Veronica Maio mezzosoprano

Veronica Maio, mezzosoprano: “Dal Teatro alla Scala a Portofino con il Gruppo Vocale Ad Astra”

Portofino notturnoAbbiamo intervistato la cantante mezzosoprano Veronica Maio al termine del piacevolissimo concerto che lei aveva appena tenuto nella mitica piazza di Portofino. Lei è segretaria dell’Associazione Classical Rights e membro del team dedicato alla realizzazione del Festival “Il Diritto di Suonare”. Ha partecipato come Voce Bianca all’Accademia del Teatro alla Scala con cui ha contribuito a svariate importanti produzioni, fra cui l’Attila di Verdi e la Terza Sinfonia di Mahler con i Wiener Philharmoniker. Nel 2017 è stata selezionata come solista per la tournée Aslico Di Die Zauberflote.

L’intervista

Veronica Maio mezzosoprano

Quindi questa idea di fare il tuo concerto a fine estate nella piazza di Portofino è partita da tuo padre Pierangelo Maio?

Si, è stato lui a organizzare il tutto e, fra l’altro, proprio la sera dell’eclisse lunare che ha fatto da magnifico ulteriore scenario ai nostri pezzi. Ho contribuito all’organizzazione di questo festival che si chiama “il diritto di suonare”, ovvero il primo festival italiano dedicato alle pari opportunità nella musica classica quest’anno è avvenuta la seconda edizione del festival.
Eravamo a Milano in collaborazione con il Comune, l’Accademia del Teatro alla Scala la fondazione Bracco, la fondazione Cariplo e l’anno scorso, per la prima edizione, abbiamo ottenuto la medaglia di rappresentanza del presidente della Repubblica Mattarella che concede questa onorificenza ai progetti che lui ritiene di valore e di interesse.
La ideatrice di questo festival ha fatto anche lei parte del coro di voci bianche della Scala, si chiama Ginevra Costantini Negri (Alfiere della Repubblica e selezionata da Forbes tra i 100 italiani under 30 leader del futuro, 5 per la musica) e io sono sua collaboratrice. Sono la segretaria dell’associazione Classical Rights che promuove questo festival e diciamo porta la musica classica dai giovani per i giovani. Noi cantiamo su chiamata per cui ci sono già state altre trasferte nella storia del nostro coro.
Siamo stati a palazzo della Rovere a Roma, che è sede dei cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme per un concerto natalizio. Abbiamo cantato nella chiesa di San Gaudenzio a Novara. Siamo stati a Trieste, quindi ci capita di girare e ora siamo qui a Portofino. Ci stiamo facendo conoscere di più, perché la formazione ha già quattro anni che prosegue. L’acustica, la voce in maschera rispetto a una situazione come questa, era molto più complicato. Quindi siamo arrivate qui che non avevamo mai provato ed è stato tutto nuovo, però insomma, ce la siamo cavata bene.

Ci racconti com’è nato il Gruppo Astra?

Il gruppo vocale Ad Astra è stato fondato nel 2021, riunendo giovani talenti del Coro dei Bambini dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Composto esclusivamente da giovani donne che si sono distinte per la loro musicalità e il loro talento vocale, Ad Astra rappresenta la naturale continuazione di un viaggio artistico di eccellenza. Il gruppo è diretto dal Maestro Marco De Gaspari, che è stato direttore del Coro dei Bambini del Teatro alla Scala per oltre 20 anni e Assistente Direttore del Coro Lirico del Teatro alla Scala.

Maestro Marco De Gaspari Gruppo Vocale Ad Astra

I coristi di Ad Astra hanno avuto l’opportunità di lavorare sotto il testimone di alcuni dei più grandi direttori d’orchestra del mondo, tra cui Riccardo Chailly, Daniel Barenboim, Riccardo Muti, Lorin Maazel e molti altri. Questo background eccezionale ha plasmato un ensemble vocale noto per la sua omogeneità vocale, la forte coesione musicale e l’ampio repertorio dalla musica sacra all’opera, dai musical alle opere contemporanee.

È stato interessante che voi questa sera abbiate proposto sia musica classica di repertorio che musica contemporanea.

Si la varietà dei pezzi d’opera spaziava da Rossini a Morricone, portando un repertorio vario. A noi interessa mostrare come “va pensiero” di Verdi si possa cantare contemporaneamente a altri brani di autori contemporanei, come ad esempio Ratter, come stasera abbiamo eseguito. Noi vogliamo portare la musica a 360% per meglio avvicinare i giovani alla musica classica portando un repertorio vario.

È questo è stato apprezzato molto perché spesso nelle Stagioni liriche si va a compartimenti stagni. Io, come tu sai, amo i registi innovativi come Robert Carsen, Bob Wilson, come David Livermore che in genere ai melomani tradizionalisti non piacciono.

Ah bellissimo, noi abbiamo fatto un Attila di Verdi con la regia di Livermore alla Scala nel 2018.

Raccontami come è nata la tua passione per la Lirica, tu sei giovanissima.

Io ho 22 anni. Ma siamo tutte sotto i 24 anni. Quindi è bello mostrare una realtà giovane formata attraverso il Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala. Tutte noi ci conosciamo dall’età più o meno di nove anni. E lì l’audizione si può fare dai 6 ai 18 anni. Per i maschietti purtroppo il tempo è minore perché vanno in muta, quindi a 12 anni devono abbandonare. Invece le ragazze sono più fortunate perché possono proseguire fino ai 18.
Io ho fatto 11 anni di Opera con la Scala. Quindi ho esordito con il teatro più importante d’Europa, se non del mondo. In quarta elementare sono entrata nel coro propedeutico, che stabilisce due anni di preparazione prima di poter accedere alle opere sul palcoscenico. Fatti questi due anni si partecipa alle attività del teatro e le Opere che richiedono dei bambini come la Turandot, la Bohème, la Carmen.

Sì, quando c’è l’elemento corale vi coinvolgevano.

Sì, come in Attila ad esempio. E questo ci dava modo di avere non solo la possibilità di cantare sul palco, ma anche di partecipare al retroscena, fare le prove costume, le prove all’italiana con solo l’orchestra, cioè veramente una cosa che non si può spiegare.

Un mondo prezioso, che giustamente è diventato patrimonio dell’umanità, che esportiamo in giro per il mondo. Veronica Maio mezzosoprano:

Verissimo, a Verona quest’anno, fra l’altro, c’è stato il Nabucco che come sempre ha attirato tantissimi stranieri innamorati della nostra lirica.

E a me fa piacere che tu ami anche la musica contemporanea.

Assolutamente sì, un tempo, diciamo, cantavo le canzoni pop solamente sotto doccia. E invece stranamente il nostro maestro Marco De Gaspari, nonostante sia maestro del Teatro alla Scala, è un uomo dalle larghe vedute e quindi ci permette di creare queste contaminazioni che secondo me sono proprio la cosa che funzionano per il nostro coro. Perché di repertori classici se ne sentono ovunque, invece avere tutte ragazze di poco più di vent’anni che spaziano in questa maniera, crea un po’ l’effetto novità.
Ecco, e tutti noi siamo innamorate di questo mondo tant’è che a diciotto anni il dispiacere era talmente tanto di abbandonarlo che abbiamo creato questo coro. Diciamo il primo anno sono uscite un po’ di ragazze, si era formato un bel gruppo e quindi il maestro ha selezionato i talenti a sua discrezione, e ha creato questa formazione di 10 ragazze.

Che si chiama gruppo vocale ad Astra.

Sì, e ci troviamo tutte le settimane nello studio del Maestro che è a Milano e abbiamo le nostre prove che si intensificano anche sulla base poi delle occasioni e dei concerti. Per questo concerto veniamo da nove ore di prova questa settimana, per cui di solito non sono così tante. Dipende, c’è l’appuntamento fisso che è di tre ore il mercoledì, ma ecco può variare in base diciamo alle esigenze.

In futuro immagino, il tuo sogno sia di recitare come mezzosoprano nelle opere liriche dei teatri d’Italia e non solo.

Si, di ritornare sul palcoscenico, allestito. Anche se presentare, devo dire, mi piace molto, mi diverte recitare. Però l’opera non so come dire riassume un po’ tutto: c’è la recitazione, il canto, i costumi, la presenza scenica, il parlato. È proprio un insieme perfetto.
A Milano seguo principalmente la Scala, perché ci sono legata, poi studio a Milano sono ancora all’università, e sto studiando lettere moderne con un indirizzo artistico teatrale. Non mi sono lanciata subito nella carriera musicale perché a volte fa un po’ paura. E il pezzo di carta serve sempre. Per cui ho cercato la cosa più affine. Un tale diceva che la matematica non sarà mai il mio mestiere e quindi eccoci qua. Funziono meglio con le parole che coi numeri.

Ci racconti quale sarà la prossima tappa? Veronica Maio mezzosoprano:

Veronica Maio con lo chef Carlo CraccoGli scorsi anni siamo state invitate dai cameristi del teatro alla Scala a cantare per il concerto di Natale nel Duomo di Milano. Quindi quello era stato un evento molto importante. Nel mentre abbiamo un po’ di appuntamenti a ottobre che stiamo definendo. E mio padre è il nostro primo fan, perché poi lui ha tirato in mezzo anche le percussioni e questi inviti al cocktail di Cracco e la cena da Gritti. Mi sentivo addosso una responsabilità mica da ridere. Ma veramente sembra che qualcuno abbia allineato papà con il pubblico di qualità.

Come è formata la tua famiglia?

Ho un fratello di 17 anni, quasi 18 poi Caterina mia sorella di quasi quasi nove, e poi il più piccolo della famiglia è Tom che ne ha quasi sette. Tutti appassionati di musica.

Sergio Buttiglieri

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