giallo narciso

Il viaggio lento ed intenso dell’Amore 

di Teobaldo Fortunato

Romanzo d’esordio per Donata Maria Biase: una storia d’amore dal plot quanto mai lineare, pur nella apparente complessità dei risvolti che la vita e gli incontri fortuiti riservano.
E come in molte storie di debutti letterari, sembra che il vissuto dell’autore in qualche modo si intrecci e si innesti nel flusso della quotidianità dei personaggi che si muovono in mondi e paesi magari solo in apparenza lontani da quelli della scrittrice.
La narrazione scorre lenta, cadenzata come il viaggio occasionale del treno in cui Lorella, la protagonista ritrova il diario di Elisa dagli occhi verdi e legge tutta d’un fiato la sua storia d’amore: amori e relazioni che si fondono e talora sembrano confondersi nel sottile gioco della lingua, controllata e precisa come quello utilizzata da un notaio (e nella realtà, Donata Maria Biase svolge l’antica, aristocratica professione notarile).
Il diario appare e si impone “come lo strumento che ci ha messe in contatto e che può far sorgere tra di noi un rapporto importante da cui potremo entrambe attingere linfa vitale”, come sapientemente afferma Lorella. In realtà, nell’intero romanzo è il rapporto con l’altro, Valerio o Vittorio che sia, a determinare e minare le azioni, fino a spezzare il filo che lega entrambe a quello che loro ritenevano fosse l’uomo “perfetto” della vita.
I colpi di scena sono come in ogni ottimo romanzo, dietro l’angolo o compaiono all’improvviso anche senza le notti tempestose e buie! Una scrittura puntuale e didascalica, accattivante e rigorosa, quella della Biase che conduce il lettore fino all’ultima pagina che come Elisa, “riesce a comunicare una decisione così tragica con tono delicato, quasi con dolcezza”.

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