La passata di pomodoro è vegana? Perché la certificazione conta davvero
A prima vista la domanda sembra scontata: la passata di pomodoro è vegana perché è fatta solo di pomodoro. In realtà non è così semplice. Dietro a confezioni apparentemente identiche si possono nascondere ingredienti, processi e pratiche aziendali che rendono il prodotto non compatibile con uno stile di vita vegano. Ecco perché la certificazione vegan è importante – non come vezzo commerciale, ma come garanzia di trasparenza e tutela per il consumatore.
Perché anche la passata di pomodoro può non essere vegana
Molti prodotti a base di pomodoro vengono confusi tra loro: passata, salsa, sugo pronto o condimento. Legalmente e tecnicamente queste categorie differiscono, ma il consumatore medio non dispone sempre degli strumenti per riconoscerle. Questo può creare rischi:
- Ingredienti nascosti: aromi, addensanti, gelificanti o insaporitori usati in salse e preparati possono derivare da fonti animali (es. siero di latte, gelatina, colla di pesce).
- Cross-contamination: linee produttive condivise con derivati animali possono causare tracce non volute.
- Test sugli animali e pratiche aziendali: alcune aziende possono effettuare o commissionare test non compatibili con i principi vegan.
Per questi motivi, è utile non limitarsi alla lista ingredienti ma cercare una garanzia esterna: la certificazione rilasciata da enti riconosciuti.
Cosa garantisce una certificazione vegan (secondo VEGANOK)
Come spiega Sauro Martella, fondatore di VEGANOK e membro del Board europeo per uno standard vegan unico, etichettare un prodotto come vegan significa offrire informazioni complete e verificabili. Tra i controlli tipici di un ente certificatore serio ci sono:
- verifica degli ingredienti e dei loro fornitori;
- controllo delle condizioni di produzione e delle eventuali contaminazioni crociate;
- garanzia che l’azienda non pratichi test su animali, né per il singolo prodotto né per l’intero catalogo;
- monitoraggio continuativo e aggiornamenti nel tempo.
Martella ricorda anche il riferimento normativo: la trasparenza in etichettatura è uno dei principi sostenuti dalla normativa europea, tra cui il Reg. UE 1169/2011.
Come riconoscere una passata di pomodoro realmente vegana: checklist per il consumatore
- Cerca il logo di certificazione (es. VEGANOK o altri enti riconosciuti).
- Leggi l’elenco ingredienti ed evita prodotti con diciture ambigue (aromi, preparati).
- Controlla le indicazioni su tracce (may contain / può contenere tracce di…).
- Verifica online: molti enti consentono di controllare i prodotti certificati sui loro siti.
- Chiedi al produttore se hai dubbi su processi o test animali.
Informazione e responsabilità: il ruolo dei certificatori e delle associazioni
Afferma Martella: «La certificazione è trasparenza verso i consumatori». Organizzazioni come VEGANOK offrono strumenti pubblici (cataloghi online, Osservatorio, report) e servizi alle aziende (formazione, consulenza, VEGANOK Academy). Per chi volesse approfondire la dimensione etica della scelta vegan, le associazioni come AssoVegan rappresentano una fonte utile.
Inoltre esistono percorsi di accompagnamento per chi vuole provare ad adottare uno stile vegano; per esempio il sito veganokchange.com propone iscrizione e consigli pratici giorno dopo giorno.
Scegliere consapevolmente
Sì: una passata di pomodoro può essere vegana. Ma per evitare equivoci e proteggere le proprie scelte etiche è fondamentale verificare la certificazione e informarsi sulle pratiche aziendali. In un mercato sempre più complesso, la trasparenza non è un optional: è il ponte tra quello che dichiariamo di volere e quello che davvero mettiamo nel carrello.