Caso Trump Epstein: il WSJ pubblica la lettera segreta

Trump, Epstein e il dossier che agita Washington: il WSJ non si piega alla denuncia da un miliardo e sfida il magnate 

Una lettera controversa, una querela miliardaria, e un nome – Jeffrey Epstein – che torna a scuotere le fondamenta del potere americano: al centro di questa nuova bufera mediatica c’è Donald Trump, ex presidente e candidato alle prossime elezioni, che ha denunciato il Wall Street Journal (WSJ) per aver pubblicato una lettera che, secondo la testata, sarebbe stata da lui inviata al finanziere pedofilo nel 2003.
La lettera contiene un disegno stilizzato di una donna nuda e firmata “Donald”. Sarebbe comparsa in un album commemorativo creato da Ghislaine Maxwell per il compleanno di Epstein. Trump ha definito l’accusa “oscena e fabbricata”, dichiarando: “Non ho mai disegnato una donna in vita mia”.

Il caso non è solo mediatico, ma profondamente politico.

Il WSJ, diretto da Emma Tucker e di proprietà di Rupert Murdoch, ha scelto di non ritirare l’inchiesta nonostante la denuncia da un miliardo di dollari. Un segnale chiaro: la redazione difende la sua autonomia, anche quando si tratta di uno dei suoi alleati storici.
Il nome di Trump, secondo fonti interne all’inchiesta, appare più volte nei documenti investigativi sul caso Epstein. Lo conferma Pam Bondi, Procuratrice Generale, che lo avrebbe informato già a maggio. Ma le trascrizioni del grand jury restano segrete: un giudice federale in Florida ha respinto la richiesta di desecretazione.
Nel frattempo, il Congresso si muove. Una commissione alla Camera, dominata dai repubblicani, ha appena approvato un mandato di comparizione per accedere ai documenti riservati dell’indagine Epstein. La base MAGA si agita, e figure come Steve Bannon, Laura Loomer e persino Elon Musk alimentano la pressione mediatica.

La guerra con i media prosegue su più fronti. Trump ha ottenuto risarcimenti da CBS e ABC per presunte manipolazioni di interviste, e ha minacciato azioni legali contro New York Times, CNN, Washington Post e Los Angeles Times. Ma la pubblicazione del WSJ ha rotto uno schema consolidato: Murdoch non ha bloccato l’articolo, e Fox News, pur restando il canale di riferimento per il tycoon, non ha oscurato la notizia.

Mentre Trump cerca di contenere le conseguenze del caso Epstein, il dibattito sulla libertà di stampa, la responsabilità delle testate e l’accesso ai documenti giudiziari si infiamma. Il WSJ si ritrova nel mirino, ma anche sul podio dell’indipendenza editoriale.
Il dossier Epstein resta uno dei più opachi e contesi nella storia recente americana.

Ruolo dei media e responsabilità narrativa

In un’epoca dove il ruolo dei media è centrale, episodi come la lettera pubblicata dal WSJ rientrano in quel meccanismo di narrazione pubblica che, come dimostrano iniziative artistiche e sociali (leggi ad esempio questo articolo), stimolano il dibattito collettivo.

Articolo precedenteArmani moda: 50 anni di eleganza senza tempo
Articolo successivoWSJ drops bombshell letter in Trump Epstein case