Coronavirus e truffe online a gogo

Pubblicato su: Milano 24orenews

I dati ufficiali del Viminale ci hanno fatto sapere che durante il lockdown si è avuto il 61% di reati in meno. Infatti dal 1° marzo al 10 maggio i reati commessi in Italia sono stati 175.693, mentre nel medesimo esatto periodo del 2019 erano stati 447.537. Le strade deserte e i tanti controlli delle pattuglie in giro per le città hanno inevitabilmente favorito una netta flessione dei cosiddetti reati predatori, come rapine e furti. Il calo più sensibile è quello dei reati contro il patrimonio (-44,89%), all’interno dei quali spiccano la contraffazione (-83%), i furti (-74%) e le rapine (-63%). Un netto e deciso calo lo si è avuto logicamente anche nei furti in appartamento (-76%) e in esercizi commerciali (-68%). Nel periodo del lockdown i ladri e i rapinatori si sono dovuti concentrare sulle poche case rimaste vuote e sulle attività commerciali aperte, come piccola e grande distribuzione alimentare, farmacie, edicole e tabacchi.

D’altra parte la Polizia Postale ha reso noto che nel medesimo periodo sono cresciuti in modo esponenziale quei reati dove, purtroppo, i truffati sono abbastanza corresponsabili di tali eventi. Parliamo delle frodi online e parlo di corresponsabilità perché, mentre per una rapina c’è poco o niente da fare, la stragrande maggioranza di questa tipologia di truffe potrebbe essere evitata avendone conoscenza e tenendo alta la guardia. Una delle più ricorrenti è il cd shopping con false identità in cui la truffa consiste nel trafugare dati personali e finanziari e quindi utilizzare le informazioni ottenute per richiedere prestiti o acquistare oggetti online. Altra recente truffa è il cd vishing che consiste in un combinato sistema tra la conoscenza dei dati personali degli utenti all’utilizzo di telefonate che portano a termine l’inganno. L’esempio più ricorrente è costituito dall’arrivo, apparentemente dalla banca della vittima, di una notifica sul cellulare o sulla casella di posta elettronica che segnala operazioni sospette relative al proprio conto. Il malcapitato allertato dall’avviso clicca sull’indirizzo internet di quello che in realtà è un sito clone e in automatico riceve una telefonata, spesso molto verosimile perché viene proposto l’uso di un finto numero verde della banca, con la quale i mascalzoni si spacciano per impiegati della banca che vogliono bloccare il furto quando in realtà, una volta ottenuti i codici di accesso, autorizzano bonifici e pagamenti presso le loro banche ubicate all’estero (presso Stati con i quali è molto complesso far valere le proprie ragioni). Tante, tantissime altre sono le nuove truffe come ad esempio il Bec Fraud e Ceo Fraud e addirittura ne hanno pensato una sul bonus mobilità ma, ribadisco, stando attenti sono truffe assolutamente evitabili adottando le normali precauzioni consistenti prevalentemente: 1) al momento dell’inserimento dei dati della propria carta di credito su internet, verificare prima con attenzione la sicurezza del sito; 2) non inviare mai i propri codici di accesso al conto corrente. 3) non scaricare mai allegati che arrivano tramite mail o sms se non si è sicuri dell’identità del mittente.

Avv. Antonello Martinez

Prof. Avv. Antonello Martinez
Studio Legale Associato
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