Quante volte nella vita ognuno di noi si è trovato a dover entrare nel proprio garage, debitamente munito di cartello di passo carraio, ed invece ha trovato una vettura arbitrariamente parcheggiata che gli impediva l’accesso costringendo il malcapitato a cercare parcheggio altrove per poi dover provvedere al parcheggio nel proprio garage solo dopo che l’arrogante parcheggiatore avesse “bontà sua” deciso finalmente di andare via.
In molti casi il malcapitato ha potuto chiamare la Polizia Urbana e il carro attrezzi per far rimuovere l’autovettura ma, nella migliore delle circostanze, mediamente si devono aspettare delle 2 o 3 ore e se poi tale parcheggio abusivo avviene la sera l’attesa si sposta all’indomani mattina.
La sensazione che uno ha in questi casi è di assoluta rabbia del perché un terzo, violando la Legge, con grande superficialità ti impedisca in modo certamente arbitrario di esercitare i tuoi diritti rischiando peraltro unicamente una multa e nella migliore delle ipotesi i costi del carro attrezzi. Ho sempre ritenuto che tali comportamenti non fossero solo becera maleducazione ma che con tale condotta si perpetrasse con certezza una vera e propria violenza privata secondo quanto previsto all’Art. 610 del Codice Penale che dispone in modo chiaro ed inequivocabile: “Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni”.
Finalmente la suesposta disposizione normativa è stata posta a fondamento di una esemplare e storica sentenza della Corte di Cassazione N° 27559 pubblicata il 26 giugno 2023 che, sulla base dell’interpretazione della ratio legis e dunque dei principi che l’hanno ispirata, ha sancito che integra gli estremi di una condotta penalmente rilevante, parcheggiare la propria autovettura in modo tale da ostruire o impedire la corretta circolazione da o per le aree private a quelle pubbliche, parcheggiare in modo da impedire l’uscita dalla vettura o con la vettura dal parcheggio stesso, etc… Non si tratta dunque del parcheggio in doppia fila o della macchina con le quattro frecce all’interno della carreggiata che obbliga a spostarsi, bensì di quelle auto parcheggiate oltre i limiti dei parcheggi, o sui passi carrabili, a ridosso di aree private e che ne impediscono totalmente l’utilizzo.
Quante volte capita, specialmente nelle città più affollate, di trovare autovetture parcheggiate oltre le strisce che delimitano i parcheggi dei disabili o i passi carrabili o direttamente all’interno di parcheggi condominiali e dunque abusivamente? Avventori di attività commerciali o ludico – ricreative che, pur di parcheggiare il più vicino possibile al negozio o alla balera, “rinchiudono” condomini all’interno delle loro abitazioni parcheggiandogli davanti all’uscio le loro vetture. Ebbene, alla luce della richiamata sentenza della Corte di Cassazione, questi furbetti maleducati del parcheggio o semplicemente i conducenti che quando parcheggiano sono molto “distratti”, dovranno stare veramente attenti a dove e come parcheggiano l’auto perché con la suddetta sentenza del Suprema Corte si cambia radicalmente registro e, come detto, non si parla più di multe ma di processi penali per violenza privata, che come richiamato, sono punibili con la reclusione fino a quattro anni.
É evidente che una pronuncia in tal senso ed in questi termini, potrebbe costituire un vero e proprio punto di svolta nella direzione di un maggior rispetto civico e della libertà altrui sulle strade che, spesso, nella quotidianità, viene ingiustamente trascurata per arroganza o semplicemente per la fretta, lo stress o gli impegni. Bisognerebbe sempre ricordare infatti, e la Suprema Corte lo ha appena fatto, che la sfera delle proprie libertà finisce dove comincia quella degli altri.
La speranza è anche che questa sentenza se, debitamente propalata, possa avere una sorta di funzione deterrente e induca le persone ad essere molto più attente nel violare arbitrariamente i diritti altrui. Infatti quanto esposto circa la sensazione di violenza che sente di subire colui al quale viene inibito l’accesso, tali condotte possono essere anche causa di gravi incidenti, talvolta fatali o può semplicemente impedire un’agevole azione di soccorso ad un inquilino di un condominio che abbia l’accesso, in tutto o in parte ostruito, da un’auto parcheggiata male e/o abusivamente.
Dr. Giannino Martinez
Studio Legale Associato
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