Rabban Bar Sauma e la Via della Seta nel Duecento
Rabban Bar Sauma fu un protagonista inatteso della storia medievale, un uomo capace di collegare mondi lontanissimi. Nato intorno al 1220 a Khanbalik, l’attuale Pechino, in una comunità turco-uigura cristiana, intraprese un cammino che lo avrebbe reso il primo ambasciatore dell’Asia in Europa. La sua vicenda si inserisce nel fervore della Via della Seta del Duecento, quando mercanti, missionari e diplomatici trasformavano l’Eurasia in un ponte di scambi e incontri. In un’epoca in cui Marco Polo percorreva la strada verso Oriente, Rabban Bar Sauma compì il viaggio inverso: dall’Estremo Oriente al cuore dell’Europa cristiana.
Dalle grotte della Cina alla missione diplomatica
Fin da giovane, Bar Sauma sentì la vocazione religiosa. Scelse la vita monastica, diventando un monaco nestoriano, seguace di una dottrina cristiana diffusa tra Persia, Mesopotamia e Cina. La sua fama di uomo spirituale attirò molti discepoli, tra cui Markos, il futuro patriarca nestoriano Mar Yaballaha III. I due iniziarono un pellegrinaggio verso Gerusalemme, ma il destino cambiò il loro percorso. Giunti a Baghdad, Markos fu eletto patriarca e il khan persiano Arghun, desideroso di un’alleanza con l’Occidente contro i mamelucchi, inviò Rabban Bar Sauma come ambasciatore presso papi e sovrani europei.
Un ambasciatore asiatico nell’Europa medievale
Nel 1287, all’età di 67 anni, Bar Sauma partì per la sua missione. Il viaggio fu straordinario: visitò Costantinopoli, ammirando Santa Sofia, assistette a battaglie navali in Italia, vide l’Etna in eruzione e raggiunse Roma. Qui non poté incontrare papa Onorio IV, ma trovò sostegno tra i cardinali. Proseguì per Genova e Parigi, dove fu ricevuto da Filippo il Bello, e infine incontrò Edoardo I d’Inghilterra a Bordeaux. Ovunque portava con sé un messaggio di alleanza e fede. Nel 1288 tornò a Baghdad, accolto con onori, ma senza aver ottenuto un’alleanza militare concreta.
Rabban Bar Sauma e l’eredità del suo viaggio
Il viaggio di Rabban Bar Sauma lasciò un segno profondo. A Roma celebrò la liturgia orientale, un gesto di dialogo interreligioso ante litteram. Le sue memorie, scritte in tarda età, raccontano un’Europa vista con gli occhi di un orientale: un prezioso documento storico e culturale. Pochi anni dopo, papa Niccolò IV inviò Giovanni da Montecorvino in Cina per stabilire una missione cattolica: un’eco della scia lasciata dal pellegrino di Pechino.
Un ponte tra mondi lontani
Rabban Bar Sauma morì nel 1294 a Baghdad, lo stesso anno del suo amico patriarca e del viaggiatore Marco Polo. La sua vita dimostra come, già nel Medioevo, esistessero reti globali di scambio, fede e diplomazia. Oggi, la sua figura ricorda che il dialogo tra culture non è una conquista recente, ma il frutto di secoli di incontri. Rabban Bar Sauma fu un uomo capace di oltrepassare confini geografici, religiosi e culturali, lasciandoci un’eredità di apertura e connessione.
