Cibo sostenibile certificato al centro del dibattito
Il tema del cibo sostenibile certificato è sempre più centrale nel panorama agroalimentare internazionale. Durante il Pizza Village di Milano, ospitato nel Parco CityLife, si è svolto il convegno “Cibo, sostenibilità e certificazione. La pizza e le eccellenze agroalimentari italiane nell’era #EcoDigital”, promosso da Fondazione UniVerde, Rete #EcoDigital, Euro-Toques Italia e Federazione Italiana Cuochi – FIC, con il supporto dell’Azienda Agricola Camozzi Gianni e di ITA0039 | 100% Italian Taste Certification by Asacert. L’iniziativa ha messo in luce come il legame tra cultura, territorio e prodotti di qualità, icona della pizza napoletana in primis, trovi oggi nella tecnologia un prezioso alleato. Blockchain, intelligenza artificiale e tracciabilità digitale garantiscono autenticità e trasparenza, rafforzando la fiducia tra produttori e consumatori.
Pizza napoletana e cibo sostenibile certificato
La pizza napoletana, riconosciuta dall’UNESCO nel 2017 come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, è stata protagonista del dibattito. Ogni ingrediente, dalla farina al pomodoro, dall’olio extravergine al fior di latte, può essere certificato e tracciato, costruendo una vera e propria “carta d’identità” digitale. Questo modello è un esempio virtuoso di come il cibo sostenibile certificato possa difendere l’identità del Made in Italy e contrastare l’omologazione dei mercati globalizzati. Come ricordato dal presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio, il digitale non è un ostacolo ma uno strumento per raccontare il valore di un mestiere, la storia di un territorio e la passione di chi coltiva e cucina.
Le voci delle istituzioni e degli esperti
L’evento è stato inaugurato dal saluto istituzionale di Emmanuel Conte, Assessore al Comune di Milano, che ha ribadito come la città, dall’Expo 2015 in poi, sia diventata un laboratorio di cultura del cibo e sostenibilità. Claudio Sebillo, fondatore del Pizza Village, ha ricordato il ruolo internazionale dell’iniziativa come ambasciatrice della pizza e delle tradizioni partenopee, mentre Gianni Tarabini di Euro-Toques Italia ha sottolineato l’importanza della filiera corta come garanzia di qualità e sicurezza. Il segretario generale della Federazione Italiana Cuochi, Salvatore Bruno, ha evidenziato come la biodiversità e le tradizioni locali rappresentino il cuore della cucina italiana, oggi rafforzata dalla comunicazione digitale.
Cibo sostenibile certificato come brand Italia
Per Dominga Cotarella, presidente della Fondazione Campagna Amica, la pizza è molto più di un piatto: è un simbolo del vero Made in Italy. Tuttavia, minacce come i dazi, i tagli alla PAC e le crisi ambientali mettono a rischio il comparto agricolo. Da qui la necessità di puntare su produzioni certificate, trasparenti e tracciabili, capaci di accrescere la consapevolezza dei cittadini. Anche Edoardo Camozzi, agronomo dell’Azienda Agricola Camozzi Gianni, ha ribadito l’importanza di modelli produttivi a residuo zero, rispettosi della biodiversità e della salute. Una visione che mette al centro la responsabilità verso consumatori e future generazioni.
Certificazioni, tutela e futuro dell’agroalimentare
Il convegno ha dato spazio anche all’intervento di Fabrizio Capaccioli, CEO di Asacert, che ha sottolineato i danni dell’“Italian Sounding”: oltre 10 miliardi di euro l’anno solo in Lombardia. Con ITA0039, la certificazione 100% Italian Taste, viene offerta una garanzia concreta ai consumatori e un vantaggio competitivo alle imprese. Moderato dalla giornalista del Corriere della Sera Cook Chiara Maria Amati, l’incontro ha ribadito come il futuro del cibo sostenibile certificato risieda nell’integrazione tra tradizione e digitale. La rivoluzione #EcoDigital non è solo una strategia tecnologica, ma un paradigma culturale che unisce sapienza artigianale e innovazione.
Questa Italia tra tradizione e innovazione
Il Pizza Village di Milano ha confermato il suo ruolo di piattaforma culturale e gastronomica di rilevanza internazionale. Qui, il cibo sostenibile certificato non è stato soltanto un tema di riflessione, ma una sfida concreta per difendere la nostra identità enogastronomica.Dalla pizza napoletana alla filiera corta, dalle certificazioni digitali alla tutela contro le contraffazioni, emerge un unico messaggio: il Made in Italy è un patrimonio da proteggere e promuovere, anche attraverso le tecnologie più avanzate. L’Italia, con le sue eccellenze agroalimentari, resta un modello di sostenibilità, sicurezza e cultura alimentare. Un modello che deve continuare a raccontarsi al mondo, con la stessa passione con cui un pizzaiolo prepara la sua pizza, custodendo un’arte che è al tempo stesso tradizione, innovazione e futuro.