Sciopero Generale

Uno dei beni più preziosi è certamente la democrazia il cui concetto ha, tra gli altri, determinato la celeberrima frase: “Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere” tale aforisma fu scritto nel 1906 dalla Hall in ‘The Friends of Voltaire’ con lo pseudonimo di S. G. Tallentyre. Dico questo perché una delle principali espressioni della democrazia si viene a concretizzare attraverso il sacrosanto diritto di sciopero disciplinato innanzitutto dall’articolo 40 della Costituzione italiana. Detto questo il 16 dello scorso mese di dicembre abbiamo dovuto assistere a uno degli scioperi più inopportuni e privi di alcun senso della storia della nostra Repubblica. Criticato da Palazzo Chigi e dal ministro del Lavoro Orlando, severamente ammonito dal Garante degli scioperi che ne ha chiesto la riformulazione, dimezzato nelle attese di partecipazione, ma confermato dai due sindacati – Cgil e Uil. Francamente in un momento storico come questo della pandemia, che con un Governo che agisce in modo assolutamente efficacissimo gestendo in modo ineccepibile sia gli aspetti sanitari che quelli relativi ad una straordinaria ripresa economica non si sentiva la necessità di uno sciopero generale. La causa che a molti è apparsa come unica ragione di tale iniziativa è stata quella di mettersi in evidenza da parte dei segretari dei due sindacati promotori e in particolare, a mio giudizio, di Maurizio Landini il quale ha voluto accendere a tutti i costi i fari della ribalta su di sè incurante di quelle che fossero le reali necessità del paese in quel momento storico. Con protervia è andato a contestare l’operato del Presidente del Consiglio il quale, tra le altre responsabilità attribuite dal Segretario, avrebbe avuto quella di non aver fatto abbastanza riunioni con i sindacati in ordine ai provvedimenti peraltro magistralmente assunti. Il pensiero vacuo di Landini sta proprio nella sintesi dei motivi che l’hanno portato a decidere di attuare quello sciopero egli ha infatti testualmente dichiarato: “Penso che stia aumentando la distanza tra il palazzo della politica e noi stiamo dando voce a chi invece vuole che in questo Paese si affermi la giustizia sociale e perché il mondo del lavoro torni a essere centrale” Da un lato quindi abbiamo Mario Draghi che viene portato d’esempio da tutto il mondo a partire da Biden, Merkel, Von der Leyen, riuscendo in meno di un anno di governo a dare all’Italia una sostanza e una immagine internazionale che a mia memoria non ricordo mai avuta. Dall’altro Landini che, in modo tanto inopportuno quanto inutile, ha posto prima di ogni cosa il proprio devastante e smisurato ego che, peraltro, non si capisce sulla base di quali elementi oggettivi si sia potuto generare.

Ho preso da wikipedia la biografia di entrambi ovviamente quella del Prof. Draghi l’ho dovuta tagliare per evidenti motivi di spazio (ma consiglio di andarla a vedere nella sua forma integrale), mentre quella del mancato geometra sindacalista l’ho praticamente potuta lasciare integrale. Ora in modo sereno ed obiettivo mi chiedo e chiedo ai lettori, a parte le capacità di natura economico-gestionale chi dei due può meglio consigliare l’altro?

Mario Draghi (Roma, 3 settembre 1947), maturità classica, laurea in economia presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, si specializza presso il Massachusetts Institute of Technology, dove consegue un PhD. Professore universitario, durante gli anni novanta è stato direttore generale del Ministero del tesoro. Dopo un breve passaggio alla Goldman Sachs, nel 2005 viene nominato Governatore della Banca d’Italia, divenendo così membro (e poi presidente) del Forum per la stabilità finanziaria (Consiglio per la stabilità finanziaria dal 2009) e del Consiglio Direttivo e del Consiglio Generale della Banca centrale europea, nonché membro del Consiglio di amministrazione della Banca dei regolamenti internazionali. È stato Direttore esecutivo per l’Italia della Banca Mondiale e nella Banca Asiatica di Sviluppo. È membro del Gruppo dei Trenta. Dal 2011 al 2019 ha ricoperto la carica di Presidente della Banca centrale europea, trovandosi a guidare la BCE durante la crisi del debito sovrano europeo: in tale ambito è diventata nota la sua frase del 2012 Whatever it takes (Costi quel che costi), per indicare che sotto il suo mandato la BCE avrebbe fatto «tutto il necessario» per preservare l’euro. Dal 13 febbraio 2021 Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana.

Maurizio Landini (Castelnovo ne’ Monti, 7 agosto 1961) Cresciuto a San Polo d’Enza, dopo le scuole medie si iscrisse a un istituto per geometri, ma fu costretto ad abbandonare la scuola dopo due anni per contribuire al sostentamento familiare, trovando occupazione in un’azienda metalmeccanica in qualità di apprendista saldatore. Divenuto delegato sindacale della FIOM, a metà degli anni ottanta si impegnò a tempo pieno all’interno della struttura sindacale di appartenenza, iniziando l’itinerario che lo avrebbe portato, venticinque anni dopo, a raggiungere il vertice dell’organizzazione. Il 24 gennaio 2019 viene eletto segretario generale della CGIL.

Avv. Antonello Martinez

* Prof. Avv. Antonello Martinez
Studio Legale Associato
Martinez & Novebaci
Milano – Via Archimede n° 56
www.martinez-novebaci.it

 

Tratto da “Società & Diritti”
24orenews.it Magazine
Gennaio-Febbraio 2022
COVER 24orenews.it Magazine GenFeb 2022

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