Sembra impossibile ma da almeno qualche decennio pare che il nostro Paese, nel suo complesso, stia facendo di tutto per disincentivare i giovani ad avvicinarsi alle professioni sanitarie. I medici italiani, da sempre identificati come tra i migliori al mondo, godevano di un riconoscimento sociale che portava le persone ad avere un senso di gratitudine nei loro confronti.
Abbiamo iniziato nel 1987, con un DL dell’ex Ministro dell’Università e della Ricerca Ortensio Zecchino, ad introdurre nelle Facoltà di Medicina il numero chiuso scoraggiando i giovani ad iscriversi in tali facoltà e sottoponendoli a dei test di ammissione di dubbia efficacia per poi oggi essere arrivati ad importare i medici da Cuba e dalla Romania dei quali però, con il massimo rispetto, non ne conosciamo la preparazione e le caratteristiche di formazione. A questo aggiungiamo le avvilenti cronache che siamo costretti a vedere in merito alla nuova moda barbarica delle aggressioni alle quali sono sottoposti gli operatori sanitari sempre in progressiva crescita.
Atti di violenza sui medici e operatori sanitari
I dati ufficiali segnalati dalle Regioni e riportati dal Simes per conto del Ministero della Salute parlano nell’anno 2022 di 85 atti di violenza, peraltro nettamente in crescita rispetto al 2021 quando erano stati 60. In testa alla triste classifica delle violenze nei confronti dei ‘camici bianchi’ figurano Puglia e Sicilia, con 20 eventi ciascuna. Purtroppo, sembrerebbe che anche il 2023 sia sulla medesima china e nello scorso aprile abbiamo dovuto assistere alla dolorosissima tragedia della povera Psichiatra di Pisa uccisa da un suo ex paziente all’esterno dell’Ospedale Santa Chiara.
Non parliamo poi delle azioni legali che vengono fatte sia in sede civile che penale nei confronti dei medici che sembrano diventati il bersaglio preferito per chi vuole intraprendere iniziative giudiziarie ma, in tal senso, la cosa che rasenta l’incredibile è che molte volte il singolo magistrato emette delle sentenze che vanno a contrastare in modo assoluto l’esito delle perizie degli stessi periti incaricati dal medesimo giudice ripristinando l’arcaico concetto latino che il magistrato sia il cd “peritus peritorum” ossia il perito dei periti.
Chiarimento della IV sezione penale della Cassazione
Se non altro lo scorso mese di maggio la IV sezione penale della Cassazione ha avuto modo di chiarire che “…in tema di responsabilità medica il giudice di merito che intenda discostarsi dalle conclusioni del perito d’ufficio è tenuto ad un più penetrante onere motivazionale, illustrando accuratamente le ragioni della scelta operata…”.
In sostanza deve motivare la sua scelta e dire perché la perizia ad esempio di un neurochirurgo è da disattendere anche se a me qualcuno dovrà spiegare cosa ne possa capire di neurochirurgia un giudice, così come un avvocato, un ingegnere etc.
Evidenziato seppure succintamente alcune incongruenze circa l’atteggiamento odierno nei confronti dei medici, ciò che maggiormente stride è che poi quando tutti gli operatori sanitari si sono immolati nel corso del Covid allora erano tutti pronti ad incensarli chiamandoli i nostri eroi.
Prof. Avv. Antonello Martinez
Studio Legale Associato
Martinez & Novebaci
Milano – Via Archimede n° 56
www.martinez-novebaci.it
Pubblicato su 24orenews Magazine Giugno 2023
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