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Due colori esistono al mondo.

Il verde è il secondo.

 

A Nurallao, forse Nuoro forse Cagliari, di sicuro cuore antico della Sardegna più antica. In nessun luogo come qui viene voglia di tirare le orecchie a sant’Agostino e dirgli “no, non è vero che Nomina sunt consequaentia Rerum”, anzi, è vero il contrario: sono i Nomi che fanno le cose! Insomma, ti invitiamo ad entrare – e non da turista – dentro un mucchio di detriti rocciosi, insomma una morena, una morra, mucchio di dita (gioco delle dita!) che parla di una origine etrusca – mura, murani, murina, muru – straordinariamente eppure concretamente corrispondente all’origine paleo sarda e nuragica… Insomma sei finito nel regno dei Nuraghe, nuragi o nuraghi?
E ti divertirai perfino a “sbagliare” senza sbagliare mai, perché qui lo scambio nasale della N e della M è di casa, di corpo, di antichissima realtà. Qui tutto è Mura: mura e murra, nura e nurra, murra e morra. Nurake e nuraghe, nuraxi e anche muraghe. E ancora nura, nurra e… mucchio, cumulo! Ma scusa: il Nuraghe che hai sempre visto in cartolina oppure intravvisto turisticamente tra un bagno e un’aragosta qui in Sardegna, non è forse un Mucchio di sassi?! Benvenuto a Nurallao-Nuraghe, che però tu hai già capito che non si pronuncia così: troppo ovvio. Qui si dice Nuradda. Poi, fai qualche salto e scopri che a Guasila si dice Nuraddèi, e a Suni si dice Nuraddèo, e a Porto Torres si dice Nuragaddu, mentre a Bortigali e Dualchi preferiscono dire Muradda. Se a questo punto non ti sei accasciato su una pietra nuragica, guardati intorno e dàtti un pizzicotto: ti abbiamo catapultato in uno dei luoghi più antichi della storia delle civiltà umane. E tu riuscirai a stento a dipanare il groviglio tra ciò che vedi e ciò che immagini, tra lo stupore delle testimonianze e le suggestioni che da ogni sasso, da ogni oggetto, la tua fantasia ti porterà a raffigurare. Qui i primi depositi di bronzo che hanno insegnato a capire la paleo tecnica dei metalli, qui i bronzetti di una Dèa e del Sardus Pater. Qui i nuraghe Poiolu, Nieddiu, Tramalizu, Frumiga,Pranu de is Faas. E presso il Nieddiu, un pozzo sacro così somigliante ai manufatti edilizi di epoca punico-romana. Qui la tomba megalitica di Aiodda. E qui i tanti Menhir. Qui monili e reperti di immenso valore. Tra qui e Isili, lo stupefacente Bidda Becia, una città d’epoca romana di cui restano tracce di case,strade, pozzi.. Più ti si rinfresca il cervello e lo sguardo, più – è comprensibile – il caldo estivo ti assale. Pronti! Due passi ed eccoti a Funtana is arinus, il parco che non ti immaginavi, il bosco, le cascate! Ma quante sono? Ciao, resta qui tutto il tempo che vuoi.
 
 
Maschere, menhir,

pupazzi, sculture,

icone, monumenti…

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
un “teatro” che

vive da millenni e

non ha bisogno di

pubblico

né di applausi…

 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 
 
 
 
 
 
eta

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