DAL 21 AL 24 LUGLIO 2011 NELLE PIU’ BELLE PIAZZE DEL CAPOLUOGO SABINO
RIETI CAPITALE MONDIALE DEL PEPERONCINO
400 VARIETA’ DI PEPERONCINO PROVIENIENTI DA TUTTO IL MONDO PER LA MANIFESTAZIONE “RIETI CUORE PICCANTE”
Per 4 giorni, dal 21 al 24 luglio, Rieti diventerà la capitale internazionale del peperoncino ospitando la Fiera Campionaria Mondiale di questa amatissima spezia, già conosciuta e apprezzata in America del Sud oltre 10.000 anni orsono e importata in Europa nel 1514 da Cristoforo Colombo. 400 varietà (dallo jalapeño al poblano, dal cascabel all’habanero, passando per il nostrano diavolillo e per molti altri) provenienti dai 5 continenti faranno bella mostra di sè in sei delle più belle piazze del centro storico della suggestiva città laziale, in quello che promette di essere un appuntamento imperdibile per appassionati e gourmet.
Un grande evento, organizzato dall’Associazione Peperoncino a Rieti con la collaborazione della Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato, l’Associazione Commercianti, l’Unione Provinciale Artigianato, la Coldiretti e la locale sezione dell’Accademia del Peperoncino, che ha come scopo principale quello di esaltare un prodotto che vanta nel mondo milioni di fan (non a caso è il secondo condimento più utilizzato al mondo dopo il sale).
Al peperoncino saranno dedicati convegni, mostre e incontri. Ma anche concorsi come il premio per il il miglior piatto al peperoncino e il Premio Internazionale giornalismo gastronomico, RietiPic. Una vera e propria full immersion nei segreti dell’oro rosso della tavola che offrirà la possibilità di acquistare e degustare peperoncini ma anche prodotti arricchiti dal sapiente uso dello stesso, presenti nella Mostra Mercato, che viaggerà parallelamente alla Fiera Campionaria mondiale.
Inoltre “Rieti Cuore Piccante” consentirà anche importanti spunti di riflessione sull’importanza storica, economica e salutistica del capsicum (nome scientifico del peperoncino). Non tutti sanno, ad esempio, che a dispetto di un crescente utilizzo di questa spezia nella nostra cucina, ben il 80% del peperoncino consumato in Italia proviene da mercati esteri. Che in taluni casi esportano un prodotto di bassa qualità, reso addirittura nocivo dall’uso del Sudan, un colorante tossico.
Mentre l’Italia, per caratteristiche climatiche, potrebbe diventare un importante produttore mondiale con conseguenti benefici economici. E anche salutistici, perché sono diverse le virtù della spezia rossa, non ultima quella di contenere, se consumata fresco, la preziosa vitamina C. E allora appuntamento a Rieti, dal 21 al 24 luglio, per una piccante kermesse tutta da gustare.
PILLOLE PICCANTI …
– Il peperoncino (“capsicum annuum”, come lo definì Linneo nel ‘700) veniva coltivato in Messico nel 5.500 a.C., ma se ne trova già traccia, sempre in quelle terre oltre 10.000 anni orsono.
– Il peperoncino veniva ampiamente utilizzato nell’alimentazione delle varie civiltà precolombiane. Presso gli Inca era addirittura considerato una sorta di dono degli dei.
-Sempre presso le civiltà azteche, maya e tolteche, veniva usato come moneta di scambio.
– La leggenda vuole che Montezuma, ultimo tra i re aztechi, si nutrisse di peperoncino mentre si trovava in Messico, prigioniero degli Spagnoli comandati da Cortez.
-.Fu Colombo a “importarlo” in Europa nel 1514; ma, a differenza delle altre spezie, il peperoncino non si rivelò un business, in quanto risultò sin troppo semplice da coltivare. Con grande sollievo dei Portoghesi che, leader all’epoca nella commercializzazione del pepe nero, vedevano nell’”oro rosso” un temibile competitor. Ma in ogni caso il peperoncino riuscì a imporsi sui vari mercati.
-Proprio per la facilità di coltivazione e di diffusione, il peperoncino venne definito in quei tempi “la droga dei poveri”.
-Nonostante il massiccio utilizzo che la cucina orientale fa di questa spezia, il peperoncino fu importato in queste terre in periodi relativamente recenti, probabilmente grazie a Magellano.
-Nel 1912 Wilbur Scoville inventò una scala per misurare l’intensità del peperoncino: il peperone dolce misura 0, il Diavolillo nostrano varia tra i 100 e i 500, il Cayenna arriva a 50.000, il Thai 100.000, l’Habanero 300.000 mentre la capsaicina pura arriva a misurare 16milioni.
-Nel 1937 lo scienziato ungherese Albert Szent Gyorgyi riscontra la presenza della vitamina C nel peperoncino: la scoperta lo porta al premio Nobel.
-Spesso, quando ci si brucia il palato con il peperoncino, l’istinto ci suggerisce di cercare refrigerio sorseggiando dell’acqua: assolutamente inutile, in quanto la capsaicina non è idrosolubile. In verità è liposolubile, quindi sarebbe consigliabile utilizzare olio, yogurt oppure latte.
– Alcune popolazioni zingare della Spagna, usano strofinare il peperoncino sulla pentola e poi buttarlo: questo per avere un effetto più delicato.
– Il peperoncino contiene oppioidi che procurano, in chi lo consuma, una sensazione di benessere.
– Il peperoncino è considerato una sorta di panacea: dalla cefalea a grappolo all’alcolismo, dalla sinusite alla sciatica, dalla laringite alla depressione, il capsicum annuum sembra avere effetti benefici e curativi per molte malattie e stati di alterazione.
– Ma anche la bellezza si avvale delle virtù del peperoncino: ottimo nella cura dell’acne e in quella dei capelli, valido come maschera di bellezza ed efficace per contrastare la cellulite, il nostro viene utilizzato anche in alcune diete.
– Molto si è detto e scritto sulle virtù afrodisiache del peperoncino. Eppure nel ‘500 si temeva addirittura che il capsicum potesse avere degli effetti deleteri sulla fertilità maschile. E’ solo nell’ ‘800 che il peperoncino fa il suo ingresso nella lista degli alimenti considerati appunto afrodisiaci. Oggi ancora si dibatte sul suo reale effetto dal punto di vista sessuale. Di certo va sottolineato il fatto che contiene vitamina E, notoriamente positiva per quanto concerne la fertilità, sia femminile che maschile. Come d’altra parte è innegabile l’effetto vasodilatore della capsaicina. E allora, tanto vale provare…
– Il Guinness dei Primati riconosce al Bhut Jolokia, di origine indiana, il titolo di capsicum più piccante al mondo. Mentre è il Big Jim, proveniente dal New Mexico, a risultare, con i suoi 30 cm di lunghezza, il peperoncino più grande del pianeta.
– Il Cascabel, peperoncino che trova il suo habitat naturale nell’America del Sud, ha un sapore che ricorda molto da vicino quello della noce. Il Chipotle, invece, ha un gusto simile a quello del caffè.
– Tra i peperoncini più apprezzati dagli intenditori c’è sicuramente l’Habanero. Piccantissimo e profumato, regala al palato sensazioni di frutta esotica.
– Tra i peperoncini più famosi al mondo c’è il messicano Jalapeño, molto conosciuto e amato anche negli States.
– Dall’Africa arriva invece il Pilli Pilli, particolarmente apprezzato dai Portoghesi che lo usano per insaporire varie salse.
– Il peperoncino è ingrediente principe di alcuni dei preparati più famosi al mondo: basti pensare al curry, al tabasco, al ketchup e alla salsa Worcester.
– Negli ultimi anni il peperoncino ha conosciuto anche un altro tipo di utilizzo, piuttosto particolare. In molti Paesi sono in vendita infatti degli spray al peperoncino usati per autodifesa.
-Secondo recenti studi, il peperoncino occupa il secondo gradino del podio nella classifica dei condimenti più utilizzati al mondo. Davanti a lui soltanto il sale.
-Gli uccelli non percepiscono gli effetti piccanti del peperoncino in quanto sprovvisti del necessario recettore nervoso.
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