Capodanno usi e tradizioni | New Year's Day

Lo dice il nome: è il Capo dell’Anno, l’inizio dell’anno. Capodanno, il primo giorno dell’anno, è ricco di usi e tradizioni in tutto il mondo. Per quella parte di mondo che segue il calendario gregoriano Capodanno è il primo giorno di gennaio.

Per chi segue invece ancora il calendario giuliano, per esempio le chiese ortodosse, la data è quella del 14 gennaio, ma vale solo per questioni religiose. É stato Giulio Cesare, introducendo il calendario, nel 46 a.C., a fissare la data al primo giorno di gennaio. Prima era stato fatto iniziare l’anno il primo di marzo.

Pare ci fosse anche una necessità più antica nella scelta della data. Si doveva dare in fretta incarico al console Quinto Fulvio Nobiliore, già eletto a dicembre, per mandarlo a sedare una rivolta in Spagna nel 153 a.C.
La sua nomina arrivò dunque in anticipo di tre mesi e mezzo rispetto all’abituale 15 marzo. La festa romana corrispondente è quella del dio Giano, bifronte, guarda un anno e l’altro.
Dal suo nome viene quello del mese di gennaio. L’adozione del 1° gennaio come obbligatorio primo giorno dell’anno è del 1691 con papa Innocenzo XII che stabilì in questo giorno la festa della circoncisione di Gesù. Prima ognuno aveva fatto un po’ a modo suo.

Capodanno 2023 Villa d'Este

Capodanno: usi e tradizioni nel mondo

In Inghilterra e in Irlanda il capodanno si celebrava il 25 marzo, in Spagna si cambiava l’anno al 25 dicembre.
La Francia sceglieva la domenica di Resurrezione, Venezia andava con il primo di marzo e la Sardegna con il primo di settembre.

In seguito ci sono almeno un paio di tentativi, naufragati, di cambio di data. Il calendario repubblicano francese nato con la Rivoluzione faceva partire l’anno il 21 settembre.
L’era fascista in Italia aveva una numerazione parallela con l’inizio d’anno al 28 ottobre, la data della Marcia su Roma. Il capodanno cinese cambia tutti gli anni, il prossimo comincia il 22 gennaio.

Ci sono riti per scacciare il maligno in tutte le fine d’anno. Bruciano tradizionalmente il vecchio anno in forma di fantoccio molte città italiane e anche tante popolazioni straniere.
C’è chi spara colpi in aria e chi getta pezzi di legno ardente, oltre a buttare i piatti rotti dalle finestre.
Tornando a Roma antica, ricorda l’enciclopedia Treccani, c’era l’espulsione dalla città di Mamurio Veturio, un vecchio rivestito di pelli che rappresentava Marte, cioè l’anno vecchio, il 14 marzo.
Gettare oggetti vecchi dalle finestre ha lo stesso significato.

I riti di buon augurio

Per i riti di buon augurio si parte dai proverbi: “Anno nuovo, vita nuova”, “Buona fine e miglior principio”. Poi ci sono i riti.

Nel Laos si prega per la fertilità della terra, gettando in apposite buche l’acqua per provocare la pioggia.
In Estonia si distribuiva alla servitù e al bestiame una focaccia in forma di verro, il maiale da riproduzione, come mezzo di fecondazione.
In Belgio si fanno gli auguri di buon anno agli alberi e al bestiame.
Si cammina in processione in Scozia, da est a ovest come il sole, dietro un uomo coperto da una pelle di bue.
In Irlanda, come si faceva con il fuoco di Vesta nell’antica Roma, si accende il nuovo fuoco dal quale poi si accendono tutti gli altri.

Poi non manca in casa il  bacio sotto il vischio e il cotechino e lenticchie a tavola perché ogni società che si rispetti almeno un rito culinario lo mette in campo per iniziare al meglio il nuovo anno, compreso il brindisi.

Capodanno: usi e tradizioni nell’antica Babilonia

Per quanto l’oroscopo per l’anno nuovo, nell’antica Babilonia la festa del nuovo anno, Zagmuk,  cosi chiamato dai Sumeri,  in accadico Akitu, significante “forza che fa rivivere il mondo”, era la più sacra delle celebrazioni calendariali, cadeva grossomodo tra marzo e aprile durando 12 giorni e simboleggiava il trionfo del dio Marduk su Tiamat, la dea che personificava il Caos primordiale.
A tale scopo durante il quarto giorno delle celebrazioni veniva recitato pubblicamente, l’Enûma Eliš (“Quando in alto”), un poema cosmogonico sacro. Più vicino e rurale il rito di gettare oggetti come fagioli e grano e stabilire dalla loro caduta quali sono gli auspici per l’anno nuovo. La vera novità è poi sempre quella cantata da Lucio Dalla, che tra un anno anche quest’anno nuovo passerà.

Auguri di buon anno a tutti

GIORGIO CORTESE
Giorgio Cortese

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