Imparare dagli artisti: “Pensare con le mani” nel mondo digitale

Imparare dagli artisti: pensiero, materia e responsabilità sociale

Gli artisti hanno il compito di fare gli artisti, il che significa che sono capaci di farci comprendere il mondo attraverso le loro opere; di farci capire meglio chi siamo, di stimolarci a riflettere, di provocare domande e visioni nuove. L’arte non dovrebbe limitarsi a essere “bella” per quella che oggi chiamiamo élite e che una volta chiamavamo borghesia. L’arte dovrebbe invece riflettere il modo in cui stiamo distruggendo il nostro mondo, diventando specchio critico della nostra epoca e strumento di consapevolezza collettiva.

Curiosità e trasformazione: il ruolo dell’artista nel presente

Mostra Pensare con le mani 02Chi non è curioso è meglio che cambi mestiere, sosteneva il grande Achille Castiglioni. La curiosità è la chiave per partecipare attivamente a un mondo in continua trasformazione, dove l’arte può ancora aprire varchi di senso e dialogo. “Imparare dagli artisti” non significa soltanto ascoltare la voce dei grandi esponenti della storia dell’arte contemporanea, che hanno sempre la nostra attenzione e il nostro tempo, ma anche quella di tanti giovani artisti emergenti, come quelli che presentiamo a Piacenza in questo affascinante luogo di archeologia industriale.

Pensare con le mani: contro la disconnessione digitale imparare dagli artisti

Mostra Pensare con le mani 03

“Pensare con le mani” è un messaggio potente che questo evento trasmette ai visitatori. In un mondo sempre più digitale, che ci disconnette dagli altri e ci allontana dalla materia, il gesto creativo diventa atto di resistenza. Quante volte ci è capitato di imbatterci al ristorante in coppie che non si scambiano neppure una parola, interrotte dal loro smartphone? Questo laboratorio di artisti rappresenta un invito urgente, una richiesta in presa diretta a riflettere sul bisogno disperato di fare la differenza. Comprendere che i sentimenti, l’amore e gli affetti – in quanto fragili ed estremamente delicati – richiedono cure costanti, corporeità e attenzioni durevoli.

I loro laboratori imprimono nuova energia e profonde riflessioni a tutti noi, con il loro reale “pensare con le mani”, anziché farci navigare virtualmente in questa società sempre più fluida e monopolizzata dai non-luoghi, come ben ci ricordava l’antropologo Marc Augé.

Sergio Buttiglieri

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