progetto formae lucis
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dal 4 giugno al 15 settembre 2021

la nuova mostra diffusa di Formae Lucisprogetto formae lucis2

Alfonso Sista : “La mostra riprende il discorso di conoscenza e valorizzazione avviato trent’anni fa dall’allora Soprintendenza per i Beni Artistici della Liguria”  12 siti tra le province di Imperia e Savona per l’evento diffuso sul  territorio che  raccoglie la quasi totalità dei cartelami patrimonio della Diocesi di Albenga-Imperia

E’ stata inaugurata venerdì 4 giugno, con un evento all’Oratorio di San Pietro, al Parasio di Porto Maurizio, Imperia, la nuova mostra realizzata dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Albenga-Imperia nell’ambito del progetto di valorizzazione Formae Lucis. Pitture da illuminarsi alla notte, visitabile fino al 15 settembre 2021, è una mostra diffusa sul territorio diocesano e dedicata all’arte effimera dei cartelami, apparati
scenografici utilizzati per i riti della Settimana Santa.

Dodici le tappe sul territorio di Imperia e Savona per un’esposizione che, curata da Alfonso Sista, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Imperia e Savona e Don Danilo Galliani, vede la collaborazione con il critico d’arte Francesca Bogliolo e con il restauratore Giorgio Gavaldo, e si avvale del contributo della Fondazione De Mari di Savona. I cartelami torneranno a farsi ammirare dal pubblico ad Albenga, Imperia, Civezza, Vasia, Cosio D’Arroscia, Acquetico, Andora, Laigueglia, Zuccarello, Ligo, Toirano e Borgio.

Le opere esposte risalgono all’epoca barocca e sono per lo più realizzate a olio o tempera su cartoni, sagome di legno o metallo. Rappresentano la testimonianza di una liturgia andata quasi dimenticata che li vedeva parte di scene teatrali arricchite di musiche e canti durante le quali erano recitati e narrati episodi evangelici del Triduo Pasquale, con particolare attenzione alla Passione di Cristo. Sacre rappresentazioni che si servivano dei cartelami come cornici sceniche removibili, “apparati effimeri” il cui scopo era di consentire al fedele di evocare ed entrare sempre più nel mistero celebrato recitando o assistendo da spettatore alla scena. «Parte di un percorso di fede legato alla salvezza dell’anima, i cartelami sono al contempo opere alte e popolari il cui messaggio parla alle persone – spiega Castore Sirimarco, direttore dell’Ufficio beni culturali – l’intento di Pitture da illuminarsi alla notte è dunque anche quello di coinvolgere comunità nascoste e dimenticate che meritano la giusta attenzione, accrescendo la coscienza stessa dei parroci sui tesori custoditi nelle proprie chiese e sacrestie. In questi mesi il progetto di valorizzazione Formae Lucis, veicolo di interazione tra l’Ufficio Diocesano dei Beni Culturali e le Parrocchie, ha innescato e incrementato vitalità creativa attorno ai tesori locali tra cui i cartelami, capaci di suscitare ammirazione e stupore nei grandi come nei piccoli. In questi tempi in cui l’immagine virtuale ha saturato i nostri occhi, ritornare alla fragilità materiale del cartelame ha, forse più che mai, il sapore di una riscoperta commuovente: un tuffo sorprendente in un passato il cui fascino non potrà mai essere soppiantato da imitazioni o riproduzioni su piccolo o grande schermo». progetto formae lucis3

«Questa mostra è per noi un importante evento con valenza sia pastorale sia culturale – sono le parole di Don Emanuele Caccia, di Formae Lucis –Sono numerose le piccole parrocchie coinvolte nel progetto, spesso periferiche e per questo motivo svantaggiate dal punto di vista del coinvolgimento del pubblico e della tutela degli straordinari
tesori artistici che custodiscono».  «La mostra riprende il discorso di conoscenza e valorizzazione, avviato trent’anni fa dall’allora Soprintendenza per i Beni Artistici della Liguria e sfociato nella esposizione dal titolo Il gran teatro dei cartelami tenutasi al Palazzo Ducale di Genova nel 2013 – spiega Alfonso Sista – Con l’occasione, oltre alla rilettura di numerosi apparati a cura di valenti studiosi verranno mostrati per la prima volta alcuni cartelami ritrovati, ma scomparsi dalla memoria collettiva, come le dodici figure del complesso della Crocifissione e Deposizione di Cristo di Civezza, l’apparato per il Sepolcro di Acquetico del 1738, il Calvario e il Cristo alla colonna di Toirano. Gli apparati effimeri costituivano particolari scenografie, di struttura più o meno complessa, messe in scena sia in Italia che nel resto d’Europa in determinate occasioni, tra i secoli XVI e XX, e smontate al termine dell’evento che le aveva originate. Dapprima costituiti da semplici apparati, i Sepolcri si evolveranno assumendo progressivamente forme molto elaborate e complesse di dimensioni tali da ricoprire intere cappelle in cui si cimentarono pittori ed architetti. Uno degli obiettivi di queste rappresentazioni, allestite con il meccanismo della “festa” barocca, era quello della “meraviglia” che si raggiungeva attraverso una complessa azione combinata di musiche, figurazioni e luci, tali da suscitare lo stupore nel pubblico». I 12 siti sono distribuiti in maniera equilibrata tra le due province di Savona e Imperia e rappresentano la quasi totalità del complesso dei cartelami diocesani. L’itinerario della mostra sarà illustrato in anteprima con un video a cura di Mattia Sacchiero in occasione dell’evento di lancio del 4 giugno all’Oratorio di San Pietro, possibile grazie alla collaborazione con la Confraternita omonima guidata dal priore Giuseppe Ansaldi. All’incontro parteciperà, per motivi legati all’emergenza sanitaria, un numero ristretto di ospiti tra cui i sindaci dei comuni coinvolti

Christian Flammia
a cura di Christian Flammia
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