L’inflazione dall’inizio del nuovo anno è considerato dagli addetti ai lavori il mover principale dei mercati finanziari: difatti, valori nettamente al di sopra dei target fissati nelle economie occidentali più importanti, hanno costretto le Banche Centrali di riferimento a rivedere, e anche con urgenza, la guidance di politica monetaria fino al quarto trimestre dello scorso anno decisamente accomodante. Le contromisure messe in campo fino a questo momento, ovviamente, non sono ancora sufficienti per impattare sulla dinamica inflattiva, dando chiari segnali di distensione, anzi i dati rilasciati nella prima metà di luglio hanno evidenziato nuovi record rispetto agli ultimi trenta anni sia negli Stati Uniti sia nell’Eurozona, negando ancora una volta la formazione del tanto atteso picco di valore.
Qualche timida avvisaglia in senso positivo arriva, secondo gli analisti, dai prezzi delle materie prime, in particolare del settore energia, che pian piano sembrerebbero rientrare dagli eccessi innescati dallo scoppio della crisi geopolitica.
Tale circostanza, tuttavia, non ha sortito alcun effetto sui mercati finanziari, non a caso tutti i comparti continuano ad essere caratterizzati da una profonda incertezza, creando non poche difficoltà ai risparmiatori, che se da un lato hanno la necessità di proteggere i propri capitali dall’effetto erosivo indotto dall’inflazione dall’altro non possono contare su alcun safe haven asset.
Data l’attuale situazione, come evidenziato dagli esperti dell’autorevole Mercati24, portale specializzato nel trading online, per strutturare una pianificazione finanziaria è fondamentale far proprie determinate competenze, utili nella costruzione di una strategia così efficace da rendere l’investitore autonomo nelle scelte operative.
Asset allocation per difendersi dall’inflazione
Una diversificazione dell’asset allocation strategica, capace di confrontarsi con scenari iperinflattivi, richiede che il risparmiatore sia in possesso di un profilo di rischio abbastanza elevato e di un orizzonte temporale congruo: difatti, com’è ben noto, il comparto equity rappresenta l’arma più efficace per difendere i capitali dalla svalutazione in termini reali nel lungo periodo; pertanto in questo contesto potrebbe rendersi necessario inserire nei portafogli statici una parte non irrilevante di titoli azionari.
È chiaro che, per limitare le oscillazioni di prezzo dovute all’elevata volatilità, si possa ricorrere all’impiego di specifiche tecniche operative per strutturare l’allocazione.
Dalla costruzione dell’asset allocation all’implementazione di tecniche di copertura
Nella fattispecie, un modus operandi che non richiede grandi abilità per la sua implementazione è rappresentato dall’ingresso sui vari sottostanti dell’equity market in piccole tranche distanziate nel tempo, per abbassare i prezzi medi di carico in caso di forti draw down. Gli investitori con un considerevole background finanziario utilizzano invece piattaforme di negoziazione molto evolute che consentono di estrarre valore dalle tendenze al rialzo dei prezzi di un asset così come da quelle al ribasso: sfruttando questo tipo di approccio, si possono effettuare operazioni di copertura durante le fasi di risk off delle componenti più volatili o addirittura costruire strategie di breve termine per andare a rafforzare l’asset allocation statica.
Gli intermediari più interessanti per disporre l’operatività appena descritta sono di sicuro i broker online: tali soggetti, infatti, non solo mettono a disposizione degli utenti -anche quelli in possesso di piccoli capitali- tool estremamente sofisticati senza richiedere alti costi commissionali, ma soprattutto offrono alcune funzionalità che consentono a chiunque di effettuare in autonomia operazioni di compravendita. Le piattaforme più avanzare si integrano con gli expert advisor, sistemi automatici che sviluppano una strategia generata da algoritmi, mentre attraverso i social trading si possono replicare le idee di investimento condivise da altri iscritti al network.