A cura di Luca Medici
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Il design spesso si occupa di colmare un bisogno, una necessità di creare qualcosa di utile, di bello, di innovativo, ma non sempre riesce a creare oggetti unici. Pochi sono i capolavori che durano negli anni, diventando vere icone di stile.
- Fra le lampade che amo di più che il modello Luxo L-1 progettata nel 1937 dall’ingegnere norvegese Jacob Jacobsen. Prima di tutto Jacobsen acquistò il brevetto della lampada Anglepoise, ideata nel 1932 da George Carwardine e messa in produzione nel 1938 da un fabbricante di molle. Jacobsen ne sviluppò una variante più elegante, perfezionando il meccanismo, ingentilì le linee e migliorò il sistema elastico. Il risultato è quello che ancora oggi possiamo ammirare, una lampada moderna e senza tempo, un vero e proprio pilastro del design applicato al mondo dell’illuminazione.
- Per una buona lettura oppure per una buona conversazione abbiamo bisogno di una poltrona comoda, se è anche bella abbiamo fatto bingo. Una delle mie preferite è il modello 904 di Poltrona Frau, un gran classico del Made in Italy. Torniamo indietro nel tempo e arriviamo nel 1930. Renzo Frau era un artigiano tappezziere, lavorava nel suo laboratorio prendendo spunto dalle sellerie automobilistiche e ispirandosi ai modelli delle poltrone inglesi. Lui però non si limitava a copiare, apportava sempre delle utili varianti per rendere sempre migliori i suoi prodotti. Dopo la sua morte (1926) lasciò alla moglie le redini del laboratorio che, con uno stile Déco, creò nel 1930 il modello 904. Fu un successo immediato entrando in set cinematografici, navi, alberghi e abitazioni private fino all’uscita di produzione nel 1940. Rieditata nel 1982 con un nuovo nome, Vanity Fair, è venduta ancora oggi come un gran classico dello stile italiano, soprattutto con l’iconico rivestimento in pelle rossa.
- Le sedie in rete metallica hanno una storia interessante da raccontare. Correva l’anno 1951 quando Charles e Rey Eames svilupparono un progetto capace di coniugare sviluppo e ricerca di nuovi materiali fino ad arrivare a concepire la piegatura del filo d’acciaio. Questo filo, se saldato con una speciale saldatura elettrica di tipo industriale, crea un elegante disegno regolare che, piegato e bordato, conferisce alla struttura la giusta solidità. Il modello DK fu l’apripista di una lunga serie. Nel 1952 Harry Bertoia, un collaboratore di Eames, lascia lo studio e mette a punto una personale interpretazione di questa sedia, che verrà prodotta dalla concorrente Knoll International con il nome “modello n. 420C”. Questa sedia è entrata di diritto nelle icone evergreen del design internazionale per il suo alto valore simbolico ed evocativo ispirato al prodotto industriale.
- A volte c’è un’idea valida, ma talmente all’avanguardia da non essere immediatamente realizzabile: è il caso della prima sedia al mondo in plastica stampata in un unico pezzo, la bellissima e sinuosa Panton Chair. Torniamo indietro nel tempo e arriviamo negli anni ’60, quando Verner Panton modellò con le sue mani la forma di una sedia monolitica che ha fatto la storia del design. L’idea fu quella di plasmare una sedia in un unico blocco, realizzata con un solo materiale, senza stacchi e senza nessuna giuntura. Ci volle un anno per realizzare il primo prototipo, dal 1959 al 1960, ma ai tempi non esisteva nulla di adatto per realizzare questa sedia scultura. Nessuna resina e nessuna plastica di allora infatti poteva garantire la necessaria solidità all’intero volume della sedia. Il progetto fu accantonato e ripreso da Herman Miller solo nel 1967 quando, grazie ad una resina prodotta dalla Bayer, che potè assicurare le dovute garanzie. Entrò dunque in produzione con il brand Vitra, per conto di Herman Miller e tutt’oggi la sedia di Panton è ancora in catalogo.
- Nel 1965 Artemide lancia la lampada da tavolo Eclisse, disegnata da Vico Magistretti. Stiamo parlando di una doppia rivoluzione del design, vi spiego il perché. Le forme della lampada, che si ispira alle fasi lunari, si compongono dall’utilizzo contemporaneo di due sfere ed una semisfera. Una sfera contiene un’altra sfera che, tramite una semplice rotazione distribuisce e regola il flusso luminoso, le due sfere poggiano su una base a semisfera creando un gioco di volumi unici nel suo genere. Inoltre troviamo la plastica come unico materiale per realizzare questa lampada, una vera rivoluzione per l’epoca. L’unione del genio di Magistretti con l’intuizione avanguardista di Artemide ha portato fino ai giorni nostri un piccolo capolavoro del design italiano conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo!
tratto da:
Milano 24orenews Marzo 2021
Roma 24orenews Marzo 2021