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Storie dell’arma dei Carabinieri.Carabinieri

Certe parole hanno uno sviluppo che si snoda nei secoli, se dall’arma bianca partigiana che identificava il capo di una milizia armata medievale  arriviamo al lemma partigiano che significa oggi appartenente ad una fazione armata, abbiamo un passaggio semantico analogo a quello di carabin,  che in origine era un soldato di cavalleria leggera che usava arma da fuoco portatile introdotta dagli Arabi in Spagna e passata in Italia verso la metà del sec. 16°.  In seguito fucile leggero e maneggevole, generalmente a una canna, internamente rigata, usato  anche per la caccia.

I primi carabinieri sono stati creati in Francia da Luigi XIV il re sole chiamati così per indicare quel particolare tipo di unità del proprio esercito, e la  carabina era  stata considerata un’arma più appropriata, rispetto al moschetto e fucile,  per l’utilizzo da parte di unità d’élite a cavallo, in quanto era più leggera e facile da gestire. Nell’ambito delle unità di fanteria vengono definite con il nome di “carabinieri” le unità di élite. Nel 1794 con il termine carabinier vengono definite le truppe di élite dei battaglioni di fanteria leggera di granatieri e fanteria di linea.

Nella  Russia imperiale durante le guerre napoleoniche le e unità di Jasger,  cacciatori. del fianco destro furono chiamate “Carabinieri” cosi nel 1813 anche  i Bayerische Jager Volunteer Corps.  Nell’esercito belga gli Chasseurs avevano due  reggimenti di  carabinieri che si scontrarono nell’agosto 1914 ancora con l’uniforme del secolo precedente, poi nel 1992  i due reparti sono stati fusi nel reggimento carabinieri Prince Baudouin. Si chiamavano  carabinieri i contingenti Waldeck, Lippe-Detmold, Shaumburg-Lippe del 2º battaglione del 6º reggimento Rheinbund. Il 2º reggimento di fanteria leggera Nassau. Vengono chiamati carabinieri gli Irlandaise Legione, legione irlandese,in servizio presso la legione straniera francese. Carabinieri cacciatori eredi dei “Volteggiatori-Carabinieri” di Vestfalia creati da Girolamo Bonaparte. Esistevano presso lo sato Pontificio “Carabinieri indigeni” composti con arruolati italiani e i “Carabinieri esteri”, composti da arruolati stranieri.

Arma dei Carabinieri

Nel Regno d’Italia del periodo napoleonico, sotto il vicerè Eugenio di Beauharnais erano presenti nei ranghi della “Guardia” dei “Veliti Carabinieri”. Nel 1812 uno dei tre battaglioni del ricostituito esercito reale spagnolo fu chiamato “Carabinieri”. Il 13 luglio 1814 viene creato con “Regie patenti” il “Corpo dei Reali Carabinieri” definite le truppe migliori dell’esercito sabaudo perché composto da militari scelti tra gli altri per “buona condotta e saviezza distinti”. Il documento istitutivo dei Carabinieri, a firma di Vittorio Emanuele I, è conservato presso il Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri. Nel 1850 nell’esercito delle Due Sicilie furono istituiti un reggimento di carabinieri a cavallo e un reggimento di carabinieri  “a piedi” da non confondere con la Gendarmeria il corpo di polizia militare. Anche nel resto del mondo abbiamo stati che hanno i carabinieri. In Bolivia troviamo la forza di gendarmeria   boliviana, il Cuerpo Nacional de Carabineros, in Cile i gendarmi sono i Carabineros de Chile.

In Colombia la forza specializzata della polizia colombiana sono gli Escuadrones Mòviles de Carabineros. In Moldavia la forza di gendarmeria  moldava è detta Trupele de Carabinieri. Nel Principato di Monaco troviamo l’unità Compagnie des Carabiniers du Prince, in Spagna, infine, i Carabineros la forza di gendarmeria spagnola creata nel 1829, incorporata nel 1940 nella Guardia Civil. Noi in Italia abbiamo l’Arma dei Carabinieri che per me è la migliore di tutte. Grazie alle Forze dell’Ordine che con umiltà e coraggio mettono la propria vita al servizio della comunità e dei più deboli.  La Costituzione è il cuore dello Stato, i carabinieri ne sono le braccia e le gambe. Onore ai carabinieri che vanno avanti nonostante tutto, a quelli che non ce l’hanno fatta, alle nuove leve e a chi non è più in servizio. Onore al braccio destro dello Stato e al rifugio della società che soffre. Viva l’Arma!

Giorgio Cortese
A cura di Giorgio Cortese
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