Nel blu 01 © Luigi Burroni

Nel Blu… Continua con successo il prezioso lavoro teatrale di Massimo Perrotta, da sempre caratterizzato dalla sua personale storia di uomo del sud con quella di autori mitici sempre del suo amato Sud.

Come quello di Domenico Modugno su cui è incentrato il suo ultimo lavoro che lui ha chiamato Nel Blu – avere tra le braccia tanta felicità. Una sorta di concerto con una band che lo accompagna tutto il tempo, in cui lui racconta la sua iniziale voglia di “fare l’attore” e si ritrova, dopo pochi anni, a insegnare a tutto il mondo a “volare”.

Nel Blu dipinto di Blu

La canzone che ha reso celebre in tutto il mondo questo cantante pugliese, inizialmente non volevano fargliela cantare. Lui ha voluto comunque portarla a Sanremo e da lì è decollata come la melodia più amata da tutti. Compresi i carcerati multietnici del Teatro dell’Arca, all’interno della casa circondariale di Marassi di Genova, dove Perrotta ha voluto portare in anteprima il suo lavoro pochi giorni prima del debutto ufficiale al Teatro Storchi di Modena e poi in tournée in varie parti d’Italia compresa Bologna e Milano.
Racconta Perrotta che c’è stato un momento in cui il nostro Paese – e una gran parte del mondo – è apparso felice. Sono gli anni a cavallo del 1958, gli anni subito prima e subito dopo l’inizio del boom economico. La gente era – o sembrava – felice, carica di futuro negli occhi. E se c’è un uomo che incarna tutto questo nel suo corpo, se c’è uno che con la sua voce, con la spinta vitale che ha abitato ogni suo passo, rappresenta appieno quegli anni, quest’uomo è Domenico Modugno.

Con una sola canzone rende l’intero Occidente felice di esistere

Eppure lui sapeva di lavorare sull’effimero, sull’impalpabile ma, nonostante tutto, si ostinava a crederci: «Io voglio cantare la felicità. Anche se non esiste, mi voglio illudere che esista, devo credere che esista». E lo fa con ostinazione, con tormento interiore, ma fino in fondo.
Un racconto di un’esistenza guascona e testarda in cui i musicisti/compositori con me sul palco (gli affiatatissimi Vanni Cruciani, Massimo Marches, Giuseppe Franchelucci) sono l’altra voce di Domenico Modugno, quella voce che le parole non riescono e non possono rappresentare.
Emozionante il modo in cui Mario Perrotta ci ha fatto rivivere questi momenti. Cantando in prima persona tutto il tempo e facendosi accompagnare dal suo team.
Pensando come in genere invece i nostri registi, scrittori cantautori faticano assai per trovare e raccontare, come si dice, un loro mondo, perché faticano assai a trovare il mondo. Lui invece ci riesce e ci coinvolge efficacemente. E la sua comunicazione, se c’è come nei lavori di Perrotta, qui non è affatto un dovere. Se c’è è perché nasce come aggiunta e grazia che la ricerca dell’artista ha per dono e “sovrappiù”.
Perrotta appartiene a quella nuova corrente teatrale meridionale più disordinata che ha dalla sua, con la giovinezza e con la possibilità di rubare dalla generazione precedente suggerimenti di altissimo livello. Con essa il confronto non appare faticoso e brutale, non è di rivalità ma appunto di fratellanza.

Mario Perrotta: la qualità

Nel blu 02 © Luigi Burroni

Ad affascinare e attrarre nei lavori di Perrotta è l’aspetto nomade, piuttosto anarchico, nei limiti in cui questa società si riesce ad essere anarchici senza gli equivoci del ribellismo sottoculturale e fortunatamente effimera, ma tutto questo sarebbe soltanto un simpatico fenomeno di resistenza sociale all’omologazione – e infatti spesso così è, nelle miriadi di gruppi vaganti senz’arte e senza quella leggerezza che solo è data da un denso peso interno: non è artista chi vuole! non è lieve chi vuole! – se non ci fosse “la qualità”.
E in Mario Perrotta la qualità la ritroviamo con piacere abbondantemente. Lo dimostrano i calorosi lunghissimi applausi finali.
La grande cultura del suo lavoro è letteraria e figurativa, è filosofica e musicale e non solo teatrale. È frutto di una curiosità che sembra mancare ad altre arti, e di un desiderio-bisogno di confrontarsi con altri luoghi e storie dell’espressione. In attesa di vedere un suo nuovo lavoro teatrale lo ringraziamo di averci donato questo piacevolissimo ritratto teatrale della indimenticabile figura di Domenico Modugno.

Prossimo appuntamento
Dopo il grande successo avuto a Modena, Grosseto, Milano e a Gardone Val Trompia (BS)  Nel Blu – avere tra le braccia tanta felicità sarà a Magliano Sabina (RI) il 30 marzo.

Sergio Buttiglieri

Sergio Buttiglieri

 

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