Semaforo elettrico: il primo datato 5 agosto 1914

Il primo semaforo elettrico cambia la storia

Il 5 agosto 1914 segna una svolta epocale nella storia della mobilità urbana. A Cleveland, nell’Ohio, viene acceso il primo semaforo elettrico, all’incrocio tra East 105th Street e Euclid Avenue. Una folla di cittadini, giornalisti e autorità si raduna per assistere all’evento. L’invenzione promette di rivoluzionare la viabilità delle città americane — e, in seguito, del mondo intero. Questo innovativo strumento, montato su una colonnina, è dotato di quattro coppie di luci: ogni coppia mostra un segnale rosso (per lo stop) e uno verde (per il via libera). La gestione del traffico avviene manualmente, da remoto, tramite una cabina di controllo presidiata da un agente di polizia.

James Hoge, l’inventore del primo semaforo elettrico

Dietro al primo semaforo elettrico della storia c’è James Hoge. L’inventore statunitense aveva già registrato il suo brevetto nel 1910, ben quattro anni prima dell’attivazione a Cleveland. Il suo obiettivo era semplice e ambizioso: ridurre gli incidenti e migliorare la sicurezza stradale attraverso un sistema di segnalazione visiva chiara e diretta. Il semaforo di Hoge rappresentava un’evoluzione dei precedenti sistemi visivi, ancora rudimentali, ed era pensato per essere compreso da chiunque, conducente o pedone.

Semaforo elettrico: l’evoluzione dopo il 1914

L’idea di James Hoge è destinata a evolversi rapidamente. Nel 1920, a Detroit, l’ingegnere della polizia William Potts introduce il primo semaforo automatico, eliminando la necessità della gestione manuale. Pochi anni più tardi, nel 1923, l’inventore afroamericano Garrett Morgan propone una modifica decisiva: l’introduzione della luce gialla per segnalare la transizione tra il verde e il rosso. Questa innovazione permette di regolare in modo più fluido e sicuro il flusso del traffico, e costituisce ancora oggi la base del funzionamento semaforico moderno.

Dalle navi alle strade: il codice dei colori

Il sistema dei colori adottato nei semafori – rosso per fermarsi, verde per andare, giallo per rallentare – non è una scelta casuale. Le sue origini risalgono alla segnaletica navale, dove questi colori erano già in uso per comunicazioni visive immediate tra imbarcazioni. L’efficacia del codice cromatico si basa su una combinazione di semplicità e universalità: in tutto il mondo, quei tre colori comunicano con chiarezza messaggi precisi e intuitivi.

Un precedente a Londra nel 1868

Il concetto di semaforo non nasce interamente con Hoge. Già nel 1868, a Londra, viene realizzato un prototipo chiamato “semaphore”, ideato da J.P. Knight, un ingegnere ferroviario. Il modello britannico consisteva in un palo con un’asta mobile: quando l’asta era orizzontale, significava stop; quando parallela al palo, indicava via libera. Durante la notte, il sistema utilizzava due lanterne a gas, una rossa e una verde. Tuttavia, proprio l’alimentazione a gas risultò pericolosa: alcuni incidenti portarono al rapido abbandono del dispositivo.

Il semaforo oggi: un’eredità del 5 agosto 1914

Oggi il semaforo elettrico è parte integrante della vita urbana. Non solo nelle grandi metropoli, ma anche nei piccoli centri, i semafori regolano incroci e attraversamenti, coordinando milioni di veicoli e pedoni ogni giorno. La loro presenza garantisce ordine, sicurezza e fluidità nel traffico. È difficile immaginare un mondo moderno senza questa invenzione — nata, appunto, il 5 agosto 1914 a Cleveland.

Curiosità e impatto del semaforo elettrico nel tempo

  • Nel 1914, all’epoca del primo semaforo, le automobili erano ancora una novità: l’innovazione fu inizialmente accolta con meraviglia.
  • Oggi, il mondo conta oltre 1 miliardo di veicoli in circolazione e milioni di semafori installati.
  • Alcune città utilizzano semafori intelligenti con sensori, telecamere e connessioni AI per regolare il traffico in tempo reale.

Una colonnina che ha cambiato il mondo

Tutto ha avuto inizio con una semplice colonnina rossa e verde. L’evento del 5 agosto 1914 rappresenta più di una novità tecnica: segna l’inizio di un nuovo approccio alla mobilità urbana, basato su regole condivise e sicurezza. Il semaforo elettrico, da allora, ha accompagnato l’evoluzione delle città, adattandosi alle esigenze di una società in movimento. Oggi, continua a guidarci – incrocio dopo incrocio – grazie all’ingegno di chi, più di un secolo fa, guardava al futuro.

GIORGIO CORTESE
a cura di Giorgio Cortese
Articolo precedenteNotte delle Lampare Cetara: tra mare, luci e sostenibilità
Articolo successivoProtezione occhi estate: 6 regole per difendere la vista al sole