Valter Mainetti

La collezione della Fondazione Sorgente Group, fondata da Valter Mainetti, annovera diversi quadri di veduta, genere tipico tra il Seicento e il Settecento che ha avuto una  grande diffusione a Roma, Venezia Firenze e in molti centri primari dell’arte italiana, riscuotendo forte interesse e annoverando nomi celeberrimi come Canaletto, Van Wittel e Pannini per citarne alcuni.

Nella serie “Dieci capolavori della Fondazione Sorgente Group in cinque secoli”, il direttore scientifico della Fondazione – professor Claudio Strinati – analizza e illustra dieci dipinti che possono occupare un posto di tutto rispetto all’interno della storia dell’arte italiana. Tra i quadri di veduta più noti della Fondazione di Valter Mainetti, “Scena di genere presso la Colonna Traiana”, di Giacomo Van Lint merita un’analisi più approfondita rispetto ad altre opere analoghe della collezione. La scena rappresentata nell’opera d’arte è infatti molto curiosa e insolita: un vetturino cade dal calesse che sta portando e il calesse continua la sua corsa trainato dai cavalli che che non hanno certo l’aria di volersi fermare; anzi sembra che si stiano lanciando al galoppo.

Intorno, varie persone cercano di trattenerli. Alcuni si avvicinano sbandierando dei berretti per indurre i cavalli a fermarsi. Altri scappano. Uno prova a soccorrere il vetturino che è caduto a terra. In lontananza si intravedono persone a passeggio o che escono da casa avendo sentito il trambusto e guardano incuriositi. Si tratta di una rappresentazione di estrema freschezza e finezza.

Giacomo Van Lint, tra i grandi maestri del genere pittorico di veduta

Curiosa è la contraddizione tra il nome e il cognome: Giacomo, un nome italiano; Van Lint, un cognome fiammingo. Così si spiega l’apparente contraddizione: il padre Hendrick Van Lint era nato ad Anversa poco dopo la metà del seicento era venuto a Roma, era naturalizzato italiano. Partecipò ad attività di pittura di vedute e di paesaggio che rendono la produzione artistica italiana tra la seconda metà del seicento e la prima del settecento piena di capolavori.

In realtà Hendrick Van Lint era un pittore in parte dedito alla veduta urbana in parte al paesaggio con risultati magnifici; era stato soprannominato lo studio per la sua meticolosità ma per il suo rigore e indubbiamente i quadri di Hendrick Van Lint sono sovente dei capolavori, ma il figlio Giacomo non è da meno è questa la rosa interessante.

A differenza del padre ebbe un’attività prolifica e feconda di cui questo quadro è esempio preclaro, ma meno clamorosa. Quei pochi dati che si conoscono della sua vita mostrano un uomo appartato, senza famiglia, molto rispettato e apprezzato soprattutto dai visitatori stranieri.

Tante opere di Giacomo Van Lint oggi si trovano in Inghilterra

Indubbiamente non si può considerare né un imitatore né un seguace del padre, bensì una figura autonoma. La sua pittura è contraddistinta da un timbro cromatico luminoso, orientato verso le ore della sera, verso il momento in cui la luminosità incandescente fortissima, tipica di Roma in tanti momenti dell’anno, tende a scemare.

É un pittore già orientato in quella visione delle figure, della città, della luce che ha in sé quelli quei sentimenti di malinconia di dolcezza, di quiete che in un certo senso sono fattori romantici.

Questo quadro però è l’esatto contrario come contenuto, non rappresenta un momento di quiete e malinconia, bensì un momento di agitazione e sommovimento; lo stile però è sempre quello del contemplatore che Giacomo ha avuto per tutta la vita.

Non è facile datare le sue opere perché raramente appone date; non sempre firma anche se il suo stile è riconoscibilissimo e il riferimento delle opere ha la sua mano, non è difficile per un buon conoscitore di quel mondo.

Giacomo Van Lint, dimensione esagitata e divertente

A quanto pare l’incidente non è stato mortale il giovane caduto a terra si riprenderà, è improbabile che quei cavalli faranno altri danni anche se si stanno avvicinando pericolosamente al punto in cui c’è la colonna traiana. É difficile pensare che travolgeranno qualcuno, probabilmente si fermeranno, poi c’è poca gente in giro infatti è tardo pomeriggio come si capisce dalle ombre dei personaggi.

Questo quadro può essere visto in un’ottica importante: forse è la prima rappresentazione di un incidente stradale nella storia della pittura. Non è nota la data esatta del quadro di Giacomo Van Lint, manca l’elemento di confronto con altri protagonisti della pittura europea di quel tempo, però è probabile che la datazione si possa datare dal 1760 al 1770, decennio in cui scomparve il padre.

Ma la scena dell’incidente stradale è molto interessante perché intanto in sé è una cosa curiosissima che peraltro è resa da Giacomo Van Lint con grazia settecentesca, un garbo squisito: l’episodio è drammatico, ma la rappresentazione del dramma è serena. La cosa interessante è che in quel momento storico a Roma e non solo a Roma diventa di vertiginoso interesse quel fenomeno che è il giornalismo che occupa l’interesse degli intellettuali, degli studiosi, dei letterati. Roma in quel tempo è anche la capitale del giornalismo moderno; infatti da da molti anni esisteva una pubblicazione periodica promossa dalla famiglia Caracas, imprenditori e stampatori di origine pugliese, ma residenti a Roma.

I vari membri della famiglia Caracas avevano già da molto tempo iniziato a pubblicare un bollettino denominato Il diario Ordinario di Roma, che ancora oggi può essere consultato negli archivi. Un vero e proprio giornale, con la cronaca di tutti i giorni, notizie di primo piano, notizie d’arte, sulle attività culturali, dei nobili e del popolo. E nel momento in cui Giacomo Van Lint concepisce e crea un quadro del genere, l’interesse per questo diario ordinario conobbe un forte sviluppo e fu letto da intellettuali romani e dai turisti di allora.

Ebbene cosa nutre i giornali di sempre? Gli incidenti. Dunque, è probabilissimo che l’episodio raccontato da Giacomo Van Lint fu preso da uno di quei bollettini, forse quello della famiglia Caracas. Non abbiamo in realtà verificato questa notizia però è sicuramente un segno sintomatico dell’utilizzo della fruizione della pittura, soprattutto della pittura di veduta, nella società del tempo, una fruizione di tipo giornalistico, un valore per l’epoca di modernità, di ampliamento degli orizzonti culturali e ampliamento degli interessi dei possibili fruitori del mondo dell’arte.

Valter Mainetti e la sua fondazione

Valter Mainetti è azionista di riferimento di Sorgente Group Alternative Investment USA, di cui fanno parte Sorgente Group Italia e Sorgente Group of US, attive nel mondo della finanza, dell’immobiliare, delle costruzioni edilizie, delle infrastrutture, del restauro e dell’editoria.

Nel 2013 Valter Mainetti ha ricevuto il prestigioso titolo di Cavaliere del Lavoro per il settore Industria Immobiliare e Finanza. Da sempre appassionato d’arte, Mainetti e la moglie Paola hanno fondato nel 2007 la Fondazione Sorgente Group, ente no profit che si propone di valorizzare, promuovere e divulgare a livello nazionale e internazionale, ogni forma di espressione della cultura e dell’arte del patrimonio culturale italiano.

 

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