucleo famigliare rispetto alla società in cui viviamo?
Torino e provincia: Sì-15% No-62% Non so-23%
Genova e provincia: Sì-36% No-55% Non so-9%
Milano e provincia: Sì -14% No-86% Non so-0%
Totale: Sì-23% No-65% Non so-13%
Analisi: Il quesito 4, che rispetto a quello precedente allarga il proprio campo d’indagine anche alla sfera dei “doveri” che la famiglia deve riconoscere alla società, conferma la sostanziale disinformazione ingenerata da campagne di comunicazione palesemente inefficaci. E forse mette anche l’accento sulle carenze di una formazione scolastica che non cura più i tempi che un tempo componevano la didattica di insegnamento dell’educazione civica. Milano e la sua provincia rappresentano la realtà dal quadro più netto: l’86% si dichiara infatti non informato a fronte di un 14% che invece ritiene di avere sufficienti strumenti di conoscenza. Nessuno degli intervistati ha però sospeso il proprio giudizio, cosa che è invece accaduta nel 23% dei casi a Torino e provincia, mentre a Genova il dato si ferma al 9%. Piuttosto è il “partito” dei non informati ad ottenere ovunque una maggioranza assoluta, che dall’86% di Milano si riduce al 62% di Torino e al 55% di Genova, che così diventa anche la realtà che vanta la più alta percentuale di “sì”, con un 36% che stacca di ben 13% la media generale del trial demoscopico.
Quesito 5. Lei crede che servano nuovi strumenti fiscali per riconoscere alla famiglia unita nel matrimonio, come nucleo fondante della società, maggiori tutele, garantendo una fiscalità più equa?
Torino e provincia: Sì-77% No-8% Non so-15%
Genova e provincia: Sì-73% No-0% Non so-27%
Milano e provincia: Sì-71% No-0% Non so-29%
Totale : Sì-74% No-3% Non so- 23%
Analisi: La convinzione che l’attuale tassazione sia eccessivamente onerosa nei confronti delle famiglie si ribadisce nella necessità di nuovi strumenti normativi a tutela dei nuclei uniti nel vincolo del matrimonio. Tre intervistati su quattro (il 74%) credono infatti che occorra una riforma nella direzione di una fiscalità più equa. Una richiesta che viene controbilanciata non tanto da coloro che pensano che l’attuale normativa sia giusta – – i “no“ infatti si fermano a un quasi trascurabile 3% – quando da una sospensione del giudizio, scelta dal 23% dell’intero campino demoscopico. La realtà di Torino e della sua provincia risulta così quella con il risultato più netto, dove i “non so” si fermano al 15% a fronte di un 77% che richiede un cambio di passo. Al secondo posto Genova, dove nessuno degli intervistati si dice soddisfatto dello status quo. Dinamica apprezzata anche a Milano e Provincia, dove aumentano seppur di poco i “non so”, che così raggiungono il 29%.
Quesito 6. Lei sarebbe favorevole all’introduzione del codice fiscale unificato per permettere alle famiglie di essere identificate come un soggetto fiscale unitario e quindi beneficiare di una specifica agevolazione quale quella di essere tassati sulla base del reale bilancio famigliare?
Torino e provincia : Sì-54% No-31% Non so-15%
Genova e provincia: Sì-64% No-18% Non so-18%
Milano e provincia: Sì-71% No-14% Non so-14%
Totale: Sì- 61% No- 23% Non so-16%
Analisi: Al quesito che propone uno strumento innovativo come il “codice fiscale unificato”, il campione demoscopico risponde con un “sì” che pur raggiungendo ovunque una maggioranza assoluta non replica i risultati quasi plebiscitari dei quesiti precedenti. Coloro che infatti si dicono favorevoli alla sua introduzione raggiungono il 61% delle risposte complessive, mentre i “no” rappresentano poco meno di un quarto degli intervistati, con il 23%. Il 16% medio dei “non so” potrebbe invece dimostrare che il quesito, non entrando puntualmente nel merito, non consente una consapevole e serena opinione in materia. Il quadro più eterogeneo lo offre così la città di Torino, dove i “sì” superano di poco la soglia della maggioranza assoluta – il 54% – e i “no“ convincono quasi un terzo del campione con il 31% dei pareri. Più netta, invece, la situazione di Milano, che ancora una volta si dimostra più sensibili all’innovazione e ai temi più squisitamente economici: i consensi raggiungono il 71%, le altre due risposte si spartiscono un 14%.
Quesito 7. Lei ritiene quindi equo che una famiglia possa detrarre le spese sostenute per la casa, il sostentamento e l’istruzione dei figli e per l’assistenza anziani?
Torino e provincia: Sì- 92% No-8% Non so- 0%
Genova e provincia: Sì- 100% No-0% Non so- 0%
Milano e provincia: Sì- 100% No-0% Non so-0%
Totale : Sì-97% No-3% Non so-0%
Analisi: Un risultato realmente plebiscitario si torna ad avere quando il campo d’indagine si sposta sulla possibilità di detrarre le spese sostenute dalle famiglie per la casa, il sostentamento e l’istruzione dei figli e l’assistenza agli anziani. Due campioni demoscopici su tre – Milano e Genova – hanno risposto all’unanimità attribuendo il 100% delle risposte alla necessità di garantire alle famiglie la possibilità di documentare al fisco l’importo delle proprie spese strutturali. Percentuale che a Torino raggiunge comunque un entusiasta 92% solo parzialmente controbilanciato da un 8% che invece non crede alla necessità di introdurre ulteriori elementi di novità nel rapporto tra l’Erario e le famiglie italiane.
Conclusioni: Le famiglie italiane dissentono pesantemente dalle politiche fiscali che lo Stato ha adottato ed adotta nei loro confronti, criticano la scarsa informazione da parte dell’Erario e delle altre istituzioni sui diritti e sulle agevolazioni di cui potrebbero beneficiare, ritengono che servano nuovi strumenti fiscali per riconoscere alla famiglia unita nel matrimonio maggiori tutele e tassazione più equa e sono per la maggioranza favorevoli alla creazione di nuovi istituti normativi. Di certo la famiglia era e rimane uno degli argomenti che ancora oggi muovono l’interesse dell’opinione pubblica, che si approccia dimostrando pochi tentennamenti e idee alquanto radicalizzate. L’ultimo quesito, che entra direttamente nel merito delle detrazioni fiscali, ribadendo l’importanza delle spese sostenute per casa, figli e anziani, ottiene praticamente il 100%. Opinione nettissima che va a ribadire le risposte già raccolte con la prima domanda, quando si andava a chiedere se la pressione fiscale esercita dallo Stato sulle famiglie fosse ritenuta eccessiva. E in questa forbice che si snoda il campo delle opinioni la cui analisi porta sostanzialmente a rilevare come manchi, o sia comunque carente, l’informazione da parte dello Stato verso il vero cardine fondante della nostra società.
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Marco Mussini – Assistente parlamentare On. Fabrizio Bertot Gruppo Ppe – Delegazione Forza Italia |