Il M° Alex Schiavi con orgoglio presenta al pubblico italiano questo grande progetto di arte minimalista dedicata ai Favolosi BEATLES!
THE BEATLES: WHITE ALBUM!!!
L’artista Americano Rutherford Chang realizza una esposizione in New York (ed ora anche nella città dei Beatles, Liverpool) assolutamente minimalista ed unica nel suo genere:
— Esposizione di 1.000 (mille) copie del doppio album dei Beatles, conosciuto universalmente come il Disco Bianco, dato che la copertina era tutta bianca e con la sola scritta “The Beatles” in rilievo.
Per quanto è dato sapere, e il maestro Alex Schiavi ne è quasi certo al cento per cento, mai nessun artista ha avuto questo immenso onore di ricevere simile omaggio.
I BEATLES, sia pure scioltisi nel lontano 1970, ancora rompono records inusitati, non solo records musicali.
I BEATLES sono eterni?
No, ma sono immensi e con il passare degli anni, ed anche dei decenni, attraggono sempre più fans!
IL M° Alex Schiavi, che vide i Beatles a Milano il 24 giugno 1965, è orgoglioso di divulgare questo interessantissimo progetto culturale di questo giovane artista americano: il coraggio non gli mana, ha comperato 1000 copie dell’Album Bianco ed altre ne vuole comperare!
ALEX SCHIAVI per i BEATLES.
(Alex Schiavi da vita al progetto 2015 Anno Beatlesiano Italiano e cerca finanziatori e benefattori per eventi e spettacoli dedicati ai BEATLES, ricorrendo il cinquantennale della loro unica tourne italiana. Benefattori siete ben accetti!).
Milano, 5 settembre 2014.
We Buy White Albums – Exhibition
That New York art installation/exhibition that features multiple copies of The Beatles(a.k.a. The White Album) we wrote about last year has now transferred across the Atlantic to the UK – to the city of Liverpool no less.
“We Buy White Albums” is now on show (until September 14) at the FACT space in Fleet Street, Liverpool. It’s the world’s largest collection of first-edition copies of The Beatles’ White Album. Artist Rutherford Chang has collected over 1000 copies of the double album on vinyl. The exhibition presents the records and, as you can see below, allows visitors to examine up close the decades of wear-and-tear, marks, doodles and damage that have affected the album’s minimalist cover: