FOX SEARCHLIGHT PICTURES
con
BBC FILMS, TELEFILM CANADA,
BORD SCANNÁN NA hÉIREANN/THE IRISH FILM BOARD,
SODEC e BFI
Presentano
BROOKLYN
Una Coproduzione WILDGAZE FILMS/ FINOLA DWYER PRODUCTIONS /
PARALLEL FILMS / ITEM 7
In Associazione con INGENIOUS
In Associazione con BAI RTE e HANWAY FILMS
SAOIRSE RONAN
DOMHNALL GLEESON
EMORY COHEN
con la partecipazione di
JIM BROADBENT
e JULIE WALTERS
OGGI AL CINEMA
BROOKLYN
DIRETTO DA…………………………………………………. JOHN CROWLEY
PRODOTTO DA…………………………………………….. FINOLA DWYER &
………………………………………………………………….. AMANDA POSEY
SCENEGGIATURA DI……………………………………… NICK HORNBY
TRATTO DAL ROMANZO DI……………………………… COLM TÓIBÍN
CO-PRODUTTORI…………………………………………… PIERRE EVEN
………………………………………………………………….. MARIE-CLAUDE POULIN
PRODUTTORI ESECUTIVI………………………………… CHRISTINE LANGAN
………………………………………………………………….. BETH PATTINSON
………………………………………………………………….. THORSTEN SCHUMACHER
………………………………………………………………….. ZYGI KAMASA
………………………………………………………………….. HUSSAIN AMARSHI
………………………………………………………………….. ALAN MOLONEY
DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA…………………….. YVES BÉLANGER C.S.C.
SCENOGRAFIE……………………………………………… FRANÇOIS SÉGUIN
MONTAGGIO………………………………………………… JAKE ROBERTS
COLONNA SONORA ……………………………………… MICHAEL BROOK
COSTUMI……………………………………………………… ODILE DICKS-MIREAUX
SUPERVISIONE MUSICHE………………………………. KLE SAVIDGE
PROGETTISTA/SUPERVISIONE DEL SUONO……… GLENN FREEMANTLE
ORGANIZZATORE GENERALE…………………………. CAROLINE LEVY
CASTING……………………………………………………… FIONA WEIR
Durata 113 minuti
BROOKLYN racconta la storia molto toccante di Eilis Lacey (Saoirse Ronan), una giovane immigrata irlandese che si fa strada nella Brooklyn degli anni ‘50. Attratta dalla promessa dell’America, Eilis lascia l’Irlanda e le comodità della casa materna alla volta della costa di New York. L’inibizione iniziale dovuta alla nostalgia di casa scompare rapidamente con il coinvolgimento in una relazione che catapulta Eilis nel mondo affascinante e inebriante dell’amore. Presto però questo entusiasmo viene spento dal suo passato e la giovane si trova a dover scegliere tra due paesi differenti e le vite che essi comportano.
Fox Searchlight Pictures con BBC Films, Telefilm Canada, Bord Scannán Na Héireann/The Irish Film Board, Sodec e BFI presentano una coproduzione Wildgaze Films/Finola Dwyer Productions/Parallel Films/Item 7 in associazione con Ingenious, in associazione con BAI RTE e Hanway Films: BROOKLYN. Il film è diretto da John Crowley, su una sceneggiatura di Nick Hornby tratta dal romanzo di Colm Tóibín, e ha come protagonisti Saoirse Ronan, Domhnall Gleeson, Emory Cohen, con la partecipazione di Jim Broadbent e Julie Walters. I produttori sono Finola Dwyer & Amanda Posey, i coproduttori Pierre Even e Marie-Claude Poulin e i produttori esecutivi Christine Langan, Beth Pattinson, Thorsten Schumacher, Zygi Kamasa, Hussain Amarshi e Alan Moloney. La troupe comprende il direttore della fotografia Yves Bélanger, lo scenografo François Séguin e l’editor Jake Roberts; la colonna sonora è di Michael Brook, i costumi di Odile Dicks-Mireaux e la supervisione alle musiche di Kle Savidge.
NOTE SULLA PRODUZIONE
“Ciò la faceva sentire in modo strano, come se esistessero due persone in lei: una aveva lottato contro due inverni gelidi e molti giorni difficili a Brooklyn, e lì si era innamorata; l’altra era la figlia di sua madre, la Eilis che tutti conoscevano, o che pensavano di conoscere.”
Colm Tóibín, Brooklyn
Un’immigrante irlandese deve scegliere tra due uomini, due paesi e due destini in una storia dove partenze, desideri e amori che si accendono poco a poco tracciano il viaggio inaspettato di una giovane ragazza che in America diventa una donna. Attraverso il taglio contemporaneo del film, la storia torna sui ritmi raffinati degli anni ‘50, quando a seguito della seconda guerra mondiale un’ondata di persone stava arrivando per la prima volta sulle coste statunitensi in cerca di fortuna.
Il romanzo del 2009 di Colm Tóibín, Brooklyn, uno dei romanzi più acclamati dell’ultimo decennio, è adattato dallo sceneggiatore Nick Hornby (WILD, AN EDUCATION) e dal regista John Crowley (BOY A). Il punto di forza del libro consiste nel fatto che la classica storia di immigranti viene raccontata attraverso una voce che raramente è stata sentita prima. Sebbene ci siano state numerose storie di giovani uomini ambiziosi o disperati spinti a cercare fortuna in America, il romanzo racconta una storia diversa, quella di una giovane donna tranquilla, senza pretese ma brillante, di nome Eilis.
Eilis ha sempre vissuto nella piccola cittadina di Enniscorthy, in Irlanda, dove tutti sanno gli affari di tutti, finché non viene spedita in America grazie a sua sorella che vuole aiutarla a realizzarsi. Sentendosi come un’esule, arriva nel caos multiforme di Brooklyn avendo già nostalgia di casa. Ma non appena Eilis impara con destrezza ad adattarsi alla vita newyorkese, incontra un pretendente spiritoso, dolce e carismatico che vuole conquistarla a tutti i costi. Proprio mentre sembra sul punto di iniziare una nuova vita, una tragedia familiare la riporta in Irlanda e alla vita che si è lasciata alle spalle… costringendola a prendere una decisione che potrebbe segnare il suo futuro per sempre.
Con il cuore diviso in due, Eilis affronta uno dei dilemmi più incredibili e complicati che caratterizzano il nostro mutevole mondo moderno: trovare il modo di far coincidere il luogo da cui proveniamo con quello in cui sogniamo di andare.
Rispetto alla decisione saliente di Eilis, Hornby osserva: “Credo che Eilis riesca a immaginare una vita in America e una in Irlanda, ma non può mantenere contemporaneamente i due scenari. Sa che non è possibile conciliare le due vite. Quindi penso sia questo il motivo per cui riesce per un momento ad amare due persone contemporaneamente: perché sono in due mondi separati. Ma alla fine deve vivere in uno solo di questi.”
Tóibín dice: “Questa è la storia segreta di due paesi: del mio paese, l’Irlanda, dove negli ultimi 150 anni ogni famiglia ha perso uno o due membri, persone che sono andate via e non sono mai più tornate; ma è anche la storia segreta degli Stati Uniti. Questi sono i nonni e i bisnonni degli americani di oggi; è così che sono arrivati, e questa storia non è stata raccontata spesso.”
L’ADATTAMENTO DI BROOKLYN
Colm Tóibín, l’acclamato scrittore irlandese (Il Faro di Blackwater [The Blackwater Light Ship], The Master) che come l’eroina di Brooklyn è nato a Enniscorthy, in Irlanda, trasferendosi in seguito a New York, è stato a lungo affascinato dall’attaccamento alla famiglia e dal distacco da essa, dalla ricerca di una dimora e di un’identità e dai modi in cui gli uomini e le donne provano un forte desiderio d’amore e si preparano ad accoglierlo. Il romanzo sembra capace di intrecciare tutte queste tematiche in una storia sul potere trasformativo dell’esperienza dell’immigrazione. Sebbene sia ambientato negli anni ‘50 e in mezzo all’affiatata comunità irlandese di Brooklyn, il libro sembra anche parlare del bisogno senza tempo di rispondere a due degli interrogativi più semplici, ma più sconfortanti, che la vita ci pone: dove e con chi dobbiamo stare?
Nella sua recensione del libro, la scrittrice di romanzi Pam Houston lo ha descritto come un “classico romanzo di formazione, puro, senza forme di sensazionalizzazione, semplicemente profondo… si sente soltanto la voce di una giovane donna che a poco a poco prende coscienza di sé, imparando a fare e a sostenere le sue scelte…”
Il libro offre un ritratto singolare dell’esperienza dell’immigrazione femminile, quello di una giovane donna indifesa che non solo riesce a farsi strada in un nuovo paese, ma anche tra le complesse questioni del suo cuore e della sua sopravvivenza, imparando a farsi rispettare. L’unicità di quel punto di vista, quasi andato perduto ormai, è ciò che inizialmente indusse i produttori candidati agli Oscar Finola Dwyer e Amanda Posey (AN EDUCATION), della Wildgaze Picture di Londra, a pensare di portare sullo schermo il romanzo. Furono ispirati dall’idea di raccontare una storia apparentemente familiare, ma da una prospettiva non nota.
“BROOKLYN non è soltanto la storia del viaggio di un’immigrante dall’Irlanda all’America, è anche la storia del percorso che Eilis fa per diventare la donna che vuole essere,” dice la Posey. “È la storia di una donna che trova il modo di esprimere cio che è veramente e sviluppa la capacità di scegliere, specialmente in un periodo storico in cui molte scelte erano limitate”.
La Dwyer aggiunge: “È anche una storia piuttosto universale, che parla della medesima attrazione che hanno il paese di origine e quello in cui una persona finisce per costruire la propria vita da adulta. Non c’è bisogno di essere a migliaia di chilometri da casa per ricordare quella sensazione. Tutti abbiamo posti e persone che ci siamo lasciati alle spalle.”
Non vedevano l’ora di procedere, ma Dwyer e Posey sapevano di dover subito affrontare un grande ostacolo: trovare uno sceneggiatore capace di realizzare il primo adattamento cinematografico dell’opera di Tóibín. Esisteva qualcuno che potesse carpire la drammaticità della storia, mantenendo intatto allo stesso tempo il sottile lirismo che faceva di Tóibín uno scrittore tanto amato?
Fortunatamente, sentivano di sapere già chi sarebbe stata la persona giusta: Nick Hornby, con il quale avevano collaborato nel film premio Oscar AN EDUCATION, la storia di una studentessa inglese degli anni ‘60 diretta ad Oxford, ma tentata da un tipo di vita completamente diversa. Hornby, già di per sé scrittore popolare e apprezzato dalla critica (Alta Fedeltà [High Fidelity], Un ragazzo [About A Boy], Tutta un’altra musica [Juliet Naked], Funny Girl), aveva di recente adattato le memorie di Cheryl Straved nel film WILD.
Per Hornby, la rilevanza di BROOKLYN risiede nell’abilità di Tóibín di immortalare il cuore umano diviso tra i suoi impegni, che siano nei confronti del paese, della famiglia o della persona amata. “Colm rappresenta la sofferenza che nasce dal voler essere in due posti contemporaneamente con un equilibrio perfetto, che si adatta particolarmente bene al film” dice Hornby. “Credo che chi si identifichi con i personaggi di Orgoglio e Pregiudizio (Pride and Prejudice), possa identificarsi con BROOKLYN, perché alla base vi è la stessa scelta senza tempo che una donna deve fare tra giovani uomini molto differenti tra loro”.
Anche se naturalmente non ha vissuto l’esperienza di vita di un immigrante di metà secolo, Hornby comprende molto da vicino la curiosità di Eilis nei confronti di una vita che potrebbe staccarla dai confini del suo piccolo villaggio irlandese. “Dato che sono cresciuto in periferia, contando i giorni che mi avrebbero portato da qualche altra parte, potevo immedesimarmi nel percorso che fa lei”, nota.
Di fatto, Hornby sostiene che l’adattamento sia riuscito in modo piuttosto organico, nonostante le molte considerazioni sul fatto che portare al cinema la prosa profondamente soggettiva di Tóibín sarebbe stato sconcertante. “Dato che Toibin è uno scrittore preciso, che si ritira dal piano narrativo lasciando volutamente delle lacune, si può pensare che questo libro sia molto soggettivo, anche se a me non è sembrato così.” spiega lo sceneggiatore. “Le vicende di Eilis in realtà sembravano pronte per essere riadattate. Il mio interesse era quello di rappresentare questo mix di toni: comico, romantico e tragico. Volevo soprattutto che il pubblico vivesse insieme ad Eilis le sue traversie, che arrivasse ad amare lei e le persone che la circondano e che rimanesse colpito dalla sua esperienza.”
L’approccio squisitamente contenuto, ma molto romantico di Hornby incontrò il favore dei produttori. “Nick ha davvero fatto emergere le varie sfaccettature emotive del libro e allo stesso tempo anche gran parte dell’umorismo” dice la Dwyer. “Soprattutto, è riuscito a rievocare brillantemente la voce di Eilis”.
Tóibín era particolarmente soddisfatto dell’adattamento di Hornby. Della reazione che ha avuto racconta: “Sono rimasto davvero colpito dalla sua chiarezza. Nick ha capito perfettamente che il sentimento chiave del libro è l’amore, che esso racconta le vicende di una persona combattuta tra differenti possibilità. Se si segue questa idea fino alla fine, come ha fatto lui, il risultato è estremamente autentico.”
JOHN CROWLEY: UN PUNTO DI VISTA PERSONALE
Con un romanzo e una sceneggiatura così ricchi di sfumature su cui lavorare, la sfida successiva era quella di trovare un regista che potesse apportarvi la sua personale visione. John Crowley, conosciuto principalmente per il film drammatico vincitore di un BAFTA “BOY A”, sembrava che avesse compreso subito a fondo il materiale, dal momento che anche lui era un irlandese che aveva lasciato il proprio paese natale, nel suo caso per l’Inghilterra.
Colm Tóibín sentì subito un’affinità, a causa della familiarità che Crowley aveva con le emozioni legate alla partenza… alla partenza dall’Irlanda in particolare. “John ha vissuto l’esperienza di chi dall’Irlanda si ritrova a vivere sotto i cieli inglesi e a spostarsi tra i due luoghi, quindi non appena cominciammo a parlare, fu subito chiaro che si trattasse di qualcosa che poteva capire” dice lo scrittore. “Si trattava della sua vita”.
Lo scrittore si divertiva a guardare il regista ispirato dai suoi personaggi. “John è molto attento e molto preciso rispetto a ciò che vuole. Ma soprattutto ciò che ha messo in questo film è stato il suo cuore. È gentile, intelligente e divertente, e tutte queste caratteristiche sono esposte in questo film.”
Quanto a Crowley, aveva letto il romanzo di Tóibín molto tempo prima che esistesse un copione e ne era stato catturato esclusivamente come lettore. Adesso, lo vedeva come una possibilità per rievocare un tempo, un luogo e un personaggio indimenticabile che poteva ampliare il mito dell’esperienza dell’immigrazione americana.
“Nonostante avessi familiarità con l’argomento, BROOKLYN mi ha davvero dato l’impressione di rappresentare un lato della vicenda che non era mai stato raccontato”, commenta il regista. “Tutti sono a conoscenza delle prime ondate di immigrazione europee, ma la storia di chi è emigrato dall’Irlanda degli anni ‘50 in America è uno degli aspetti meno discussi di ciò che stava accadendo in quel periodo. Il modo in cui Colm raccontava la storia non era per niente melodrammatico, eppure era incredibilmente emozionante. È un libro apparentemente semplice, ma a dire il vero credo che la scelta di Eilis tra due paesi e due uomini non possa essere più drammatica di così”.
Crowley ha anche l’impressione che il tema dell’abbandono di un mondo per un altro sia importante adesso quanto negli anni ‘50. “Questa è una storia sull’esilio” afferma. “Quando lasci un paese e scegli di vivere da un’altra parte, non appartieni più a quel luogo, ma di certo nemmeno a quello in cui hai scelto di vivere. Quindi diventi un membro di una sorta di terzo paese, quello degli esuli. Oggi, un vasto numero di persone nel mondo non vive nel paese in cui è nato. La storia di BROOKLYN, così come l’ha scritta Colm e come poi Nick l’ha sviluppata e adattata per il cinema con la sua sceneggiatura, è pienamente fedele a quell’esperienza.”
Per Crowley, BROOKLYN rivela anche una concezione moderna dell’amore. “La storia afferma che l’amore è complicato”, riflette, “e che il cuore non è per forza fedele a una sola persona; può forse, al contrario della testa, concepire di amare due persone allo stesso tempo. La scelta di Eilis tra due uomini è anche la scelta relativa al tipo di vita che vuole condurre, ma per lei è difficile rassegnarsi al fatto di dover quasi cauterizzare una parte di sé per poterla fare. Dal punto di vista emotivo le costa molto, tuttavia può solo continuare a guardare avanti. L’amore in questa storia è una forza reale che potenzialmente può essere distruttiva o liberatoria a seconda di dove vada a colpire”.
Per i produttori, l’idea di Crowley di combinare una sorta di romanticismo ‘vecchia scuola’ con la schiettezza tipica del 21° secolo era emozionante. “Al nostro primo incontro, John descrisse BROOKLYN come una favola moderna”, ricorda la Posey. “Ebbe l’impressione che ci fosse qualcosa di archetipico nel tentativo di Eilis di riconciliare le due metà di se stessa; ma allo stesso tempo lo ha reso molto reale, dando un’interpretazione personale di quella situazione.”
Crowley afferma che la sua intenzione era quella di rievocare l’estrema eleganza del romanzo e della sceneggiatura attraverso la regia del film, cercando di mantenere un equilibrio tra i momenti d’azione e quelli sentimentali. “Come accade nel libro, volevo che il potere della storia vi cogliesse silenziosamente di sorpresa” afferma. “Volevo anche far emergere l’umorismo e la portata del racconto. Non è una storia destinata ad essere grandiosa, ma ritengo che le vicende di una ragazza irlandese degli anni ‘50 siano lo specchio della storia di tutti gli europei che nel 20° secolo sono andati in America.”
Per ricreare quella forza sullo schermo era necessario uno stile di regia molto paziente e partecipativo; Finola Dwyer afferma che è esattamente ciò che fece Crowley. “Sapevamo che sarebbe stato un lavoro per veri attori, e John è semplicemente fantastico con gli attori. È riuscito a ottenere grandi performance da tutti.”
EILIS, TONY E JIM: UN TRIANGOLO ATTRAVERSO L’OCEANO
BROOKLYN aveva bisogno di un’attrice che potesse interpretare in modo autentico Eilis, con il suo lieve umorismo mordace, la sua perspicacia e la sua passione crescente. Come molti altri immigranti di cui nessuno ha mai parlato, Eilis arriva in America come un’umile, seppur molto competente, ragazza solitaria in procinto di subire una profonda trasformazione personale.
Colm Tóibín dice di Eilis: “Penso che nel libro stessi cercando di costruire un personaggio senza troppi complessi; non una di quelle ragazze che passano il proprio tempo a guardarsi allo specchio o sono sfacciate, ma una di quelle che provano dei sentimenti forti e talvolta sono un po’ testarde. Eilis è amata da tutti, ovunque vada. Ma non sa bene da cosa questo dipenda. Non lo fa di proposito”.
Parlando di Eilis, lo scrittore aggiunge: “In un certo senso, è più contenta di stare nell’ombra… quindi per me era un personaggio ancora più interessante perché, anche se non le veniva spontaneo di farsi valere, alla fine del libro ha tutto in pugno. Si fa strada nel mondo in modo impressionante, ma mai eclatante.”
I realizzatori del film cercarono un’attrice in grado di far penetrare il pubblico nel mondo di una giovane donna che, con sottile arguzia e determinazione, stava mostrando il suo valore, ma che, allo stesso tempo, fosse in grado di comprendere il forte desiderio di Eilis nei confronti dell’Irlanda. Saoirse Ronan calzava a pennello.
Nata a New York da genitori irlandesi e cresciuta nei dintorni di Dublino, la Ronan fu acclamata per la prima volta nel film ESPIAZIONE (ATONEMENT) di Joe Wright, che le fece ottenere una nomination all’Oscar come “Miglior Attrice Non Protagonista” per l’interpretazione di Briony.
Interpretò in seguito ruoli da protagonista in AMABILI RESTI (THE LOVELY BONES), HANNAH e più recentemente nel film di Wes Anderson, il premio Oscar THE GRAND BUDAPEST HOTEL, tutti entro i suoi 20 anni. Adesso che si trovava nel fiore della carriera, era pronta a interpretare un ruolo complicato ed emotivamente faticoso.
La Ronan dice di aver provato un’immediata, quasi inspiegabile, affinità con Eilis non appena lesse il copione. “Nick Hornby non viene dall’Irlanda, eppure è riuscito a catturare a pieno lo spirito del paese. La sceneggiatura era estremamente bella e sofisticata” commenta. “L’ho sentita mia perché parlava della mia gente. Era il viaggio che i miei genitori avevano fatto negli anni ‘80; si sono trasferiti a New York e hanno passato le stesse cose, anche se in un’epoca differente. L’ostacolo più grande che si può incontrare nella vita è lasciarsi alle spalle la sicurezza della propria famiglia e dei propri amici per andare incontro a qualcosa di nuovo”.
La confusione che provava Eilis nell’essere divisa tra due mondi colpì particolarmente la Ronan. Continua: “Sono proprio irlandese per certi versi, ma ho anche una sensibilità da americana, dato che sono nata a New York. Credo che ciò abbia reso la storia ancora più emozionante ai miei occhi, perché ho un forte legame con entrambi i paesi, proprio come Eilis. Tutto ciò che accade ad Eilis coincide esattamente con quello che ho passato io in quello stesso periodo della mia vita e con quello che sto passando tuttora. Quindi dal punto di vista emotivo, mi riguardava molto da vicino.”
Una volta sul set, queste emozioni erano a fior di pelle e, nonostante le gestisse con molta attenzione, si rese conto che a volte riuscivano a sopraffarla. “Sono sempre stata in grado di mantenere un certo distacco alla fine dei conti: mi lasciavo la storia alle spalle, andavo a casa e tornavo ad essere me stessa; ma in questo film era tutto talmente realistico, e io ero così dentro al personaggio, che a volte mi veniva da piangere” afferma.
Per la Ronan fu anche una sfida stimolante riuscire a mantenere un equilibrio tra le svariate emozioni che Eilis si trovava a fronteggiare – da confusione e dolore a gioia e devozione. “Passavamo da scene bellissime, strazianti e estremamente tristi a scene favolose e divertenti” nota la Ronan. “Eilis affronta cose tipiche di tutti gli esseri umani: il dolore, le relazioni, il lavoro, il rapporto con i genitori, l’indipendenza, ma io ne ho apprezzato le sottigliezze. La sfida consiste nel fatto che si possono leggere molte cose dentro l’esperienza di Eilis e il suo personaggio può essere interpretato in molti modi diversi. Si trattava anche di equilibrare la drammaticità delle circostanze della vita con l’umorismo che le persone usano per gestirla, una cosa che gli irlandesi fanno terribilmente spesso. Usiamo l’umorismo per affrontare la vita e la morte, quindi si trattava di bilanciare tutto ciò”.
Alla Ronan piacque particolarmente trovare le sfumature nascoste della storia d’amore che nasce tra Eilis e Tony Fiorello. “Eilis e Tony sono letteralmente due mondi del tutto diversi che entrano in collisione” osserva. “Per Eilis, i Fiorello non sono soltanto italiani, sono anche molto americani. Sono cresciuti a New York con quell’attitudine combattiva, mentre lei è cresciuta nelle campagne d’Irlanda, ma per sua fortuna anche lei possiede un po’ di quella stessa grinta. Ancora una volta, entrambe le parti usano l’umorismo per comunicare”.
Similmente, rimase intrigata dall’improvviso cambio d’umore e di prospettiva di Eilis quando ritorna in Irlanda molto più consapevole di sé. “Adesso ha quest’altra vita di cui la gente di Enniscorthy non sa niente, ma non appena torna indietro è come se ricadesse negli schemi della sua vita precedente permettendo di nuovo agli altri di dirle cosa fare. La differenza è che adesso ne è consapevole, mentre prima non lo era. Non so se in un caso come questo uno saprà mai se ha fatto la scelta giusta. Non penso che Eilis lo saprà mai. Ma questo fa parte della bellezza della sua storia”.
Il cardine di BROOKLYN per la Ronan risiede nel ridefinire il concetto di ‘casa’. “Adoro il consiglio che Eilis dà alla ragazzina quasi alla fine del film: quando ti trasferisci lontano, senti così tanta nostalgia di casa che vorresti morire. Non puoi farci nulla, a parte resistere; ciò però non ti ucciderà, e un giorno il sole sorgerà e capirai che la tua vita è in quel posto. Questo meraviglioso scritto ha un grande valore per chiunque abbia mai lasciato la propria casa e la propria famiglia. Eilis necessita di intraprendere questo viaggio incredibilmente felice, straziante, emozionante e spaventoso per poter scegliere dove vuole stare veramente. Per me BROOKLYN parla di questo. Il rapporto con la propria casa è un qualcosa che ci portiamo dietro quando nella vita ci trasferiamo in posti diversi e sopportiamo diverse situazioni. Il trucco sta nel portarlo con noi senza lasciare che ci affossi”.
Nonostante fosse consapevole del suo talento, John Crowley rimase sorpreso dalle molteplici sfaccettature seducenti e autentiche che la Ronan aveva apportato alla sua performance. “Sembrava che questa fosse la parte che Saoirse stava aspettando di interpretare” riflette. “Tra attore e personaggio esiste un punto d’incontro che, se uno è fortunato, capita una sola volta nella carriera. Sembrava che ogni parola che Saoirse diceva sul set, avrebbe potuto dirla nella realtà. La sua performance è di un’immediatezza e di una profondità emotiva sorprendenti. Il ruolo è totalmente suo”.
Colm Tóibín rimase altrettanto colpito dal modo in cui la Ronan impersonava il suo ruolo. “Saoirse ha l’abilità straordinaria di dare tanto a livello emotivo facendo molto poco. Questa è una delle qualità più affascinanti da vedere, non solo per le persone che guardano il film, ma anche per uno scrittore, poiché è questo che si cerca di fare attraverso la scrittura” commenta.
Tóibín continua: “La telecamera la adora… potresti non notarla in mezzo alla folla… ma nel momento in cui deve recitare viene fuori qualcosa che fa spostare i riflettori su di lei, e penso che anche Eilis abbia questa qualità. In alcuni momenti proprio non vuole essere notata, ma nel momento del bisogno o quando è sotto pressione, le luci si spostano su di lei.”
Finola Dwyer nota come questo ruolo sia un punto di svolta per la Ronan. “Ci siamo sentiti tutti molto fortunati per aver colto Saoirse in questo particolare momento. È stata un’attrice straordinaria da bambina e da adolescente, ma questo è il suo primo vero ruolo da donna, e come nessun altro è riuscita a creare un ritratto indimenticabile e caratteristico di come si diventa adulti” dice la produttrice.
La Ronan afferma che fu in grado di esplorare a fondo il suo personaggio in parte grazie al sostegno di Crowley. “John era così sensibile a tutto ciò che accadeva nelle scene – dal punto di vista emotivo aveva perfettamente idea di quale fosse il posto di ognuno. Il copione è meravigliosamente semplice per certi versi, ma John notava le complessità. Svelava tutti i suoi segreti, in un certo senso, in modo che tutti potessero scoprirli man mano che andavamo avanti. Ecco cosa c’è di fantastico nel lavorare con John”.
La Ronan spera che alla fine Eilis resti impressa per il suo temperamento. “Spero che le persone vedano Eilis come una persona che diventa abbastanza forte da scegliere la vita che vuole, sentendosi orgogliosa di questo”, conclude.
Trovare chi interpretasse Eilis era fondamentale, ma di uguale importanza era che i suoi due pretendenti – uno americano, l’altro trovato inaspettatamente al suo ritorno in Irlanda – fossero altrettanto seducenti e realistici. Per interpretare il giovane idraulico Tony Fiorello, che corteggia Eilis con spavalderia e tenacia nonostante la sua reticenza, i realizzatori del film scelsero la stella nascente Emory Cohen. Conosciuto per i suoi ruoli in “Smash” della NBC e in COME UN TUONO (THE PLACE BEYOND THE PINES) di Derek Cianfrance, questo è il suo primo ruolo importante da protagonista in un film romantico.
Cohen, originario di New York, fu attratto dal personaggio, che era sia un eterno simbolo di passione giovanile, sia un autentico immigrato italiano che crede nell’ideale degli anni ’50 per cui un vero uomo deve fare del suo meglio accanto alla donna che ama. “In definitiva, credo che questa sia una storia che fa pensare a molte cose che accadono nella vita, sia di allora che di oggi” dice. “Cosa significa amare con tutti noi stessi? Cosa significa essere un brav’uomo? Cosa significa provare piacere per le piccole cose della vita?”.
Afferma anche che la storia lo fece riflettere sul concetto di amore a prima vista. “Quando Tony vede Eilis, è subito colpo di fulmine. C’è una battuta ne Il Padrino (The Godfather) di Mario Puzo che recita: quando hai un colpo di fulmine, non puoi nemmeno andare a dormire perché non riesci a toglierti quella ragazza dalla testa. Quindi l’ho pensato così. Per Tony l’amore è così”.
Il ritratto che Cohen fa di Tony fu ispirato da molte fonti culturali, dalle performance realiste italiane de IL LADRO DI BICICLETTE (THE BICYCLE THIEF) al personaggio dell’operaio interpretato da Marlon Brando in FRONTE DEL PORTO (ON THE WATERFRONT). Prese anche lezioni di swing in modo da sentirsi a suo agio nel momento cruciale in cui Tony chiede per la prima volta ad Eilis di ballare.
Crowley afferma che, oltre al suo approccio esplorativo, Cohen aveva anche un fascino naturale. “Fin dalla prima lettura di Emory abbiamo capito che era lui quello giusto”, afferma il regista. “Non solo aveva il carisma e la mascolinità, ma era anche vulnerabile e autentico”.
Ci fu subito anche un’evidente connessione tra Cohen e la Ronan che andava oltre le parole, era presente nei gesti fugaci e nelle espressioni. “Sia Emory che Saoirse erano talmente dentro al loro personaggio che l’alchimia era sempre nell’aria”, osserva Crowley.
Il contrasto magnetico tra Eilis e Tony piaceva molto a Cohen. “Esiste una sorta di ribaltamento molto interessante che riguarda il mio personaggio. Da un lato è aperto, avventuroso e passionale, ma sotto sotto ha paura… paura di perdere Eilis. E penso che in qualche modo lei sia quasi l’opposto di Tony, perché apparentemente può sembrare più rigida e cauta di lui, ma sotto sotto prova un grande senso di libertà e sa esattamente cosa vuole essere… ed era perfetto perché Saoirse sembra la Regina d’Irlanda e io un ragazzaccio di New York” dice ridendo.
La chiave per fare in modo che la loro storia d’amore crescesse dolcemente e a poco a poco consisteva nel sapere quando era il momento di trattenersi. “Io, John e Saoirse cercavamo sempre di capire come fare a non andare troppo oltre, come serbare qualche emozione senza esternarla subito” fa notare.
La Dwyer vide nelle loro performance l’inesperienza tipica dei momenti iniziali dell’amore, quelli più emozionanti. “Ogni volta che li guardavo pensavo sempre che adorassero davvero stare insieme. Si divertivano molto e si percepiva non soltanto un’alchimia fisica tra loro, ma anche una sintonia mentale” dice.
Tóibín ebbe una reazione simile nei confronti della coppia. “Ho pensato: ‘Wow, guarda questo ragazzo. So esattamente come riuscirà a conquistarla: sarà molto divertente, buono, innocente e dolce’. Lei continua a guardarlo per vedere se trova qualche lato oscuro, ma non c’è, quindi ho pensato: è perfetto”.
Dal momento che Tony Fiorello è teneramente seducente, la sua controparte irlandese, più provinciale ma galante, Jim Farrell, doveva essere un’attrazione opposta e una valida minaccia. Questo portò alla scelta di Domhnall Gleeson, che si è dimostrato uno degli attori più versatili della nuova generazione, con ruoli in QUESTIONE DI TEMPO (ABOUT TIME), CALVARIO (CALVARY), UNBROKEN, EX MACHINA e il tanto atteso GUERRE STELLARI: EPISODIO VII – IL RISVEGLIO DELLA FORZA (STAR WARS: EPISODE VII – THE FORCE AWAKENS)
Gleeson sapeva che anche lui doveva trovare una sottile ma viscerale alchimia con Saoirse Ronan, per far sì che il pubblico iniziasse a farsi delle domande. “La vita a Brooklyn può offrire di più a Eilis, ma il mio lavoro era fare in modo che Eilis pensasse che valeva la pena restare in Irlanda per Jim” dice. “Volevo davvero creare un legame con Saoirse per cui valesse la pena lottare”.
Come gli altri del cast, Gleeson a suo modo era legato all’esperienza di Eilis. “Credo che tutti, in un modo o nell’altro, abbiano provato quella sensazione di spaesamento… di non appartenere a un luogo ben preciso” dice. “Senz’altro io l’ho provata in vari periodi della mia vita… e pensai che la storia la rappresentasse in modo perfetto. Poi è piena di romanticismo e divertimento, il che è molto invitante”.
Crowley afferma che Gleeson, con la sua interpretazione del personaggio, conferì alla storia un sapore dolceamaro. “Domhall è un attore molto esperto” dice Crowley. “Riflette a fondo sui ruoli che interpreta e apporta al personaggio di Jim un’intensità e una maturità tali da farlo cozzare perfettamente con il personaggio di Tony, interpretato da Emory. Era di fondamentale importanza che Jim e Tony occupassero posti assai differenti, che fossero due tipologie completamente opposte di uomini con cui Eilis potesse immaginarsi – e Emory e Domhnall le hanno fatto provare emozioni del tutto diverse, ma ugualmente coinvolgenti, tra le quali scegliere”.
GLI ATTORI NON PROTAGONISTI
Intorno al triangolo di Ronan, Cohen e Gleeson, in BROOKLYN è presente un cast di attori non protagonisti composto da veterani e emergenti provenienti da entrambi i lati dell’Oceano. Il cast di Enniscorthy comprende Jane Brennan che interpreta la madre Mary; Fiona Glascott nel ruolo della sorella di Eilis, Rose, che insiste affinché vada in America; Eileen O’Higgins, nei panni della migliore amica irlandese di Eilis, Nancy; e Brid Brennan, il moralista Kelly, detto ‘Ortica’. La parte della storia ambientata a Brooklyn comprende Emily Bett Rickards, Eve Macklin e Nora-Jane Noone, il vivace gruppetto di amiche di Eilis della pensione dove soggiorna a Brooklyn, e Jessica Paré, attrice di “Mad Men”, che interpreta il capo del raffinato grande magazzino.
Due dei ruoli chiave del film sono interpretati da stimati attori inglesi: il premio Oscar Jim Broadbent (IRIS, MOULIN ROUGE!) recita nei panni del prete emigrato, Padre Flood, che bada a Eilis mentre è a Brooklyn; l’attrice candidata agli Oscar Julie Walters (BILLY ELLIOT; RITA, RITA, RITA [EDUCATING RITA]) interpreta il ruolo di Mrs. Kehoe, la severa ma scaltra proprietaria della pensione di Brooklyn in cui Eilis vive.
L’entusiasmo di Broadbent nei confronti del romanzo fu fondamentale nel determinare la sua attrazione verso il ruolo dell’uomo che organizza la traversata di Eilis per l’America e che poi diventa il suo mentore quando la nostalgia di casa la sta quasi per abbattere. “BROOKLYN è una storia universale sulla ricerca di una vita migliore con tutti i conflitti che comporta”, afferma. “E’ straziante e commovente, ma mai sdolcinato. E’ molto schietto nel raccontare i punti deboli e i punti forti delle persone, motivo per cui anche io l’ho trovato avvincente”.
Descrive Padre Flood come “una sorta di assistente sociale per nuovi immigrati irlandesi in difficoltà. Interviene per aiutare Eilis appena arrivata e diventano buoni amici. Si crea un legame autentico.”
Anche la Walters era molto entusiasta del romanzo ed era emozionata all’idea di interpretare la puntigliosa Mrs. Kehoe in tutte le sue sfumature. “Ha una casa piena di giovani ragazze non sposate e le governa con il pugno di ferro” riflette. “Ha un atteggiamento materno, ma molto severo. Non ammette frivolezze – come le chiama lei. Credo che voglia essere una guida per queste giovani ragazze… ma se la contraddici, non perdona!”
Anche alla Walters, la cui madre era irlandese, il film ricordava casa. “Ho trovato la voce per Mrs. Kehoe nella mia infanzia” nota. “E’ un misto tra le suore che mi hanno educata, mia madre, le mie zie, mia nonna e la gente di chiesa. Non è una persona in particolare, ma è il ricordo di tutte le donne irlandesi che ho conosciuto – e avevano tutte un’enorme energia.”
John Crowley vide che la Walters interpretava perfettamente l’insieme di arguzia e valori incrollabili che caratterizzavano Mrs. Kehoe. “Sapevo che Julie aveva una madre irlandese e dunque avevo l’idea che avrebbe conosciuto quella donna a menadito. Ovviamente è stato così” afferma. “Sapeva esattamente chi era, anche come dovevano essere i suoi capelli e come si doveva vestire. Lei è sicuramente un’attrice divertente da morire, ma qui dà spettacolo in modo molto autentico… un’interpretazione meravigliosa”.
DALL’IRLANDA A BROOKLYN, E RITORNO
Concepito attraverso le sfumature oniriche di un poema d’amore, BROOKLYN si svolge in due mondi con atmosfere diverse: uno tra le bellezze dell’appartata e tranquilla Enniscorthy, in Irlanda, e l’altro nel caos frenetico di Brooklyn, a New York, prima tappa abituale di molti immigrati in America. John Crowley iniziò ad esplorare entrambe le realtà con una squadra che includeva il direttore della fotografia Yves Bélanger (WILD, DALLAS BUYERS CLUB), lo scenografo François Séguin (SLEVIN – PATTO CRIMINALE [LUCKY NUMBER SLEVIN]) e la costumista Odile Dicks-Mireaux (AN EDUCATION).
Portare la produzione a Enniscorthy, una cittadina di 10,000 abitanti nel cuore della Contea di Wexford, fu fondamentale per cogliere gli aspetti della storia e percepire l’invadenza della gente ritratta nel romanzo di Colm Tóibín. “E’ questo il posto da cui provengo”, dice l’autore. “I miei genitori erano di Enniscorthy, pure i miei nonni erano di lì… e è stato bellissimo vedere che il film era ambientato proprio in quelle strade a cui pensavo quando ho scritto il libro”.
Passeggiare tra i luoghi preferiti di Tóibín, quelli che fecero di Eilis la persona che era al suo arrivo a New York, allo stesso modo ispirò gli attori. “Quando vivi in prima persona lo spirito di un posto come Enniscorthy, la cosa incide sulla tua performance”, afferma la Ronan. “Dal momento che i personaggi di BROOKLYN sono così radicati nella realtà irlandese, è stato proprio un bene per noi essere circondati da persone che lo sono per davvero, che hanno l’accento di Enniscorthy e sono cresciuti lì”.
Una parte delle scene ambientate in America furono girate tra le scalinate d’ingresso degli edifici in mattoni rossi tipici di Brooklyn e le coste di Coney Island. I realizzatori del film trovarono anche un set anni ‘50 alternativo a Montreal, in Canada, che fu usato anche nel classico film drammatico sui gangster C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA (ONCE UPON A TIME IN AMERICA) per rappresentare la Brooklyn di un tempo, precedente a quegli anni.
Nella sua fotografia, Yves Bélanger mirava a imitare la scrittura di Tóibín con alcune delle sue tecniche più creative, usando luci non realistiche e inquadrature volte a creare una cornice lirica, in grado di riflettere sia la tenue energia degli anni ’50 sia il desiderio irrefrenabile che Eilis prova in entrambi i lati dell’Oceano. “Yves ha fatto un ottimo lavoro, e non riesco ad immaginare altri direttori della fotografia che avrebbero potuto raggiungere un risultato così bello in così poco tempo come ha fatto lui” afferma la Dwyer.
Allo stesso modo, lo scenografo François Séguin dedicò tutta la sua attenzione ai dettagli nostalgici del periodo degli anni ’50, ma anche alle diverse atmosfere di un’Irlanda che aveva ancora un aspetto pre-guerra nei mobili e nell’arredamento e una Brooklyn nel pieno del rapido cambiamento dopoguerra. In entrambi i posti, si sforzò di creare un profondo senso del luogo. “François è di grande talento” dice la Dwyer. “Lavorando con una vasta gamma di set in tre paesi diversi, ha creato una coesione tra loro tale da farli sembrare un tutt’uno”.
Per ricreare l’epoca nelle menti degli attori furono utili anche i meravigliosi costumi creati da Odile Dicks-Mireaux, volti a richiamare l’eleganza e la grazia incomparabili della New York anni ’50. Era emozionata al pensiero di tornare in quell’epoca. “Era un piacere enorme lavorare con quei personaggi”, dice la Dicks-Mireaux, “e c’era un sacco di maestria e inventiva negli anni ’50.”
Tóibín ritiene di aver scelto quell’epoca sulla base di ragioni molto precise. Ha cercato di esplorare con attenzione quel momento tranquillo ma insidioso inscritto tra il tumulto della Seconda Guerra Mondiale e i rapidi cambiamenti sociali degli anni ’60. “Volevo che questo fosse un mondo molto privato, dove avrei potuto davvero gettare uno sguardo profondo su alcune persone che altrimenti sarebbero sembrate inermi… e avrei potuto mettere loro al centro dell’attenzione. Ovviamente non esistono periodi totalmente neutri, ma questo lo è più di altri”, dice lo scrittore.
I primi anni dell’era della fotografia di strada, in particolare i fugaci momenti della metropoli catturati negli scatti della misteriosa Vivian Maier e dell’icona Elliott Erwitt, il ‘fotografo di New York’, ispirarono la Dicks-Mireaux. In ogni caso, evitò anche solo di sbirciare la moda dell’epoca.
“John ci aveva proibito di guardare le riviste di moda perché questa è una storia di persone reali, di ragazze della classe operaia che cercano di guadagnarsi da vivere a New York” spiega Odile. “In ogni aspetto del film, John voleva che il look fosse naturale e autentico”.
Alla Dicks-Mireaux piacque particolarmente mettere in contrasto la Brooklyn alla moda, di cui Eilis diventa presto parte, con il vestiario più sobrio di Enniscorthy. “C’era un’enorme differenza tra America e Irlanda negli anni del dopoguerra”, spiega. “I due stili non potevano essere più diversi e ciò è perfetto per la storia che stiamo raccontando. In America era il tempo dei colori intensi – rosso, caramello, giallo ocra, rosa e colori pastello – che ancora non esistevano in Irlanda”.
Un contributo altrettanto importante all’atmosfera appassionante del film è dato dalla musica, con la travolgente colonna sonora di Michael Brook (INTO THE WILD – NELLE TERRE SELVAGGE [INTO THE WILD], THE FIGHTER). Nel film è presente un momento musicale eccezionale: Eilis fa volontariato per servire il pranzo di Natale agli oppressi immigrati irlandesi e rimane estasiata dal commovente canto di un uomo che ha nostalgia di casa.
Colm Tóibín disse a Finola Dwyer e ad Amanda Posey che era la voce eccezionale del cantante irlandese Iarla Ó Lionáird ad averlo particolarmente ispirato nella scrittura di quella scena. Anche loro ispirate, incontrarono Ó Lionáird e furono liete di poterlo avere sul set a Montreal per cantare dal vivo “Casadh an Tsúgáin”.
Ó Lionáird capì perfettamente perché la canzone avrebbe avuto un forte impatto emotivo su Eilis. “E’ una canzone d’amore il cui ritornello parla di un uomo che chiede a una donna di spiegargli in che modo è legata a lui”, spiega. “Questo tocca Eilis da vicino, dal momento che è legata a due mondi. Nella canzone, l’uomo dice alla donna: ‘se sei con me, sei con me’ e le chiede: ‘stai con me alla luce del sole, mostralo a tutti, sii sincera.’ Lei deve entrare nel suo futuro e decidere quale sarà”.
La Ronan era commossa quanto Eilis durante la scena. “Attraverso la sua voce incredibile, Iarla è stato in grado di comunicare ogni singola emozione che si prova quando si è lontani da casa,” afferma.
LA DECISIONE DI EILIS
BROOKLYN è costruito interamente sulle decisioni cruciali che Eilis deve prendere: tra Tony e Jim, tra Brooklyn e l’Irlanda, tra il suo passato e ciò che vuole per il suo futuro. Ogni persona coinvolta sapeva fin dall’inizio che la storia ruotava intorno all’incertezza della sua scelta finale.
“Alcuni saranno d’accordo con la sua scelta, altri no”, afferma Amanda Posey. “Sapevamo cosa volevamo che lei facesse, in quanto realizzatori del film, e anche John lo sapeva, ma volevamo che anche il pubblico prendesse le proprie decisioni. Una delle cose belle della storia è che esplora molte tipologie differenti di amore. Con Tony, Eilis vive l’esperienza del primo amore, ma con Jim ha un legame più maturo. Poi c’è l’amore che prova per la sorella e la madre, che sono tipologie di amore ancora diverse. La storia parla proprio di come questi generi di amore possano sia distruggerti che tenerti a galla”.
Per la Posey, la decisione di Eilis è dolorosa, ma necessaria. “Diventare adulti consiste in parte nel rendersi conto che, quando si decide di andare in una certa direzione, si chiudono una marea di altre porte. Ma credo che Eilis alla fine si ritrovi a sapere cosa è giusto per lei, anche se le spezza il cuore”.
Finola Dwyer aggiunge: “Alla fine del film, Eilis ha un futuro chiaro davanti a sé – ma esci dal cinema sapendo che la sua decisione è stata anche un enorme sacrificio”.
Saoirse Ronan pensava che la decisione di Eilis sarebbe veramente potuta andare sia in un verso che nell’altro. “Non posso dire che Eilis abbia preso la decisione giusta… credo che entrambi le avessero offerto la felicità,” spiega l’attrice. “La cosa bella e straziante è che i due ragazzi sono entrambi meravigliosi. Jim è casa e Tony è una nuova vita. Entrambi hanno terribilmente tanto da offrirle e lei lo sa”.
In definitiva, la Ronan afferma di non pensare che il cuore della storia sia quale vita sceglie Eilis, ma la persona che diventa nel mentre. “Per me, la cosa importante è che diventa adulta e matura abbastanza da fare davvero una scelta e seguirla”, conclude.
Domhnall Gleeson la pensa in modo simile. “Spesso uno non sa se le decisioni che prende siano quelle giuste” fa notare. “Ma la cosa importante credo sia che adesso Eilis ha davvero una scelta da fare nella vita, e non l’avrebbe avuta se non fosse mai andata in America”.
Per Jim Broadbent, il pathos che accompagna la decisione di Eilis è generato dalle continue domande che essa fa sorgere. “La cosa più bella di BROOKLYN è che il pubblico probabilmente non saprà mai come andranno le cose… e non saprà mai in che modo vorrebbe che andassero” riassume.
NOTE SUL CAST
SAOIRSE RONAN (Eilis Lacey) è conosciuta principalmente per il suo ruolo da protagonista nel film ESPIAZIONE (ATONEMENT), diretto da Joe Wright, in cui recita al fianco di Keira Knightley e James McAvoy. La Ronan aveva 13 anni quando ha ottenuto la nomination all’Oscar, al Golden Globe e al BAFTA per la sua performance acclamata dalla critica.
La Ronan sta attualmente lavorando nella trasposizione cinematografica de IL GABBIANO (THE SEAGULL) di Anton Chekhov, diretta da Michael Mayer. Recita al fianco di Annette Bening e Corey Stoll.
Di recente, la Ronan è apparsa nel film di Wes Anderson, THE GRAND BUDAPEST HOTEL. Nel cast del film troviamo anche Ralph Fiennes, Adrien Brody, Jude Law, Bill Murray e Edward Norton. E’ stata protagonista anche di STOCKHOLM, PENNSYLVANIA diretto da Nikole Beckwith, in cui recita anche Cynthia Nixon, che è stato proiettato al Sundance Film Festival del 2015.
Nel film debutto alla regia di Ryan Gosling, LOST RIVER, la Ronan ha recitato al fianco di Christina Hendricks. Il film è stato proiettato in anteprima al Festival di Cannes del 2014. Nel 2013, ha avuto il ruolo da protagonista nel film THE HOST, della Open Road Films, adattamento cinematografico del popolare romanzo di Stephanie Meyer. Ha anche prestato la sua voce in JUSTIN E I CAVALIERI VALOROSI (JUSTIN AND THE KNIGHTS OF VALOUR), un film d’animazione diretto da Manuel Sicilia in cui recita anche Antonio Banderas.
E’ apparsa anche in HOW I LIVE NOW, che è stato presentato in anteprima al Toronto Film Festival del 2013. Nel film diretto da Kevin Macdonald, la Ronan ha interpretato la protagonista ‘Daisy’ al fianco di George MacKay, Tom Holland e Harley Bird.
La Ronan ha recitato anche in BYZANTIUM, diretto da Neil Jordan, al fianco di Gemma Arterton; il film è stato presentato in anteprima al Toronto Film Festival del 2012. Nel 2010 ha recitato nel thriller d’azione HANNA, della Focus Features, diretto da Joe Wright. La Ronan ha interpretato la protagonista che dà il titolo al film, un’adolescente addestrata dalla nascita per diventare un’assassina. Nel cast troviamo anche Cate Blanchett e Eric Bana. È apparsa anche in THE WAY BACK, diretto da Peter Weir, in cui recitano Ed Harris, Colin Farrell e Jim Sturgess. Ispirato al romanzo di Slavomir Rawicz The Long Walk: The True Story of a Trek to Freedom, il film narra la storia di un piccolo gruppo di prigionieri di diverse nazionalità che scappano da un gulag in Siberia nel 1940 e attraversano cinque paesi.
Nel 2009, ha recitato come protagonista in AMABILI RESTI (THE LOVELY BONES) diretto da Peter Jackson e tratto dal popolare romanzo. La Ronan ha ottenuto un riconoscimento per la sua performance al Festival Internazionale del Film di Santa Barbara ed è stata candidata al premio BAFTA nella categoria Attrice Protagonista. 38.
Tra i suoi film precedenti troviamo: VIOLET & DAISY; EMBER – IL MISTERO DELLA CITTA’ DI LUCE (CITY OF EMBER) con Bill Murray, Tim Robbins, e Toby Jones; il film di Amy Heckerling 2 YOUNG 4 ME – UN FIDANZATO PER MAMMA (I COULD NEVER BE YOUR WOMAN), con Michelle Pfeiffer e Paul Rudd; IL MIRACOLO DI NATALE DI JONATHAN TOOMEY (THE CHRISTMAS MIRACLE OF JONATHAN TOOMEY) di Bill Clark, e HOUDINI – L’ULTIMO MAGO (DEATH DEFYING ACTS), di Gillian Armstrong, con Catherine Zeta-Jones e Guy Pearce.
Attualmente la Ronan abita in Irlanda con i genitori Monica e Paul.
DOMHNALL GLEESON (Jim Farrell) sta attualmente lavorando sul set di MENA, diretto da Doug Liman. A gennaio 2015 è apparso in THE WALWORTH FARCE di Enda Walsh, diretto da Seán Foley, dove ha recitato al fianco di suo padre Brendan Gleeson e di suo fratello Brian Gleeson.
Quest’anno lo vedremo in THE REVENANT, diretto da Alejandro González Iñárritu e in GUERRE STELLARI EPISODIO VII – IL RISVEGLIO DELLA FORZA (STAR WARS EPISODE VII: THE FORCE AWAKENS) di JJ Abrams.
Altri suoi lavori recenti sono il film di fantascienza di Alex Garland EX MACHINA e l’adattamento dei fratelli Coen delle memorie di Louis Zamperini, UNBROKEN, diretto da Angelina Jolie.
I suoi precedenti ruoli da protagonista includono i film: FRANK di Lenny Abrahamson, con Michael Fassbender e Maggie Gyllenhaal, QUESTIONE DI TEMPO (ABOUT TIME) di Richard Curtis, in cui recita al fianco di Rachel McAdams e Bill Nighy, e SENSATION, diretto da Tom Hall. Ha ottenuto dei premi IFTA per l’interpretazione di ‘Bob Geldof’ in “When Harvey Met Bob”, per quella di ‘Levin’ in ANNA KARENINA di Joe Wright e per quella di ‘Jon’ in FRANK di Lenny Abrahamson.
Ha interpretato ruoli secondari sia per il cinema che per la televisione, come ad esempio nel film CALVARIO (CALVARY) di John Michael McDonagh, nella serie di Charlie Brooker “Black Mirror” in onda su Channel 4, nel film NON LASCIARMI (NEVER LET ME GO) di Mark Romanek, ne IL GRINTA (TRUE GRIT) di Joel and Ethan Coen; ha interpretato il ruolo di Bill Weasley in HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE – PARTE I&II (HARRY POTTER AND THE DEATHLY HALLOWS – I & II) diretto da David Yates e ha recitato nel corto premio Oscar di Martin McDonagh SIX SHOOTER. E’ apparso anche in DREDD, diretto da Pete Travis; in DOPPIO GIOCO (SHADOW DANCER) diretto da James Marsh; inPERRIER’S BOUNTY di Ian Fitzgibbon; nel film PER THERAPY – UN CANE PER AMICO (A DOG YEAR) della HBO al fianco di Jeff Bridges; in STUDS di Paul Mercier; in BOY EATS GIRL di Stephen Bradley e nella serie di John Butler YOUR BAD SELF, per la quale ha scritto gli sketch insieme a Michael Moloney.
Le performance teatrali di Domhnall includono: Now or Lateral Royal Court Theatre, American Buffalo e Grandi Speranze (Great Expectations) al Gate Theatre, The Well of the Saints prodotto dal Druid Theatre, Macbeth diretto da Selina Cartmell e Chimps diretto da Wilson Milam al Liverpool Playhouse Theatre. Domhnall è stato candidato al premio Tony per la produzione di Broadway di The Lieutenant of Inishmore diMartin McDonagh. Ha ottenuto una nomination al Lucille Lortel e una menzione della Drama League come “Straordinaria Performance” per lo stesso ruolo. Si è guadagnato una nomination al premio dell’Irish Times Theatre per il ruolo interpretato in American Buffalo.
Domhnall ha scritto e diretto i cortometraggi NOREEN (con Brendan e Brian Gleeson) e WHAT WILL SURVIVE OF US (con Brian Gleeson). Domhnall ha anche creato “Immatürity for Charity”, sketch comici girati con parenti e amici a favore dell’ospizio di St. Francis. Sono piuttosto strani e si possono trovare su YouTube.
Originario di New York, EMORY COHEN (Tony Fiorello) è una tra le stelle di Hollywood in rapida ascesa. Tra i suoi ruoli di spicco troviamo: ‘AJ’, l’adolescente complessato di COME UN TUONO (THE PLACE BEYOND THE PINES), film in cui recita al fianco di Bradley Cooper e Ryan Gosling; e ‘Casper’, in BENEATH THE HARVEST SKY, un amico leale che si ritrova invischiato nel traffico illegale di droga nel Maine del nord. Il film è stato proiettato al Tribeca Film Festival del 2014.
Cohen è apparso recentemente in THE GAMBLER, nel ruolo di ‘Dexter’, al fianco di Jessica Lange, Mark Wahlberg e John Goodman. Il film si incentra su un professore di letteratura che, a causa del suo vizio per il gioco d’azzardo, entra in conflitto con dei gangster. Il film è uscito nelle sale statunitensi nel dicembre 2014.
Nel 2015, vedremo Cohen nel ruolo di ‘Billy Wyatt’ in STEALING CARS, al fianco di John Leguizamo, William H. Macy e Felicity Huffman. Il film racconta di un adolescente ribelle che cerca di cavarsela all’interno del sistema dei tribunali minorili. Apparirà anche in BY WAY OF HELENA, nel ruolo di ‘Isaac’, al fianco di Woody Harrelson, Liam Hemsworth e Alicia Braga. Il film parla di un ranger texano che investiga su una serie di morti inspiegabili in una città chiamata Helena.
Tra i suoi precedenti lavori per cinema e televisione troviamo: “Smash” della NBC, in cui ha il ruolo di ‘Leo’, figlio del personaggio interpretato da Debra Messing per due stagioni, e FOUR, recensito come uno “straordinario e toccante ritratto della solitudine”. Il cast ha vinto il premio come “Miglior Performance” al Los Angeles Film Festival del 2013. Tra i suoi lavori troviamo anche: TESS AND NANA, AFTERSCHOOL, LUCKY DOG, NOR’EASTER e HUNGRY GHOSTS.
JIM BROADBENT (Padre Flood) è un attore di teatro, cinema e televisione, vincitore dei premi Oscar, BAFTA, Emmy e Golden Globe, conosciuto principalmente per i suoi ruoli in IRIS (per il quale ha vinto un Oscar e un Golden Globe nel 2001 come “Miglior Attore Non Protagonista”); MOULIN ROUGE (per il quale ha ottenuto un BAFTA per la sua performance come attore non protagonista nel 2001); e nella saga di fama internazionale HARRY POTTER. Recentemente è stato candidato al BAFTA per il ruolo interpretato in THE IRON LADY (Phyllida Lloyd, 2011), al fianco di Meryl Streep.
Da allora ha continuato a apparire in un mix poliedrico di progetti tra cui: FILTH, adattamento del romanzo dello scurrile Irvine Welsh diretto da John S. Baird; la commedia romantica LE WEEKEND di Roger Michell (che gli ha fatto ottenere una nomination come “Miglior Attore” ai British Independent Film Awards) e THE HARRY HILL MOVIE, in cui è apparso travestito da donna delle pulizie con tre braccia.
Più di recente è stato il protagonista della commedia natalizia di Christopher Smith, GET SANTA, e del film acclamato dalla critica PADDINGTON di Paul King, tratto dall’amatissimo libro per bambini di Michael Bond. Jim ha recitato anche nel film d’azione BIG GAME – CACCIA AL PRESIDENTE (BIG GAME) con Samuel L. Jackson.
Dal suo debutto nel 1978, Jim ha recitato in innumerevoli ed acclamati film di successo, stabilendo una lunga collaborazione con Mike Leigh (DOLCE E’ LA VITA [LIFE IS SWEET], TOPSY-TURVY – SOTTOSOPRA [TOPSY-TURVY], IL SEGRETO DI VERA DRAKE [VERA DRAKE] e ANOTHER YEAR) e dimostrando il suo talento come caratterista in film molto differenti tra loro come LA MOGLIE DEL SOLDATO (THE CRYING GAME) di Neil Jordan (1992); PALLOTTOLE SU BROADWAY (BULLETS OVER BROADWAY)di Woody Allen (1994), LITTLE VOICE – E’ NATA UNA STELLA (LITTLE VOICE)di Mark Herman (1998); IL DIARIO DI BRIDGET JONES (BRIDGET JONES’ DIARY)di Sharon Maguire (2001); HOT FUZZdi Edgar Wright (2007); IL MALEDETTO UNITED (THE DAMNED UNITED)di Tom Hooper (2009) e CLOUD ATLASdi Tom Tykwer, Andy Wachowski, Lana Wachowski (2012).
Broadbent ha anche ottenuto riconoscimenti per il suo grande lavoro in televisione: di recente ha vinto un premio della Royal Television e una nomination al BAFTA per l’interpretazione del protagonista di “Any Human Heart” (tratto dal romanzo omonimo di William Boyd); in passato ha vinto un BAFTA e un Golden Globe per la sua performance in “Longford” di Tom Hooper, e un Emmy per quella in “The Street”. Il ruolo da lui interpretato precedentemente in “Guerra imminente” (The Gathering Storm) gli ha permesso di ottenere una nomination ai Golden Globe e agli Emmy.
Alcuni tra i suoi lavori comprendono: “Birth of a Nation – Tales out of School”(Mike Newell, 1983); “Blackadder”(John Lloyd, 1983); “Only Fools and Horses;” “Victoria Wood: As Seen on TV;” “The Young Visiters”(David Yates, 2003); “Il mio amico Einstein” (Einstein & Eddington)di Philip Martin (2008); “Exile”(John Alexander, 2011); “The Great Train Robbery”(James Strong, 2013). Di recente, Broadbent ha finito di girare la miniserie “London Spy”, produzione originale BBC America, al fianco di Ben Whishaw e Charlotte Rampling.
Avendo studiato alla London Academy of Music and Dramatic Art, Broadbent è apparso molte volte anche sul palcoscenico, specialmente con il Royal National Theatre e la Royal Shakespeare Company. Il suo lavoro come attore teatrale lo ha portato ad apparire in produzioni acclamate, da Our Friends in the North al RSC Pit (diretta da John Caird e scritta da Peter Flannery) e A Place with Pigs al The National (scritta e diretta da Athol Fugard), a Habeas Corpus al The Donmar (diretta da Sam Mendes e scritta da Alan Bennett) e The Pillowman al The National (diretta da John Crowley e scritta da Martin McDonah).
JULIE WALTERS (Mrs Kehoe) è un’attrice inglese pluripremiata, che ha acquistato rilievo a livello internazionale grazie al suo ruolo da protagonista nel film del 1983 RITA, RITA, RITA (EDUCATING RITA), al fianco di Michael Caine. Questo film le ha fatto ottenere una nomination agli Oscar e vincere un BAFTA e un Golden Globe come “Miglior Attrice”. La Walters ha ricevuto la sua seconda nomination agli Oscar e ha vinto un BAFTA per aver interpretato il ruolo dell’insegnante di danza Mrs. Wilkinson in BILLY ELLIOT, diretto da Stephen Daldry nel 2000. Forse Julie è conosciuta pricipalmente a livello internazionale dal pubblico dei più giovani per aver recitato in una delle saghe di maggior successo nella storia del cinema, HARRY POTTER, dove ha interpretato Mrs. Weasley in sette degli otto film.
Di recente, la Walters ha iniziato a lavorare nella produzione della seconda stagione di “Indian Summers” e ha interpretato il ruolo di Mrs. Bird nel film acclamato dalla critica PADDINGTON, di Paul King, tratto dall’amatissimo libro per bambini di Michael Bond.
Negli ultimi 30 anni, Julie è apparsa in innumerevoli produzioni britanniche di successo e acclamate dalla critica, come TITANIC TOWN di Roger Michell (1998), CALENDAR GIRLS di Nigel Cole (2003), WAH-WAHdi Richard E. Grant (2005), IN VIAGGIO CON EVIE (DRIVING LESSONS) di Jeremy Brock (2006), BECOMING JANE – IL RITRATTO DI UNA DONNA CONTRO (BECOMING JANE) di Julian Jarrold (2007) e MAMMA MIA! di Phyllida Lloyd (2008).
La Walters ha anche ottenuto dei riconoscimenti per il suo grande lavoro in televisione: di recente si è guadagnata il quarto posto nella classifica di ITV network delle 50 star più apprezzate dal pubblico inglese. Uno dei suoi primi ruoli di spicco in televisione è stato nel classico “Boys from the Blackstuff” di Phillip Saville (1982), seguito da una serie di importanti ruoli comici e drammatici da lei interpretati in “The Secret Diary of Adrian Mole,” “GBH,” “The Wedding Gift” e “Pat and Margaret.”
I lavori che ha fatto negli ultimi anni ’90 includono “Brazen Hussies” di Elijah Moshinsky (1996), “The Ruby in the Smoke” (Brian Percival, 2006), “Oliver Twist” di Renny Rye per WGBH / PBS (1999), “The Canterbury Tales” di Dermot Boyd (2003) e il ruolo del politico senza peli sulla lingua protagonista di “Mo Mowlam.” Julie è forse meglio conosciuta dal pubblico della televisione inglese per le sue collaborazioni con Victoria Wood, con cui è apparsa nelle sitcom pluripremiate “Wood and Walters,” “Acorn Antiques,” “Victoria Wood: As Seen On TV” e “Dinnerladies.”
Avendo studiato al Manchester Polytechnic School of Theatre, la Walters ha recitato molto anche sul palcoscenico, in teatri indipendenti, spettacoli comici e cabaret. Rita, Rita, Rita (Educating Rita), di Mike Ockerent al RSC Donmar Warehouse, l’ha posta sotto i riflettori facendole ottenere dei premi come Miglior Attrice Debuttante. Poi, ha recitato le parti di Lady Macbeth al Leicester Haymarket Theatre, di ‘Judy’ in Last of the Haussmans di Howard Davies al The National Theatre, di ‘May’ in Fool for Love di Peter Gill al NT Cottesloe, per cui ha ottenuto una nomination all’Olivier come Miglior Attrice, e di ‘Kate’ in All My Sons di Kate Keller al NT Cottesloe, che le ha fatto vincere un premio Olivier come Miglior Attrice nel 2001.
Nel 2013, Julie Walters ha ottenuto un premio Richard Harris per il ‘Contributo Straordinario di un Attore’ ai Moët British Independent Film Awards, celebrando il suo enorme contributo all’industria cinematografica inglese. In seguito, ha vinto un prestigioso BAFTA Fellowship nel 2014.
NOTE SUI REALIZZATORI DEL FILM
Con un background come pluripremiato regista di teatro, JOHN CROWLEY (Diretto da) è stato acclamato dalla critica e ha ottenuto i suoi primi premi nel 2003 grazie al suo primo film INTERMISSION, con Colin Farrell. I suoi lavori successivi includono: BOY A (del 2007, con Andrew Garfield e Peter Mullan), IS ANYBODY THERE? (del 2009, con Michael Caine) e, più di recente, il quinto episodio e il finale della seconda stagione di TRUE DETECTIVE, con Vince Vaughn e Colin Farrell. Attualmente sta dirigendo Cate Blanchett e Richard Roxburgh nell’adattamento di THE PRESENT di Chekov per la Sydney Theatre Company.
I produttori candidati agli Oscar FINOLA DWYER & AMANDA POSEY (Prodotto da) hanno prodotto il film che ha lanciato la star Carey Mulligan, AN EDUCATION, scritto dall’autore di successo e sceneggiatore Nick Hornby e diretto da Lone Scherfig. AN EDUCATION è stato candidato a tre Oscar (tra cui ‘Miglior Film’), nove BAFTA (tra cui ‘Miglior Film’ e ‘Miglior Film Inglese’, e ha vinto il premio ‘Miglior Attrice’), sei BIFA (premio ‘Miglior Attrice’) e ha ottenuto il premio come ‘Miglior Film Straniero’ agli Independent Spirit Awards.
Fra i titoli prodotti di recente troviamo il documentario MY NAZI LEGACY che è stato presentato in anteprima al Tribeca Film Festival di New York nell’aprile 2015 con recensioni straordinarie. Realizzato in associazione con BFI e BBC Storyville, il documentario segue l’avvocato per i diritti umani internazionali Philippe Sands mentre esplora il background familiare di due bambini figli di vecchi nazisti e il lascito delle azioni dei loro padri durante la seconda guerra mondiale; il documentario uscirà nelle sale degli Stati Uniti e del Regno Unito questo autunno. Al momento sono in preproduzione con THEIR FINEST HOUR AND A HALF, una coproduzione con Number 9 Films, le cui riprese inizieranno a fine estate 2015. Tratto da un romanzo di Lissa Evans, il film è stato adattato per il grande schermo da Gaby Chiappe, con Lone Scherfig alla regia di un cast stellare che comprende Gemma Arterton, Bill Nighy e Sam Claflin. Film romantico sui generis ambientato nei primi anni ’40, THEIR FINEST HOUR AND A HALF combina il continuo scambio di battute su una demenziale battaglia fra i sessi con la realtà di una produzione cinematografica, sullo sfondo della minaccia di un’invasione imminente e del bombardamento di Londra.
Dwyer e Posey hanno prodotto NON BUTTIAMOCI GIU’ (A LONG WAY DOWN), l’adattamento di Jack Thorne del romanzo di successo di Nick Hornby. Il film è stato diretto da Pascal Chaumeil (HEARTBREAKER), con protagonisti Pierce Brosnan, Toni Collette, Aaron Paul, Imogen Poots, Rosamund Pike e Sam Neill; è stato presentato in anteprima mondiale nel 2014 al Film Festival di Berlino.
La Dwyer ha prodotto il film QUARTET, debutto alla regia di Dustin Hoffman, con il suo marchio Finola Dwyer Productions, da una sceneggiatura del premio Oscar Ronald Harwood, con Maggie Smith, Tom Courtenay, Billy Connolly, Pauline Collins, Michael Gambon e Sheridan Smith. Il film ha incassato in totale più di 60 milioni di dollari.
Tra i film prodotti in precedenza dalla Dwyer troviamo: il film vincitore di un BAFTA BACKBEAT – TUTTI HANNO BISOGNO DI AMORE (BACKBEAT), debutto alla regia di Iain Softley; il cult preferito di Stephan Elliott BENVENUTI A WOOP WOOP (WELCOME TO WOOP WOOP); IL FIGLIO PERDUTO (THE LOST SON) di Chris Menges; il film pluripremiato e candidato ai BAFTA IO SENZA DI TE (ME WITHOUT YOU) di Sandra Goldbacher, con Michelle Williams e Anna Friel; il film candidato agli EMMY THE HAMBURG CELL – LA CELLULA DI AMBURGO di Antonia Bird; STONED, film debutto alla regia di Stephen Woolley; “Tsunami: The Aftermath” di Abi Morgan (candidato ai Golden Globe, agli EMMY e vincitore di un BAFTA), diretto da Bharat Nalluri, con Chiwetel Ejiofor, Tim Roth, Sophie Okonedo e Toni Collette, che Finola ha prodotto per HBO/BBC. Finola ha realizzato film in tutto il mondo, girando in Nuova Zelanda, Australia, Tailandia, Jamaica, Stati Uniti, Canada, Irlanda, Francia, Germania, Spagna e Ungheria.
La Dwyer ha fatto il suo debutto a teatro producendo Elling con John Simm. Il tour da ‘tutto esaurito’ nel West End ha raggiunto il culmine con le nomination al premio come ‘Miglior Nuova Commedia’ e ai premi Olivier come ‘Miglior Nuova Commedia’ e ‘Miglior Attore’. La produzione di Broadway aveva come protagonisti Brendan Fraser e Denis O’Hare. La Dwyer è anche l’ex presidente del Comitato Cinematografico dei BAFTA e un membro del consiglio di amministrazione dei BAFTA.
Tra i film prodotti in precedenza dalla Posey troviamo: FEBBRE A 90° (FEVER PITCH), con Colin Firth, tratto dalle memorie di successo di Nick Hornby, che lui stesso ha adattato, e anche il remake statunitense di FEBBRE A 90° (FEVER PITCH) per la Fox nel 2000, adattato da Lowell Ganz e Babaloo Mandel, diretto dai fratelli Farrelly, con protagonisti Drew Barrymore e Jimmy Fallon; e FIVE SECONDS TO SPARE con Ray Winstone e Andy Serkis. I titoli precedenti di Amanda includono i suoi lavori con Stephen Woolley sul film premio Oscar di Neil Jordan LA MOGLIE DEL SOLDATO (THE CRYING GAME) e su INTERVISTA COL VAMPIRO (INTERVIEW WITH THE VAMPIRE)con Tom Cruise e Brad Pitt. In seguito è stata a capo dello sviluppo presso Scala Productions, per Stephen Woolley e Nik Powell.
Dwyer e Posey sono state anche a capo di “The Story Works 2010/2011”, un’iniziativa degli sceneggiatori a favore di dieci scrittori del Regno Unito, insieme all’editor Kate Leys e al Festival Internazionale del Film di Edimburgo, con il supporto di Skillset. Fra gli insegnanti e i tutor dei corsi di perfezionamento troviamo: Jane Campion, Ronald Harwood, Paul Greengrass, David Mamet, Christopher Hampton, John Madden, Will Davies, John Mathieson e Pietro Scalia.
NICK HORNBY (Sceneggiatura di) è uno sceneggiatore candidato agli Oscar e un autore pluripremiato. Prima della sua sceneggiatura più recente BROOKLYN, Hornby ha adattato le memorie di Cheryl Strayed, bestseller secondo la lista del NY Times, nel film WILD, diretto da Jean-Marc Vallée, con Reese Witherspoon e Laura Dern.
Nick è stato candidato agli Oscar e ai BAFTA per il suo adattamento delle memorie di Lynn Barber, AN EDUCATION, diretto da Lone Scherfig, con protagonisti Carey Mulligan, Peter Sarsgaard, Dominic Cooper, Rosamund Pike e Emma Thompson; ha adattato anche le proprie memorie per la sceneggiatura di FEBBRE A 90° (FEVER PITCH) con Colin Firth.
Molti libri di successo internazionale scritti da Nick sono stati una ricca fonte di ispirazione per i filmmaker: il film britannico FEBBRE A 90° (FEVER PITCH) è stato poi rifatto dai fratelli Farrelly, con Drew Barrymore e Jimmy Fallon; ALTA FEDELTA’ (HIGH FIDELITY) è stato diretto da Stephen Frears, con protagonisti John Cusack e Jack Black; UN RAGAZZO (ABOUT A BOY) è stato diretto dai fratelli Weitz, con Hugh Grant, Rachel Weisz e Toni Collette; NON BUTTIAMOCI GIU’ (A LONG WAY DOWN) è stato diretto da Pascal Chaumeil e interpretato da Pierce Brosnan, Aaron Paul e Toni Collette.
Tra gli altri romanzi di Nick troviamo il libro per giovani Tutto per una ragazza (Slam) del 2007 (attualmente i realizzatori de IL DIVO lo stanno facendo diventare un film in italiano); Come diventare buoni (How to be Good)(2001); Tutta un’altra musica (Juliet Naked) (2009); e il suo più recente romanzo Funny Girl, che è stato pubblicato dalla Penguin nel Regno Unito a novembre 2014 e dalla Riverhead negli Stati Uniti a febbraio 2015.
Oltre a Febbre a 90° (Fever Pitch), vincitore del premio “William Hill Sports Book of the Year”, Nick ha scritto molte altre opere non di finzione tra cui 31 canzoni (31 Songs), selezionato per il premio “National Books Critics Circle” in America, e Una vita da lettore (The Complete Polysyllabic Spree), una collezione di recensioni di libri che Nick scriveva per l’influente giornale statunitense The Believer (diffuso in tutto il mondo) e per il quale continua a scrivere a cadenza bimestrale. Nick ha anche ottenuto il premio EM Forster dall’American Academy of Arts & Letters. Nel novembre 2010, Nick è stato uno dei fondatori della scuola di scrittura per bambini Il Ministero delle Storie, situata nella parte est di Londra, che attualmente si sta estendendo ad altre città del Regno Unito.
COLM TÓIBÍN (Tratto dal romazo di) è nato in Irlanda nel 1955. I suoi romanzi sono: Il Sud (The South), vincitore del premio per la narrativa di Irish Times/ Aer Lingus e selezionato per il premio per la narrativa della Whitbread; L’erica in fiamme (The Heather Blazing), vincitore del premio Encore; La Storia della notte (The Story of the Night), vincitore del premio Ferro/Grumley e selezionato per il Prix Femina Etranger; Il Faro di Blackwater (The Blackwater Lightship), selezionato per il premio Booker e adattato nel film con Angela Lansbury e Dianne Wiest; The Master, vincitore dei premi ‘Romanzo dell’Anno’ del LA Times, Dublin IMPAC, Prix du Meilleur Livre e selezionato per il premio Booker; Brooklyn, vincitore del premio Costa come ‘Miglior Romanzo’; Il Testamento di Maria (The Testament of Mary), selezionato per il premio Booker; e Nora Webster, vincitore del premio Hawthornden e selezionato per il premio Costa come ‘Romanzo dell’Anno’.
La sua opera Il Testamento di Maria (The Testament of Mary) è stata candidata al premio Tony come ‘Migliore Opera’ nel 2013. La raccolta di racconti Madri e Figli (Mothers and Sons) ha vinto il premio Edge Hill; la sua seconda raccolta La famiglia vuota (The Empty Family) è stata selezionata per il premio Frank O’Connor.
Tóibín per due volte è stato ospite alla ‘Stanford University’ per condurre seminari di scrittura; ha insegnato alla ‘University of Texas di Austin’, alla ‘Manchester University’ e a Princeton. Attualmente ha la carica di Irene and Sidney B. Silverman Professor of the Humanities alla Columbia University. È stato membro del Consiglio delle Arti (Council of Arts) in Irlanda dal 2006 al 2013. È Presidente del Consiglio di amministrazione del PEN World Voices Festival di New York e membro del Consiglio del Druid Theatre.
Tóibín collabora con la London Review of Books, è membro della Royal Society of Literature e Membro Onorario Straniero dell’American Academy of Arts and Letters. Ha ricevuto dottorati ad honorem dalla ‘University of Ulster’, dallo ‘University College Dublin’ e dalla ‘University of East Anglia’. Le sue opere sono state tradotte in più di trenta lingue.
Nato a Saint-Jean-d’Iberville e cresciuto in Québec, YVES BÉLANGER (Direttore della Fotografia) si è trasferito a Montreal per studiare produzione cinematografica alla ‘Concordia University’, dove è entrato a far parte di una nuova ondata di artisti di cinema canadesi ed è diventato bilingue.
Ha lasciato il segno nell’industria dei video musicali iniziando nel 1989 a lavorare come operatore di video di musica rock e country. Ciò gli ha permesso di trovare lavoro negli spot pubblicitari. Nel 1995, ha iniziato a girare film e programmi televisivi, collaborando con i registi Alain Desrochers, Louis Bolduc e Jean-Claude Lord. Tra i film per la televisione a cui ha lavorato Bélanger troviamo “Genitori in blue jeans – il film” (The Growing Pains Movie), diretto da Alan Metter, che ha riunito il cast della serie originale.
Tra i film a cui ha lavorato come direttore della fotografia troviamo: GERRY, WUSHU WARRIOR, CABOTINS e LA BOUTEILLE [THE BOTTLE] di Alain Desrochers; e CHEECH di Patrice Sauvé, per il quale ha ottenuto una nomination al premio della Canadian Society of Cinematographers (CSC) e al premio Jutra. E’ stato direttore della fotografia dei corti KILLING TIME di Tara Johns, per il quale ha ricevuto una nomination dalla CSC, e WILDFLOWERS di Geoffrey Uloth, che gli ha fatto vincere un premio della CSC.
Come direttore della fotografia ha lavorato anche al film drammatico LAURENCE ANYWAYS, di Xavier Dolan, con Melvil Poupaud e Suzanne Clément. Quest’ultima ha ottenuto un riconoscimento al Festival Internazionale di Cannes del 2012 per la sua performance. Bélanger è stato nuovamente candidato al premio Jutra per il suo contributo a questo film.
Di recente, Bélanger ha lavorato con Jean Marc Vallée sul set di due film: DALLAS BUYERS CLUB con Matthew McConaughey e Jared Leto, vincitore del premio per la miglior fotografia al Festival Internazionale del Film di Roma e di tre Oscar; e WILD, con Reese Witherspoon e Laura Dern.
Bélanger ha appena concluso la sua terza collaborazione con Jean Marc Vallée nel film DEMOLITION, con Jake Gyllenhaal, Naomi Watts e Chris Cooper, oltre a SHUT IN, un thriller con Naomi Watts diretto da Farren Blackburn.
Canadese stabilitosi a Montreal, FRANÇOIS SÉGUIN (Scenografie) ha ideato la scenografia di film, serie televisive e produzioni teatrali in tutto il mondo. Ha vinto cinque premi Genie “Achievement in Art Direction” dalla Canadian Academy of Film and Television, ed ha ricevuto altre due nomination. Séguin ha collaborato con il regista François Girard su film come IL VIOLINO ROSSO (THE RED VIOLIN) e SETA (SILK), oltre che sullo spettacolo del Cirque du Soleil, Zed, in Giappone.
Ha progettato la scenografia dello spettacolo a Las Vegas del Cirque du Soleil, Michael Jackson: One, ed è andato in Cina per la scenografia di The Han Show, una produzione di Dragone. Tra i film a cui ha lavorato troviamo: SLEVIN – PATTO CRIMINALE (LUCKY NUMBER SLEVIN) e PUSH per il regista Paul McGuigan; L’INVENTORE DI FAVOLE (SHATTERED GLASS) di Billy Ray; KARATE KID (THE KARATE KID) e SHADOWHUNTERS: CITTA’ DI OSSA (THE MORTAL INSTRUMENTS: CITY OF BONES) per il regista Harald Zwart; JÉSUS DE MONTRÉAL e LE INVASIONI BARBARICHE (LES INVASIONS BARBARES) diretti da Denys Arcand.
Séguin ha curato la scenografia dell’acclamata serie televisiva di Showtime “I Borgia” (“The Borgias”) per il regista Neil Jordan, che gli ha fatto ottenere una nomination agli Emmy come “Miglior Direzione Artistica”.
JAKE ROBERTS (Montaggio) è un montatore affermato che ha riscontrato grande successo sia nell’industria cinematografica che in quella televisiva. Ha collaborato a lungo con David Mackenzie e Sigma Films, lavorando al montaggio di film come THE LAST GREAT WILDERNESS, PERFECT SENSE, YOU INSTEAD e IL RIBELLE – STARRED UP (STARRED UP), candidato come “Miglior Film Britannico Indipendente” ai BIFA nel 2013.
Roberts di recente ha collaborato con Lone Scherfig sul film POSH (THE RIOT CLUB) con Douglas Booth, Max Irons e Sam Claflin, per la Blueprint Pictures.
Ha lavorato anche al montaggio di diversi cortometraggi pluripremiati tra cui I LOVE LUCI, vincitore del premio BAFTA scozzese come “Miglior Cortometraggio” nel 2011. In televisione ha lavorato alla serie molto popolare “Misfits” e a “Skins Redux” con il regista Charles Martin. Jake è stato anche uno dei montatori dei film CITADEL, JUMP e DONKEYS, quest’ultimo candidato come “Miglior Film” ai BAFTA scozzesi. Di recente ha lavorato al film PRESSURE di Ron Scalpello.
MICHAEL BROOK (Colonna Sonora) è un compositore, produttore e artista musicale candidato ai Golden Globe e ai Grammy. Ha ottenuto riconoscimenti per il suo stile unico nella composizione, che spazia tra i generi di musica ambient, world, Americana, elettronica e orchestrale.
I suoi pezzi spesso contengono combinazioni insolite di strumenti, suoni e atmosfere che creano un impatto potente, unico e emozionante.
Ha iniziato la sua carriera musicale come artista, chitarrista, produttore e collaboratore, lavorando con vari artisti tra cui Brian Eno, David Sylvian, Nusrat Fateh Ali Khan e i The Pogues, sotto etichette all’avanguardia come la 4AD e la Real World Records di Peter Gabriel.
Quando la sua musica ha cominciato ad essere utilizzata nei film, tra cui Heat – La sfida (Heat) e Ogni maledetta domenica (Any Given Sunday), ha sviluppato un interesse nella composizione di colonne sonore per il cinema e si è trasferito a Los Angeles dall’Inghilterra nel 1999.
Tra i più di 40 film di cui ha composto la colonna sonora troviamo: NOI SIAMO INFINITO (THE PERKS OF BEING A WALLFLOWER), THE FIGHTER, INTO THE WILD – NELLE TERRE SELVAGGE (INTO THE WILD), CESAR CHAVEZ (CHAVEZ), UNA SCOMODA VERITA’ (AN INCONVENIENT TRUTH) e il documentario premio Oscar UNDEFEATED.
ODILE DICKS-MIREAUX (Costumi), che parla fluentemente il francese, ha studiato scenografia teatrale alla Central School of Art and Design. Dopo il college, ha lavorato in teatri d’avanguardia con le compagnie Pip Simmons e Belt and Braces.
La Dicks-Mireaux è diventata assistente all’interno della BBC nel 1979. Nel 1982, è diventata stilista a pieno titolo nella serie pluripremiata “Blackadder”, con Rowan Atkinson, di cui ha realizzato i costumi. Altri progetti per la BBC includono: “Silent Twins” di Jon Amiel; “Sweet As You Are” di Angela Pope; e “Clothes In The Wardrobe” di Warris Hussein, con Jeanne Moreau, Joan Plowright e Julie Walters, che le ha fatto vincere il premio RTS per i migliori costumi.
Nel 1996, la Dicks-Mireaux ha lasciato la BBC per lavorare come freelance. Da quel momento, ha lavorato regolarmente nel cinema e in televisione. I suoi lavori per la televisione includono: “Grandi Speranze” (“Great Expectations”), per il quale ha vinto un premio BAFTA per i migliori costumi; “Gormenghast”, che le ha fatto ottenere una nomination ai premi BAFTA e RTS per i migliori costumi; “The Lost Prince”, per il quale ha ricevuto un premio Emmy e un premio RTS per i migliori costumi; “The Deal – Il compromesso” (“The Deal”) del regista Stephen Frears; e, più di recente, “The Hollow Crown, Richard II,” diretto da Rupert Goold, con Ben Wishaw e Rory Kinnear, per il quale è stata nuovamente candidata al BAFTA per i migliori costumi.
Tra i film a cui ha lavorato troviamo: BUFFALO SOLDIERS, con Joaquin Phoenix, Ed Harris e Anna Paquin; PICCOLI AFFARI SPORCHI (DIRTY PRETTY THINGS), di Stephen Frears, con Audrey Tautou e Chiwetel Ejiofor; THE CONSTANT GARDENER – LA COSPIRAZIONE (THE CONSTANT GARDENER), di Fernando Meirelles, con Ralph Fiennes e Rachel Weisz; AN EDUCATION, prima collaborazione con il regista Lone Scherfig, per la quale ha ottenuto una nomination ai BAFTA; LONDON BOULEVARD; LA RAPINA PERFETTA (THE BANK JOB) di Roger Donaldson, con Jason Statham e Saffron Burrows; e ONE DAY, con Anne Hathaway e Jim Sturgess.
Più di recente, la Dicks-Mireaux ha lavorato sul set dei film: BEL AMI – STORIA DI UN SEDUTTORE (BEL AMI), con Robert Pattinson, Uma Thurman e Kristin Scott Thomas; QUARTET, diretto da Dustin Hoffman, con Maggie Smith, Tom Courtenay e Michael Gambon; e NON BUTTIAMOCI GIU’ (A LONG WAY DOWN) diretto da Pascal Chaumeil, con protagonisti Aaron Paul, Toni Collette e Pierce Brosnan.
La Dicks-Mireaux ha di recente terminato il lavoro sul set del film di Ben Wheatley, HIGH RISE, con protagonisti Tom Hiddlestone, Jeremy Irons e Elizabeth Moss.
KLE SAVIDGE (Supervisione Musiche) è una tra i principali supervisori musicali del Regno Unito.
Ha ascoltato per la prima volta la canzone “Space Oddity” sullo stereo del fratello a 13 anni, un’età in cui si è facilmente suggestionabili; grazie a quella tempestiva scoperta, ha realizzato che la musica aveva il potere di rievocare lo spazio intorno a sé, di innalzarlo e trasformarlo.
La Savidge è arrivata nel Regno Unito nel 1990 da Toronto, la sua città natale. Pensava che in qualche modo potesse sentirsi ancora più vicina alle colonne sonore inglesi che l’avevano ispirata in gioventù. Lì ha trovato immediatamente ciò che stava cercando, quando ha scoperto per caso una nascente Creation Records e un certo Alan McGee che l’ha presa sotto la sua ala, facendola diventare il suo braccio destro per i successivi dieci anni. Mentre la Savidge si trovava al centro del Britpop, influente movimento nella storia del pop inglese degli ultimi tempi, uno speranzoso Noel Gallagher è arrivato nell’ufficio della Creation Records con una demo che avrebbe cambiato tutto. Lavorare insieme a talenti acclamati del calibro di Oasis, Primal Scream, Teenage Fanclub, Ride, My Bloody Valentine e Jesus and Mary Chain, le ha permesso di arricchire molto la sua esperienza nei vari aspetti che riguardano la musica all’interno dell’industria discografica, dalla registrazione alla post produzione.
La Savidge ha sempre avuto una forte attrazione per la musica d’avanguardia e, dopo la chiusura della Creation Records nel 2000, ha intrapreso una carriera nella supervisione musicale, desiderosa di potersi specializzare da sola in un campo che si confaceva al suo talento. Da allora è diventata un supervisore musicale ambito e rispettato, che si procura brani e artisti per ottenere performance uniche. Ha lavorato nei film debutto alla regia di David Schwimmer e Dustin Hoffman, e a fianco di talenti affermati del calibro di Susanna White, John Crowley e Pascal Chaumeil.