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LIBERO STILE LUGLIO-AGOSTO 2010

Libero Stile Luglio Agosto 2010
Libero Stile Luglio Agosto 2010

Perché andare in vacanza a Battipaglia,

città di fondazione?

SEMPLICE,
PER INCONTRARE
UN POPOLO DI
“UGUALI” SENZA UGUALI

Stai per entrare in una terra, in una città, nella quale forse mai avresti pensato di affacciarti. Così diversa da Napoli, così diversa dal mito della fantasia e dello spettacolo che inonda il mondo di canti e suoni e scogli sul mare. Entriamo insieme, sai? È meglio, ché altrimenti ti chiederesti che cosa c’è da vedere, in una città così… nuova. Entriamo, perché c’è da vedere una città “scritta” dal destino di una permanente fondazione. Ecco il senso della visita che stai per iniziare e non dimenticherai più. Il primo documento è dell’anno 1080, e porta la firma di Roberto il Guiscardo (l’astuto), il cavaliere normanno che prende possesso di tutti i terreni tra il fiume Sele e il Tusciano, e vi costruisce una città. Una città nella palude, nella fonte della malaria? Così era scritto. Negli anni, nei secoli, il destino di Battipaglia è quello di una popolazione indistruttibile, inarrendevole, di una sempre rinnovata comunità solidale con pochi uguali non solo in questo Sud sfiduciato ma in tutta la Penisola. A Battipaglia la gente non si fa la guerra ma si unisce, e il compimento di questa vocazione si ha nel 1929, quando la “città” riceve la suaconsacrazione aggregando parti di due comuni: Eboli e Montecorvino Rovella. Nasce una città frutto del lavoro e del talento dei suoi abitanti, senza aiuti dello Stato né di possidenti senza scrupoli. Si rinnova l’economia, la progettualità, l’orgoglio. Poi, il bombardamento del 1943 la raderà al suolo, senza risparmiare una pietra. E torna ad essere la “Terra Promessa” di un intero popolo, senza aiuti, senza provvidenze, senza pianti e lamenti. Nel 1951 già i popoli vicini corrono a Battipaglia per trovare lavoro, vi si installano. Sì, negli anni in cui tutto il Sud d’Italia corre a Milano e Torino, Battipaglia conosce un incremento demografico senza uguali. Così nel 1960, la città di Battipaglia è un polo di sviluppo industriale. All’agricoltura e all’industria di trasformazione dei prodotti agricoli, si aggiunge la siderurgia, la produzione di materiali elettrici, il modello di una “fondazione” produttiva, economica e sociale che sembrava (e sembra) impossibile in questo Sud d’Italia. Poi, i moti, la rivolta del 1969. La crisi che sembra spezzare le gambe e la fiducia di questo popolo: la minaccia di chiusura di importanti stabilimenti produttivi. Mesi tragici di morte e di guerra tra rinuncia e speranza. Il popolo unito vince. Nel 1986. Battipaglia viene segnalata tra i cento comuni di Italia che, per il progresso economico e civile conseguito, avevano contribuito a rendere più grande l’Italia nella storia dei quarant’anni della Repubblica. Città di fondazione, città di un Popolo. Ecco perché tu stai per entrare in questa terra, traqueste case: perché Capri e Ischia le conosci, e così Sorrento, e di Amalfi sai almeno la storia della Bussola, e di Paestum, qui accanto, hai l’immagine che ti hanno dato i libri di storia dell’arte. Ma lo spettacolo dolce e grandioso di un Popolo di Italiani che si riconosce nel proprio destino e apre le porte di casa anche nelle difficoltà, questo non te lo puoi perdere. Qui farai una delle vacanze meno… “vacanti” della tua vita, e magari ti verrà voglia di invitare il primo passante a venire con te, su a Milano o Torino o Verona, per rimettere a posto anche la tua città.

 

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