Hack The Blue Way, la sfida tra giovani innovatori
Da Bari, Ancona e Trieste sono arrivati trenta giovani startupper per partecipare a Hack The Blue Way, la sfida che unisce ricerca e innovazione nel nome del mare.
Per trenta ore di lavoro intenso, i partecipanti hanno collaborato con mentor esperti per trasformare le idee nate nei laboratori in progetti concreti utili all’Adriatico del futuro. L’iniziativa, organizzata da iNEST all’Urban Center di Trieste durante la Barcolana57, aveva un obiettivo chiaro: rendere più resiliente e competitivo l’arco Adriatico di fronte alle sfide economiche, sociali e climatiche.
Un evento promosso da iNEST e Barcolana57
Hack The Blue Way nasce dal Consorzio iNEST in collaborazione con la Barcolana57, con il supporto di importanti realtà accademiche e tecnologiche.
Tra i partner figurano il Polo Tecnologico Alto Adriatico, l’OGS, l’Università di Trieste, l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Bari, FermoTech, Tipicità in Blu e The Blue Way. L’evento ha mostrato come la ricerca universitaria possa dialogare con il mondo delle start-up, creando soluzioni sostenibili e innovative per l’economia del mare.
I vincitori di Hack The Blue Way
Cinque squadre, cinque nomi ispirati ai venti dell’Adriatico, si sono sfidate con idee brillanti. Il team Scirocco ha vinto con il progetto AQUATWIN, una piattaforma che usa boe smart per monitorare il granchio blu, specie invasiva che minaccia gli ecosistemi marini. Al secondo posto, il team Libeccio con Barcolà, un’app che trasforma la raccolta dei rifiuti durante la Barcolana in un gioco collettivo. Un modo originale per coinvolgere i cittadini nella tutela del mare. Il terzo posto ex aequo è andato ai team Tramontana e Bora. Il primo ha proposto B.E.M. – Barcolana Eco Monitoring, un sistema per il monitoraggio ambientale marino. Il secondo ha presentato SCOVAZ, soluzione intelligente per la gestione dei rifiuti e la protezione delle acque. Il team Maestrale ha ottenuto il quarto posto con Blue Echo, rete di monitoraggio collaborativo della biosfera marina, basata sul contributo attivo dei cittadini.
Una giuria di esperti per premiare il talento
La valutazione dei progetti di Hack The Blue Way è stata affidata a una giuria di alto profilo. Ne facevano parte Elena Grech, vicedirettrice della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea; Carlo Bagnoli, Program Leader di iNEST; Franco Scolari, direttore del Polo Tecnologico Alto Adriatico; Piero Zecchini, direttore della Barcolana; e Sonia Lussi per Confindustria Alto Adriatico. Un gruppo di esperti capace di unire competenze scientifiche, istituzionali e imprenditoriali per valorizzare la qualità delle idee presentate.
Il progetto iNEST e la rete dell’innovazione
Ma cos’è esattamente iNEST?
Il nome completo è Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem. È una delle 11 reti italiane di ricerca territoriale finanziate dal PNRR. La missione del progetto è rafforzare il legame tra università, imprese e istituzioni locali per favorire la trasformazione tecnologica dei processi produttivi. Un obiettivo che punta alla sostenibilità economica, ambientale e sociale nei territori di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. In questo contesto, Hack The Blue Way rappresenta un modello virtuoso: una palestra dove la ricerca applicata incontra la creatività giovanile e la visione imprenditoriale.
Blue Economy e futuro sostenibile dell’Adriatico
La Blue Economy è oggi uno dei pilastri dello sviluppo europeo. Eventi come Hack The Blue Way dimostrano che innovazione e sostenibilità possono procedere insieme, creando valore per le comunità costiere e per l’ambiente.Le idee nate a Trieste non sono solo progetti accademici, ma soluzioni reali per un futuro più digitale, verde e inclusivo. Un futuro in cui la conoscenza diventa impresa, e l’impresa si fa responsabilità ambientale.
Scopri di più
Per approfondire il progetto e le iniziative legate alla Blue Economy visita theblueway.it