Ferdinando Scianna, uno dei fotografi italiani più autorevoli a livello internazionale, è protagonista della mostra inaugurata il 13 novembre presso il Centro Culturale di Milano. Questa retrospettiva, intitolata “La geometria e la compassione“ e curata dallo stesso Scianna insieme a Camillo Fornasieri, presenta 60 opere fotografiche in bianco e nero. Aperta al pubblico dal 14 novembre, sarà visitabile fino al 18 gennaio 2025.
Questa esposizione non è solo un’opportunità per riflettere sul ruolo della fotografia nel mondo contemporaneo, ma anche un’esplorazione del pensiero originale di Scianna sulla condizione umana.
Il titolo della mostra richiama due concetti fondamentali:
- la geometria, simbolo di ordine e struttura,
- e la compassione, che rappresenta l’empatia verso il dolore altrui.
Scianna stesso afferma che la fotografia non può cambiare il mondo, ma può aiutare a vedere ciò che spesso scegliamo di ignorare.
Un viaggio attraverso le immagini
Le immagini selezionate raccontano realtà che conosciamo ma che spesso non vogliamo guardare. Scianna ha voluto trattenere e condividere momenti significativi del suo percorso, riflettendo su temi come miseria, malattia, violenza, emigrazione e solitudine. Ogni capitolo della mostra esplora questi temi attraverso parole e immagini, offrendo una visione profonda e toccante del mondo.
La mostra si sviluppa in otto capitoli, ciascuno dedicato a un tema specifico, costruendo un racconto visivo denso di emozioni e autenticità. Il percorso espositivo ricorda anche i reportage più celebri di Scianna, come il volume Feste religiose in Sicilia del 1965, che segnò l’inizio della sua carriera internazionale.
Un legame con la Letteratura
Scianna ha anche scritto numerosi testi che accompagnano le fotografie, riflettendo sugli “incontri” vissuti nel corso della sua carriera. Le opere provenienti da Paesi come Etiopia, Sudan, Bangladesh, India, Vietnam, Stati Uniti, Italia, Francia e Libano, catturano momenti di sofferenza, speranza, ricerca della felicità. Volti e situazioni che hanno lasciato un’eco profonda nell’animo dell’autore. Immagini come quelle di Beirut (1976) o Napoli (1984) riflettono l’approccio documentaristico dell’autore e la sua capacità di trasformare il dolore in compassione.
“Ferdinando Scianna: La geometria e la compassione” è un’esposizione di grande potenza espressiva, che invita il pubblico a riflettere sulla bellezza e la complessità della condizione umana. Con questa mostra, Scianna si riavvicina ai suoi reportage e alla sua ricerca fotografica, continuando a esplorare il mistero del mondo attraverso la fotografia e la scrittura.
Ferdinando Scianna
Scianna ha una longeva e straordinaria attività di photoreporter e autorialità di reportage che lo ha portato ad essere il primo italiano membro della storica Agenzia MAGNUM, presentato nel 1982 proprio da Chartier-Bresson. Dal 1987 alterna al reportage e al ritratto, la fotografia di moda e di pubblicità con successo internazionale.
Borges, Kundera, Barthes, John Lennon, Monica Bellucci, Carthier-Bresson, Scorsese tra i tanti ritratti particolarissimi e intensi di intellettuali e artisti.
Trasferitosi a Milano negli anni Sessanta, siciliano di Bagheria, in Sicilia, diventa figlio della metropoli milanese a tutti gli effetti. Attento alla cultura intrattiene anche un’attività critica e giornalistica su temi di fotografia e di comunicazione. Esposto in loghi e musei di diversi Paesi del mondo, con una bibliografia piuttosto sterminata.